Identificazione cause distubro dell'equilibrio cronico (dizziness)
Buongiorno,
Premetto che sono residente in Francia e che sono seguito da medici francesi.
Nel marzo 2024, ho cominciato a sviluppare un senso di instabilità permanente, come se mi sentissi fluttuare su una barca, cosa che mi ha portato a consultare un otorino-laringoiatra il 14 giugno 2024.
Quest'ultimo ha constatato gli elementi seguenti:
- Assenza di nistagmo spontaneo
- Assenza di segni a favore di un VPB
- Udito normale
- Tempi di reazione saccadici normali
- SINDROME VESTIBOLARE PERIFERICA SINISTRA DI TIPO DEFICITARIA: BILANCIO A FAVORE DI UNA SINDROME "MENIERIFORME".
Al fine di escludere patologie provenienti dal sistema nervoso centrale, mi è stata prescritta una risonanza magnetica la quale, il 17 giugno 2024, ha fornito i risultati seguenti (chiedo scusa per eventuali imprecisioni sulla traduzione):
A livello sottotentoriale
- Rispetto dei fasci acustico-fasciali senza sindrome da massa rilevabile.
- Nessun segnale T2 o morfologia anomala dei labirinti anteriori o posteriori.
- Nessuna deiscenza.
Normale ventilazione delle orecchie medie e delle mastoidi.
- Rispetto della fossa posteriore e del tronco encefalico senza anomalie focali del segnale.
- Rispetto della cerniera cervico-occipitale.
A livello sopratentoriale:
- Nessun segnale anomalo dal parenchima cerebrale.
- Sistema ventricolare di dimensioni normali
- Rispetto del corpo calloso e delle strutture della linea mediana.
- Assenza di sindrome da massa intracranica progressiva.
- Nessuna lesione ischemica recente o antica rilevabile.
- Assenza di emorragie intracraniche.
- Assenza di raccolte extra-assiali.
- Nessuna disparità nel calibro delle arterie del poligono di Willis.
- Rispetto della base del cranio e della sella turcica.
- Normale ventilazione dei seni facciali e delle mastoidi
Conclusione: RISONANZA ENCEFALICA E DEI CONDOTTI AUDITIVI INTERNI SENZA ANOMALIE RILEVABILI
L'11 luglio 2024, ho effettuato, peraltro, una visita neurologica a seguito della quale non è stato riscontrato alcun element facente pensare all'esistenza di una malattia neurologica/neuro-degenerativa.
Il 20 luglio, dato l'accentuarsi dei miei sintomi, ho consultato un otoneurologo dell'ospedale della SALPETRIERE, a Parigi.
Quest'ultimo contrariamente a quanto riscontrato dal primo otorino, non ha rilevato alcuna sindrome vestibolare periferica sinistra di tipo deficitario.
Ha invece constatato una lieve ipo-acusia dell'orecchio destro (perdita tonale media a destra 19db).
Da marzo a questa parte, nonostante un primo trattamento a base di betaistina, i sintomi non sono migliorati.
Anzi, sembrano essersi cronicizzati essendo essi quotidiani e di intensità variabile (da lieve a forte).
Alla luce degli esami effettuati, posso ragionevolmente escludere una patologia neurologica quale la sclerosi multipa o altre malattie simili?
Quale potrebbe essere la causa di questi sintomi?
Sempre una patologia dell'orecchio interno?
Ci sono altre possibili cause?
Premetto che sono residente in Francia e che sono seguito da medici francesi.
Nel marzo 2024, ho cominciato a sviluppare un senso di instabilità permanente, come se mi sentissi fluttuare su una barca, cosa che mi ha portato a consultare un otorino-laringoiatra il 14 giugno 2024.
Quest'ultimo ha constatato gli elementi seguenti:
- Assenza di nistagmo spontaneo
- Assenza di segni a favore di un VPB
- Udito normale
- Tempi di reazione saccadici normali
- SINDROME VESTIBOLARE PERIFERICA SINISTRA DI TIPO DEFICITARIA: BILANCIO A FAVORE DI UNA SINDROME "MENIERIFORME".
Al fine di escludere patologie provenienti dal sistema nervoso centrale, mi è stata prescritta una risonanza magnetica la quale, il 17 giugno 2024, ha fornito i risultati seguenti (chiedo scusa per eventuali imprecisioni sulla traduzione):
A livello sottotentoriale
- Rispetto dei fasci acustico-fasciali senza sindrome da massa rilevabile.
- Nessun segnale T2 o morfologia anomala dei labirinti anteriori o posteriori.
- Nessuna deiscenza.
