Paura hiv dopo episodio extraconiugale

Gent.mi Dottori,con la preghiera di moderare riferimenti circostanziati,segnalo che il 10 Luglio,unico episodio extraconiugale,ho avuto 1 rapporto attivo vaginale,protetto eccetto che per le prime 2 spinte,timide e non energiche,anali,rispetto alle quali ho subito acquisito lucidità,spirito di autoconservazione e ritrosia.Il rapporto intimo,nemmeno terminato,era stato preceduto da una breve stimolazione orogenitale e oroanale.Il giorno dopo fa capolino un temporaneo herpes labiale;dopo 1 mese dal contatto mi ritrovo per 1 settimana circa i linfonodi del collo palpabili e dolenti al tatto,a vista non ingrossati direi,con laringodinia e senso di irritazione alla gola che si irradia all’orecchio,che soffre un dolore intenso,quasi cranio-facciale.Inoltre noto una peculiare e blanda artralgia oligoarticolare(ginocchio e gomito),asimmetrica(destra),senza tumefazione e subdola perché non spontanea ma avvertibile con sollecitazione;non si evidenziano stati febbrili.Un quadro così banale e con vita breve non mi ha indotto a fare visite.Poi leggo un articolo su Hiv e vedo gli eventi correlati,con ansia e allarme conseguente.Segue telefonata alla partner,non una sconosciuta ma di cui non conosco stato sierologico,e chiedo a lei,ipersalutista(ha un rene solo e dichiara di controllarsi ad ampio spettro dal nefrologo 2 volte l’anno)e che liquida l’episodio come faringite,di tranquillizzarmi con l’evidenza dei fatti.Indispettita ha colto + indelicate insinuazioni di quante ne intendessi avanzare e ha troncato i contatti.Se è vero che il test si effettua in relazione a comportamenti pericolosi e non a sintomi aspecifici,mi domando se è opportuno volgere lo sguardo altrove senza rischiare un 1/2 infarto con 1 pur semplice prelievo.Da circa 20 giorni,oltre a 1 piccola afta del cavo orale notata sopra la mandibola,avverto spesso un prurito diffuso e pungente(psicogeno?)e mi si sono riacutizzate in forma lieve 2 infiammazioni pregresse,pre-rapporto,a gomito e caviglia.Mi sto suggestionando o sono in sieroconversione,in infezione acuta,a 4 mesi dal presunto contagio e a 3 dalla presunta infezione primaria?O ho patito 1 faringotonsillite da streptococco,che,non debellato a suo tempo,silente e migrante, dà noie e sottende pure qualcosa di subclinico?Non m'improviso patologo ma sulla scorta di recenti info su mio nipote(con cui ho trascorso le ferie con sintomi)che a Giugno si è beccato la scarlattina e 1 mese fa è finito sotto antibiotici x lo strepto,mi sono sottoposto a tampone,negativo,nonché a esame delle urine,con leucociti a 41,e del sangue,con sballato il solo Tas,447.E’seguita urinocoltura con risultato negativo.Il mio medico ha minimizzato il quadro. Io,nella tensione dell’attesa per una visita infettivologica e in doverosa astinenza sessuale da mesi e per i mesi a venire,attendo qualche direttiva coscienziosa.Grazie.Cordialità.p.s.x 1 mese ho assunto x finalità non terapeutiche 60 mcg dì di Monores,ciclo terminato 1 settimana prima della comparsa dei sintomi.
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Attivo dal 2010 al 2018
Patologo clinico
Se ha dei dubbi su una infezione da virus HIV può fare il test come sotto riportato.
Affinché il risultato del test possa essere considerato definitivo, bisogna tener conto della durata massima del periodo finestra che è considerato essere 3 mesi perchè si sono sicuramente formati gli anticorpi specifici, ed ecco perché il risultato è considerato definitivo dopo 3 mesi dal contatto a rischio. Il test può essere effettuato anche dopo 3 mesi, periodo sufficiente secondo una grandissima parte di infettivologi, tuttavia, riguardo a questo, non c'è unanimità assoluta. Anche l'OMS parla di test definitivo a 3 mesi, tuttavia, consiglia di ripetere solo per precauzione il test anche a 6 mesi se l'esposizione al virus è avvenuta con una persona "certamente" sieropositiva.
* Si effettua un primo test dopo un mese-un mese e mezzo (al fine di superare la durata media del periodo finestra), in modo che un risultato negativo cominci a dare un po' di tranquillità ed in modo che un risultato positivo permetta di agire tempestivamente;
* Viene effettuato un secondo test dopo 3 mesi, per il quale, per quanto detto in precedenza, un risultato negativo ha un valore definitivo (secondo la Commissione Nazionale per la lotta contro l'Aids).
Se si sono avuti già in precedenza dei comportamenti a rischio, viene consigliato anche un test subito dopo il comportamento a rischio in questione, cioè senza aspettare un mese o 3 mesi, per stabilire se si era sieropositivi già in partenza.
Comunque, un risultato positivo del test ELISA necessita di un test di conferma, noto come test Western Blot, per una diagnosi con assoluta certezza.
In sintesi, si ritiene quanto segue:
- un test ELISA negativo, dopo 3 mesi dall'ultimo evento a rischio, indica definitivamente che non è avvenuto il contagio
- un test ELISA positivo, confermato successivamente da un test Western Blot positivo, indica definitivamente che è avvenuto il contagio
Ormai, la grande maggioranza dei laboratori, quando si richiede un test HIV, non effettua più solo il comune test HIV Ab, bensì un test combinato HIV Ab-p24.
Negatività del test eseguito con le modalità suddette e con il test combinato significa assenza di infezione.
Per ulteriori notizie mediche (anche su HIV/AIDS) può collegarsi al mio sito web:
http://eugenio.greco.docvadis.it
oppure digitare su Google: Dott Eugenio Greco
quindi, una volta collegati al sito, cliccare sulla parte superiore dell'HOME PAGE le sezioni di interesse (es: PATOLOGIE, CONSIGLI PRATICI, o altro).
Distinti saluti


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