Placca e contatto tra denti

Salve, nel 2013 ho iniziato ad avvertire dei persistenti fastidi muscolari al volto e alla nuca. Mi sono rivolto ad uno gnatologo che, attraverso esame elettromiografico, ha diagnosticato una marcata disfunzione dell'ATM, originata da un carico eccessivo sui premolari e gli incisivi protratto negli anni. Ha quindi fatto realizzare una placca (bite) da tenere per i primi nove mesi giorno e notte, poi solo la notte. La placca viene controllata ogni paio di mesi, talvolta anche con l'aiuto dell'elettromiografia, e già da qualche mese i disturbi che lamentavo sono completamente passati (non a caso l'elettromiografia è finalmente nella norma).

La placca ha fatto che sì che, quando non la porto, gli unici denti a toccare siano i settimi, a destra e a sinistra. In sostanza, serrando i denti, toccano tra di loro solo due denti a destra e due a sinistra. Quando un altro dentista (amico di famiglia, in buona fede) ha visto questa situazione mentre mi curava una carie, ha giudicato inammissibile che tutti questi denti non facciano contatto tra di loro e mi ha proposto di iniziare un trattamento per farli toccare.

Lo gnatologo a suo tempo mi disse che potevo optare per due strade, una volta raggiunti i due anni di trattamento col bite: abbandonare il bite previa realizzazione di alcune ricostruzioni sui premolari, così da serrare meglio i denti tra di loro, oppure continuare a tenere il bite la notte a tempo indeterminato (io sto seguendo questa strada).

Mi trovo in una posizione non facile da gestire. Con il bite ho risolto i problemi che lamentavo, ora però mi si propone un trattamento che in sostanza è l'inverso di quanto appena fatto. Vi chiedo gentilmente un parere, grazie.

Buon lavoro
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.5k 211 29
Gentile Paziente, il bite costituisce solo una terapia iniziale di una disfunzione cranio-mandibolare e dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM), una via di mezzo fra la conferma diagnostica e una prima terapia.
Riposizionando la mandibola, è evidente che i contatti dentari risultino modificati, e i denti non combacino più come prima con i loro antagonisti.

"potevo optare per due strade, una volta raggiunti i due anni di trattamento col bite: abbandonare il bite previa realizzazione di alcune ricostruzioni sui premolari, così da serrare meglio i denti tra di loro, oppure continuare a tenere il bite la notte a tempo indeterminato (io sto seguendo questa strada"

In realtà esiste una terza strada, che ritengo la migliore (filosoficamente: bisogna ovviamente vedere se é compatibile con il caso), ed é probabilmente quella ipotizzata dall'altro Collega ("mi ha proposto di iniziare un trattamento per farli toccare")
Successivamente (personalmente, ritengo, anche prima dei due anni) si potrà cioé provvedere ad una riabilitazione ortodontica, che confermi il risultato posturale ottenuto con il bite , ma realizzi anche una corretta intercuspidazione.

Cordiali saluti ed auguri

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Gent.mo Dottor Bernkopf, la ringrazio per la risposta assolutamente chiara e precisa. Vorrei però approfittare ancora una volta della sua disponibilità chiedendole a quali eventuali rischi andrei incontro scegliendo la strada che prevede di continuare con il bite la notte per lunghissimi periodi. Ovvero, questo mancato serramento di gran parte dei denti può darmi "solo" una masticazione non del tutto efficiente o anche problemi di altra natura?
Grazie ancora.

Saluti
[#3]
Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.5k 211 29
Il "bite a vita" è una soluzione possibile, filosoficamente accettabile, e che mantiene una sua serietà, specie quando riabilitazioni definitive per via protesica, ortodontica e mista non risultino praticabili per vari motivi.
E' importante che la conformazione del bite la consenta, e non generi, ad esempio, movimenti dentari non voluti.
Inoltre, però, specie in un paziente giovane come lei, ad una iniziale scelta in questo senso, subentra prima o poi l'insofferenza: in questi casi o ci si determina alla riabilitazione, o, purtroppo, si manda tutto a patrasso.
Ci pensi, ma comunque, se opta per il bite a vita, può sempre rientrare in futuro.
Cordiali saluti.
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