Sport dopo safenectomia

Buongiorno,

sto per sottopormi ad intervento di termoablazione della vena safena interna più varicectomie nella zona del polpaccio interno.
Sto ricevendo opinioni contrastanti dai vari medici a cui mi sono rivolto, circa la pratica sportiva amatoriale dopo l'intervento.
In particolare la mia attuale pratica sportiva prevede nei mesi invernali una o due uscite di running da 30 - 40 minuti più un ora di tennis a settimana. Nei mesi estivi abbandono quasi totalmente il tennis e la corsa per dedicarmi alla mia grande passione che è il ciclismo. Faccio solitamente 2 uscite a settimana di circa 2h ciascuna nelle quali percorro mediamente 50 km. Non disdegno di inserire nel percorso qualche salitella, considerato che nella zona in cui abito la pianura praticamente non esiste.

Secondo il vs parere un'attività come quella descritta è compatibile con l'intervento che subirò fra pochi giorni?

Come dicevo ho ricevuto consulti opposti dai vari medici, soprattutto sulla pratica del ciclismo che per alcuni è un toccasana e per altri assolutamente da evitare anche se praticato a livello amatoriale.

Grazie e saluti.
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 233 20
CON I LIMITI DI UNA VALUTAZIONE A DISTANZA

Gentile Utente,
i rapporti affezioni venose vs attività sportive riveste allo stato attuale notevole interesse tra i Flebologi e non sempre le opinioni dei diversi specialisti sembrerebbero collimare perfettamente.
Devo segnalarle tuttavia che le attività sportive cui fa riferimento (tennis - ciclismo ad elevata intensità e in salita) sono certamente controindicate.
Sono da preferirsi le attività che comportino esercizi di tipo isotonico (con ridotta contrazione muscolare) quali le attività in acqua, quelle a corpo libero, la corsa leggera, ma anche il ciclismo in pianura.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
https://www.medicitalia.it/luciopiscitelli/#sede_1

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
grazie per la sua risposta chiara e sincera.
Non sono il tipo di persona che ama farsi delle illusioni e dalle sue parole capisco che la patologia di cui soffro è più invalidante di quanto sia comunemente riconosciuto, anche da suoi colleghi non specialisti in questo campo.
Per chi pratica attività agonistica, una patologia di questo tipo significherebbe inevitabilmente la fine della carriera e per chi, come me, pratica sport a livello amatoriale, implica comunque una rilevante riduzione delle attività motorie che si possono svolgere.
Come potrà immaginare per una persona giovane e abituata a fare sport come me, non sarà facile cambiare stile di vita e rinunciare alle passioni che mi accompagnano dall'adolescenza.
Grazie ancora e saluti.

P.S. Se qualche altro specialista volesse a sua volta fornire la propria opinione, ne sarei grato.