Normale ventilazione delle orecchie medie e delle mastoidi.
- Rispetto della fossa posteriore e del tronco encefalico senza anomalie focali del segnale.
- Rispetto della cerniera cervico-occipitale.
A livello sopratentoriale:
- Nessun segnale anomalo dal parenchima cerebrale.
- Sistema ventricolare di dimensioni normali
- Rispetto del corpo calloso e delle strutture della linea mediana.
- Assenza di sindrome da massa intracranica progressiva.
- Nessuna lesione ischemica recente o antica rilevabile.
- Assenza di emorragie intracraniche.
- Assenza di raccolte extra-assiali.
- Nessuna disparità nel calibro delle arterie del poligono di Willis.
- Rispetto della base del cranio e della sella turcica.
- Normale ventilazione dei seni facciali e delle mastoidi
Conclusione: RISONANZA ENCEFALICA E DEI CONDOTTI AUDITIVI INTERNI SENZA ANOMALIE RILEVABILI
L'11 luglio 2024, ho effettuato, peraltro, una visita neurologica a seguito della quale non è stato riscontrato alcun element facente pensare all'esistenza di una malattia neurologica/neuro-degenerativa.
Il 20 luglio, dato l'accentuarsi dei miei sintomi, ho consultato un otoneurologo dell'ospedale della SALPETRIERE, a Parigi.
Quest'ultimo contrariamente a quanto riscontrato dal primo otorino, non ha rilevato alcuna sindrome vestibolare periferica sinistra di tipo deficitario.
Ha invece constatato una lieve ipo-acusia dell'orecchio destro (perdita tonale media a destra 19db).
Da marzo a questa parte, nonostante un primo trattamento a base di betaistina, i sintomi non sono migliorati.
Anzi, sembrano essersi cronicizzati essendo essi quotidiani e di intensità variabile (da lieve a forte).
Alla luce degli esami effettuati, posso ragionevolmente escludere una patologia neurologica quale la sclerosi multipa o altre malattie simili?
Quale potrebbe essere la causa di questi sintomi?
Sempre una patologia dell'orecchio interno?
Ci sono altre possibili cause?
[#1]
Gentile Paziente, la Malattia di Menière è una patologia ancora in gran parte oscura, definita dalla presenza di 4 sintomi: ipoacusia inizialmente fluttuante, senso di pienezza auricolare, acufeni, crisi vertiginose gravi. La diagnosi di Meniere è puramente convenzionale: si può parlare di Meniere se sono presenti tutti e 4 questi sintomi : se ne manca uno non si può parlare di Sindrome di Manière, ma lo riterrei un problema secondario: al paziente non interessa molto conoscere il nome della propria malattia, ma uscire dallo stato di invalidità che anche un quadro incompleto può configurare, in particolare per le gravi crisi vertiginose. L’eziopatogenesi rimane peraltro in gran parte oscura. Anche se la spiegazione più accreditata attribuisce la sintomatologia all’idrope dell’endolinfa, va detto che anche questa è una teoria: la più seguita, ma comunque una teoria. Non sempre, infatti l’idrope si accompagna a vertigine, e non in tutti i pazienti menierici è stata riscontrata l'idrope, tanto che alcuni Autori ritengono che l’idrope possa essere considerata una caratteristica marker della MdM, ma non necessariamente l’elemento direttamente responsabile dal punto di vista patogenetico. Purtroppo , a livello scientifico, sulla Malattia di Menière si sa poco: a mio parere serve a poco anche cercare lo specialista più bravo, perchè il poco che si può fare lo conosce qualunque ORL, anzi, qualunque semplice medico. Chi si è rivolto a vari specialisti avrà notato che in fondo, dopo molta diagnostica, si prescrivono un po’ le stesse cose, con marginali varianti. Va anche sottolineato che la Revisione Cochrane, una istituzione scientifica internazionale di altissimo livello, che gli specialisti conoscono bene (e temono), ha sentenziato la mancanza di supporto scientifico circa l'efficacia di tutte le terapie proposte (betaistina-Vertiserc, diuretico, cortisone intratimpanico ecc.). L’unica terapia alla quale viene riconosciuta una qualche efficacia è la Gentamicina Intratimpanica, trattamento di tipo demolitivo, efficace (non sempre) solo sulle crisi vertiginose più gravi, ma con rischi di effetti secondari, in particolare perdita dell’udito.
Penso che per una terapia adeguata sul piano scientifico bisognerà aspettare. Nel frattempo ognuno cerca di fare del proprio meglio.
Da più di 20 anni mi dedico alla Malattia di Meniere con un approccio originale e personale. Anche nella letteratura scientifica c’è peraltro qualche accenno alla possibilità che esista un legame dei sintomi della MdM con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM), per il conflitto che si può instaurare fra il condilo mandibolare e l’orecchio. Seguo questo indirizzo, ho avuto la soddisfazione di pubblicare i risultati di uno studio attuato ad hoc su una delle più importanti riviste scientifiche al mondo:
Edoardo Bernkopf Vincenzo Capriotti Giulia Bernkopf Emilia Cancellieri Andrea D’Alessandro Alberto Vito Marcuzzo Caterina Gentili Giovanni Carlo De Vincentiis Giancarlo Tirelli: Oral splint therapy in patients with Menière’s disease and temporomandibular disorder: a long-term, controlled study. Eur Arch Otorhinolaryngol. 2022 Aug 26. doi: 10.1007/s00405-022-07604-3. Online ahead of print.PMID: 36018357 Impact factor 3.236 (2021).
Nel dubbio che le possa sembrare una bufala, ne suggerisca ai Colleghi francesi , e comunque ai suoi curanti, la consultazione.
La invito in proposito a leggere gli articoli che si aprono con i link qui sotto e a visitare il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma) alla pagina Patologie trattate-Patologie dell’Orecchio- Vertigine-Meniere .
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-meniere-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-vertigine-pertinenza-odontoiatrica.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
Penso che per una terapia adeguata sul piano scientifico bisognerà aspettare. Nel frattempo ognuno cerca di fare del proprio meglio.
Da più di 20 anni mi dedico alla Malattia di Meniere con un approccio originale e personale. Anche nella letteratura scientifica c’è peraltro qualche accenno alla possibilità che esista un legame dei sintomi della MdM con i disturbi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM), per il conflitto che si può instaurare fra il condilo mandibolare e l’orecchio. Seguo questo indirizzo, ho avuto la soddisfazione di pubblicare i risultati di uno studio attuato ad hoc su una delle più importanti riviste scientifiche al mondo:
Edoardo Bernkopf Vincenzo Capriotti Giulia Bernkopf Emilia Cancellieri Andrea D’Alessandro Alberto Vito Marcuzzo Caterina Gentili Giovanni Carlo De Vincentiis Giancarlo Tirelli: Oral splint therapy in patients with Menière’s disease and temporomandibular disorder: a long-term, controlled study. Eur Arch Otorhinolaryngol. 2022 Aug 26. doi: 10.1007/s00405-022-07604-3. Online ahead of print.PMID: 36018357 Impact factor 3.236 (2021).
Nel dubbio che le possa sembrare una bufala, ne suggerisca ai Colleghi francesi , e comunque ai suoi curanti, la consultazione.
La invito in proposito a leggere gli articoli che si aprono con i link qui sotto e a visitare il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma) alla pagina Patologie trattate-Patologie dell’Orecchio- Vertigine-Meniere .
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-meniere-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-vertigine-pertinenza-odontoiatrica.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#2]
Utente
Gentile Dott. Bernkopf,
La ringrazio per la sua risposta chiara e dettagliata.
Suggerirò, come da lei indicatomi, ai suoi colleghi francese di indagare sul piano dei disturbi ATM attingendo anche alla letteratura scientifica in materia, fra cui la pubblicazione da lei riportata.
Ho eseguito, peraltro, come richiestomi dall'otoneurologo che mi ha visitato, una TAC delle rocche petrose, la quale non ha rivelato alcuna anomalia.
Per completezza, le preciso che lo stesso otoneurologo che mi ha visitato ha dichiarato, durante la visita, che, a questo stadio, è prematuro parlare di malattia di Ménière o anche solo di sindrome "menieriforme", come aveva evocato il primo otorino, dato che i miei sintomi sono per ora alquanto aspecifici.
Infatti, finora, non ho mai avuto una vertigine "rotatoria" vera e propria. Come indicato precedentemente, provo unicamente un senso di instabilità/squilibrio quotidiano (fluttuazione/oscillazione), peraltro non rilevato agli esami oggettivi. Tale senso di instabilità si accentua in determinate posizioni, ad esempio quando sto seduto per lunghi periodi o quando cammino a passo lento (ad esempio in mezzo alla folla).
Soffro di acufeni intermittenti ad ambo le orecchie da diversi anni. Ogni tanto ho la sensazione di avere le orecchie ovattate/attappate, sensazioni che in ambo i casi durano per pochi secondi/minuti. Mi sembra che negli ultimi tempi queste sensazioni di acufeni e orecchie ovattate si siano accentuate, ma non saprei dirle se sono io che ci faccio più caso, in preda alla suggestione, o se è realmente cosi.
Non le nascondo, infine, una forte componente ansiosa che mi porta a pensare in maniera ossessiva a questi sintomi praticamente ogni giorno. Spero vivamente che possa essere trovata una soluzione quanto meno per quanto riguarda, come dice giustamente, la gestione quotidiana dei sintomi al fine di renderli il meno invalidanti possibile.
In ogni caso, la terrò informata degli esiti degli esami successivi e la ringrazio nuovamente per la sua risposta.
La ringrazio per la sua risposta chiara e dettagliata.
Suggerirò, come da lei indicatomi, ai suoi colleghi francese di indagare sul piano dei disturbi ATM attingendo anche alla letteratura scientifica in materia, fra cui la pubblicazione da lei riportata.
Ho eseguito, peraltro, come richiestomi dall'otoneurologo che mi ha visitato, una TAC delle rocche petrose, la quale non ha rivelato alcuna anomalia.
Per completezza, le preciso che lo stesso otoneurologo che mi ha visitato ha dichiarato, durante la visita, che, a questo stadio, è prematuro parlare di malattia di Ménière o anche solo di sindrome "menieriforme", come aveva evocato il primo otorino, dato che i miei sintomi sono per ora alquanto aspecifici.
Infatti, finora, non ho mai avuto una vertigine "rotatoria" vera e propria. Come indicato precedentemente, provo unicamente un senso di instabilità/squilibrio quotidiano (fluttuazione/oscillazione), peraltro non rilevato agli esami oggettivi. Tale senso di instabilità si accentua in determinate posizioni, ad esempio quando sto seduto per lunghi periodi o quando cammino a passo lento (ad esempio in mezzo alla folla).
Soffro di acufeni intermittenti ad ambo le orecchie da diversi anni. Ogni tanto ho la sensazione di avere le orecchie ovattate/attappate, sensazioni che in ambo i casi durano per pochi secondi/minuti. Mi sembra che negli ultimi tempi queste sensazioni di acufeni e orecchie ovattate si siano accentuate, ma non saprei dirle se sono io che ci faccio più caso, in preda alla suggestione, o se è realmente cosi.
Non le nascondo, infine, una forte componente ansiosa che mi porta a pensare in maniera ossessiva a questi sintomi praticamente ogni giorno. Spero vivamente che possa essere trovata una soluzione quanto meno per quanto riguarda, come dice giustamente, la gestione quotidiana dei sintomi al fine di renderli il meno invalidanti possibile.
In ogni caso, la terrò informata degli esiti degli esami successivi e la ringrazio nuovamente per la sua risposta.
[#3]
Sarebbe ininfluente la conferma diagnostica di Malattia di Meniere, che come vera malattia non esiste. La denominazione nosologica di Malattia di Meniere è puramente convenzionale, e risponde ad un paradigma scientifico improntato sulla malattia: gli esperti hanno deciso che, se sono presenti i 4 sintomi patognomonici (ipoacusia, vertigini, acufeni e fullness), si fa diagnosi di malattia di Meniere; se sono 3 no, ma se poi arriva il quarto (nel suo caso se le crisi vertiginose si aggravano), allora sì: se il paradigma scientifico fosse orientato al paziente, si dovrebbe prendere atto che il paziente è sempre lo stesso, e che il quadro clinico si è arricchito di un quarto sintomo.
Del resto, che siano 4 o 3 , che sia Meniere completa o no, la terapia, che funziona ben poco, è uguale: se confermeranno la Meniere, confermeranno la Betaistina che già le hanno prescritta: prima di chiedere al Collega se ritiene davvero che la Betaistina possa avere effetto, gli faccia bere 4 bicchieri di prosecco: in vino veritas. Il mio approccio, personale e originale non cura nè la Meniere nè la "non Meniere", nè la dizziness nè la vertigine parossistica, nè l'acufene, nè il prurito o il dolore auricolare, nè l'eccesso di cerume, ma la struttura sottostante sfavorevole che predispone (non causa, predispone: non è detto che accada davvero: possiamo sempre sperare che non si manifesti nulla o non si aggravi), predispone, dicevo, il fatto che quell'orecchio vada incontro a una sofferenza: la tipologia della manifestazione clinica, che caso per caso si manifesta, dal niente o dal banale prurito auricolare cronico alle devastanti crisi menieriche rappresenta un'evoluzione soggettiva, solitamente progressiva ("Mi sembra che negli ultimi tempi queste sensazioni di acufeni e orecchie ovattate si siano accentuate"). Orientandoci sul paradigma malattia, qualche anno fa lei era un acufene, oggi non si sa bene cosa sia, diciamo un acufene/ipoacusia/fullness/dizziness , domani può esitare in una Meniere, ma le diranno, correttamente, che la terapia non esiste, come già non funziona adesso che il caso è meno grave. Di certo confermeranno una componente ansiosa che può essere certamente in gioco nel suo caso, ma va sottolineato che le motivazioni psicologiche sono spessissimo presenti anche nelle disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare: anche la bocca è un organo di stress, e spesso reagisce agli eventi stressogeni con parafunzioni quali bruxismo e serramento, diurni e notturni, che accentuano , se presenti, problemi occlusali, amplificandone gli effetti dannosi.
Sottolineo che chi non si occupa di gnatologia (o addirittura ne sorride) spesso non crede quanto i pazienti con problemi gnatologici possono soffrire a causa di questi, e a fronte di racconti drammatici, che ritengono immotivati, sono portati ad ascrivere il problema alla sfera psichica, il che é peraltro comprensibile, perché veder trascorrere anni di dolore senza trovare rimedio, e sentirsi parlare di ansia, stress o depressione é per il paziente davvero deprimente: in quelle condizioni saremmo un po' "schizzati" tutti, e la diagnosi in tal senso in fondo sarebbe corretta , anche se fuorviante rispetto al vero problema, che é somatopsichico, non psicosomatico.
Resto comunque interessato a seguire il suo caso per mia cultura: la vertigine e la Meniere sono per me un argomento di grande interesse professionale. Se crede mi scriva privatamente, citando il link di questo dialogo. edber@studiober.com Cordiali saluti ed auguri.
Del resto, che siano 4 o 3 , che sia Meniere completa o no, la terapia, che funziona ben poco, è uguale: se confermeranno la Meniere, confermeranno la Betaistina che già le hanno prescritta: prima di chiedere al Collega se ritiene davvero che la Betaistina possa avere effetto, gli faccia bere 4 bicchieri di prosecco: in vino veritas. Il mio approccio, personale e originale non cura nè la Meniere nè la "non Meniere", nè la dizziness nè la vertigine parossistica, nè l'acufene, nè il prurito o il dolore auricolare, nè l'eccesso di cerume, ma la struttura sottostante sfavorevole che predispone (non causa, predispone: non è detto che accada davvero: possiamo sempre sperare che non si manifesti nulla o non si aggravi), predispone, dicevo, il fatto che quell'orecchio vada incontro a una sofferenza: la tipologia della manifestazione clinica, che caso per caso si manifesta, dal niente o dal banale prurito auricolare cronico alle devastanti crisi menieriche rappresenta un'evoluzione soggettiva, solitamente progressiva ("Mi sembra che negli ultimi tempi queste sensazioni di acufeni e orecchie ovattate si siano accentuate"). Orientandoci sul paradigma malattia, qualche anno fa lei era un acufene, oggi non si sa bene cosa sia, diciamo un acufene/ipoacusia/fullness/dizziness , domani può esitare in una Meniere, ma le diranno, correttamente, che la terapia non esiste, come già non funziona adesso che il caso è meno grave. Di certo confermeranno una componente ansiosa che può essere certamente in gioco nel suo caso, ma va sottolineato che le motivazioni psicologiche sono spessissimo presenti anche nelle disfunzioni dell'Articolazione Temporo Mandibolare: anche la bocca è un organo di stress, e spesso reagisce agli eventi stressogeni con parafunzioni quali bruxismo e serramento, diurni e notturni, che accentuano , se presenti, problemi occlusali, amplificandone gli effetti dannosi.
Sottolineo che chi non si occupa di gnatologia (o addirittura ne sorride) spesso non crede quanto i pazienti con problemi gnatologici possono soffrire a causa di questi, e a fronte di racconti drammatici, che ritengono immotivati, sono portati ad ascrivere il problema alla sfera psichica, il che é peraltro comprensibile, perché veder trascorrere anni di dolore senza trovare rimedio, e sentirsi parlare di ansia, stress o depressione é per il paziente davvero deprimente: in quelle condizioni saremmo un po' "schizzati" tutti, e la diagnosi in tal senso in fondo sarebbe corretta , anche se fuorviante rispetto al vero problema, che é somatopsichico, non psicosomatico.
Resto comunque interessato a seguire il suo caso per mia cultura: la vertigine e la Meniere sono per me un argomento di grande interesse professionale. Se crede mi scriva privatamente, citando il link di questo dialogo. edber@studiober.com Cordiali saluti ed auguri.
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 439 visite dal 25/07/2024.
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