Dilatazione reni del feto

Buongiorno,ieri ho fatto un ecografia e il mio ginecologo ha detto che il feto ha i reni dilatati;uno ha la dilatazione di 0,81 cm,l altro di 1cm..mi ha detto di non preoccuparmi perchè non è niente di grave..Voi mi sapete dare qualche inforazione in più al riguardo?grazie in anticipo
[#1]
Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6

Il Suo è un caso di pielectasia (dilatazione delle pelvi renali fetali).
Le misure intraprese, indicano una pielectasia lieve che ha valori oscillanti fra i 5 ed i 10 mm.; tale condizione può essere monolaterale o bilaterale.

La sua incidenza è 0.7% nei feti tra la 16a e la 26a settimana di gestazione, con un’ incidenza lievemente superiore nei feti maschi.
Un valore di dilatazione di 3 mm è presente nel 3% dei feti sani tra la 14 a e la 22a settimana di gestazione.

La biometria inferiore ai 5 mm non va segnalata come patologica.

Si discute da molto tempo se la pielectasia rappresenti o meno un "marker" di anomalie cromosomiche. L’associazione con le cromosomopatie è stata riscontrata principalmente con la Trisomia 21 (incidenza del 2% circa), specie in presenza di altri fattori di rischio (familiarità, età materna over 35).

In assenza di fattori di rischio, la possibilità di Sindrome di Down in presenza di tale segno ecografico è bassa e non giustificherebbe, secondo la maggior parte della Letteratura, il ricorso alle procedure invasive per lo studio del cariotipo fetale. Tuttavia, secondo alcuni Autori, anche in tale popolazione (considerata a basso rischio), la presenza di una pielectasia, specie se bilaterale, dovrebbe "correggere" l'analisi predittiva del rischio di cromosomopatia, per valutare se eseguire o meno il cariotipo fetale.

Questo fattore di correzione fa in modo che, per esempio, anche alle pazienti di 34 anni andrebbe offerto lo studio del cariotipo fetale.

L’attenzione dell’ecografista in presenza di tale segno è rivolta, più che al il rischio di cromosomopatia, ad una potenziale evoluzione verso l’ostruzione della giunzione uretero-pelvica e l’idronefrosi.

Le raccomandazioni proposte dalle Linee Guida SOGC (Società di Ecografia Ostetrica e Ginecologica Canadese) del giugno 2005 sono:

La pielectasia isolata non richiede lo studio del cariotipo fetale;

Feti affetti da pielectasia isolata compresa tra i 5 ed i 10 mm che giungono al termine con l'anomalia, devono essere sottoposti a controllo ecografico alla nascita;

Feti affetti da pielectasia > 10mm devono essere rivalutati nel corso del terzo trimestre per la possibile evoluzione nella patologia idronefrotica;

La pielectasia isolata ovvero associata ad altri markers ecografici, in donne ad alto rischio (età materna avanzata, test biochimici alterati) richiede lo studio del cariotipo fetale.

La pielectasia è una condizione molto frequente, se si considera la tipologia lieve.

Va considerata attentamente solo se inquadrata in un contesto più ampio che prevede:
a) familiarità della paziente per cromosomopatia
b) età materna
c) associazione con altri marker minori di cromosomopatia
d) evoluzione progressiva del segno nel tempo.

Nella stragrande maggioranza dei casi, la pielectasia evolve favorevolmente, scomparendo prima del termine della gravidanza o al massimo entro i primi 30 giorni dal parto, prevedendo, quidni, anche un monitoraggio post-partum.

(tratto da "Schede di patologia Fetale" del Centro Medico Genesys - Dr. Ivanoe Santoro).


Saluti ed auguri.


Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli