Betabloccante - Venlafaxina
ALLA C.A. DOTTORI CECCHINI E CALDAROLA.
Gentili Dottori, scrivo a voi per la Vostra grande competenza e gentilezza sempre dimostrata nel sito.
Grazie sin da subito.
Cercherò di essere breve.
Dal 2012 soffro di "depressione ansiosa" arrivata a livelli tali da compromettere tutta la mia vita. E' una cosa impossibile da descrivere e capire per chi non la prova.
Dopo anni di vari psichiatri e mille farmaci provati con pochi o nulli effetti positivi e tantissimi effetti collaterali, da un anno sono in cura nella mia città (Verona) con il Direttore del reparto di Psichiatria con cui mi trovo nel complesso bene.
Da circa un anno sto assumendo il farmaco venlafaxina (Efexor) e il farmaco zolpidem (Stilnox). Tale cura è risultata essere la migliore finora e finalmente sono tornato a stare bene e a condurre una vita al 90% normale.
La venlafaxina (Efexor) ha effetti però solo al massimo dosaggio e cioè 375 mg/die. Al di sotto cala l'effetto sulla depressione e sull'ansia e, pur provando e riprovando, non riusciamo ad utilizzarla ad un dosaggio inferiore. Per questo lo psichiatra ritiene che per me la soluzione migliore, considerando i passati fallimenti con tanti altri farmaci e considerando come sto adesso, sia assumere: venlafaxina (Efexor) 375 mg/die a colazione; zolpidem (Stilnox) 10 mg/die alla sera.
Purtroppo da quando assumo la venlafaxina (Efexor) 375 mg/die è aumentata la pressione arteriosa diastolica (a riposo 90-100 mmHg) e la frequenza cardiaca (a riposo 95-110 bpm). Da qui, il consiglio del mio psichiatra di consultare un cardiologo per avere un parere e aggiungere eventualmente un betabloccante. Lo psichiatra, ripeto, non vuole toccare la terapia!
Il cardiologo con cui sono in cura da qualche mese, sposa la linea del collega e ritiene di non toccare la terapia con venlafaxina (Efexor) visti i risultati e aggiungere un betabloccante per far tornare la frequenza cardiaca normale. Elettrocardiogramma ed ecocardiogramma nella norma.
Il cardiologo vuole che io assuma il betabloccante bisoprololo, ritenendolo per il mio caso quello giusto.
Dopo settimane di prove anche qui, con il farmaco betabloccante bisoprololo (Cardicor), abbiamo stabilito la dose efficace: 2,5 mg alla mattina + 2,5 mg alla sera (totale 5 mg/die). Con questo dosaggio i valori della pressione arteriosa diastolica a riposo sono di media 75-80 mmHg e la frequenza cardiaca a riposo 75-85 bpm.
Io sto meglio con la tachicardia, ma ancora un po' la sento nella giornata.
Tra qualche settimana ho la visita di controllo con il cardiologo e con lo psichiatra per fare il punto della situazione...
Ecco, chiedo a voi un parere e se ritenete corretta la scelta del betabloccante bisoprololo e il dosaggio?
Grazie.
Gentili Dottori, scrivo a voi per la Vostra grande competenza e gentilezza sempre dimostrata nel sito.
Grazie sin da subito.
Cercherò di essere breve.
Dal 2012 soffro di "depressione ansiosa" arrivata a livelli tali da compromettere tutta la mia vita. E' una cosa impossibile da descrivere e capire per chi non la prova.
Dopo anni di vari psichiatri e mille farmaci provati con pochi o nulli effetti positivi e tantissimi effetti collaterali, da un anno sono in cura nella mia città (Verona) con il Direttore del reparto di Psichiatria con cui mi trovo nel complesso bene.
Da circa un anno sto assumendo il farmaco venlafaxina (Efexor) e il farmaco zolpidem (Stilnox). Tale cura è risultata essere la migliore finora e finalmente sono tornato a stare bene e a condurre una vita al 90% normale.
La venlafaxina (Efexor) ha effetti però solo al massimo dosaggio e cioè 375 mg/die. Al di sotto cala l'effetto sulla depressione e sull'ansia e, pur provando e riprovando, non riusciamo ad utilizzarla ad un dosaggio inferiore. Per questo lo psichiatra ritiene che per me la soluzione migliore, considerando i passati fallimenti con tanti altri farmaci e considerando come sto adesso, sia assumere: venlafaxina (Efexor) 375 mg/die a colazione; zolpidem (Stilnox) 10 mg/die alla sera.
Purtroppo da quando assumo la venlafaxina (Efexor) 375 mg/die è aumentata la pressione arteriosa diastolica (a riposo 90-100 mmHg) e la frequenza cardiaca (a riposo 95-110 bpm). Da qui, il consiglio del mio psichiatra di consultare un cardiologo per avere un parere e aggiungere eventualmente un betabloccante. Lo psichiatra, ripeto, non vuole toccare la terapia!
Il cardiologo con cui sono in cura da qualche mese, sposa la linea del collega e ritiene di non toccare la terapia con venlafaxina (Efexor) visti i risultati e aggiungere un betabloccante per far tornare la frequenza cardiaca normale. Elettrocardiogramma ed ecocardiogramma nella norma.
Il cardiologo vuole che io assuma il betabloccante bisoprololo, ritenendolo per il mio caso quello giusto.
Dopo settimane di prove anche qui, con il farmaco betabloccante bisoprololo (Cardicor), abbiamo stabilito la dose efficace: 2,5 mg alla mattina + 2,5 mg alla sera (totale 5 mg/die). Con questo dosaggio i valori della pressione arteriosa diastolica a riposo sono di media 75-80 mmHg e la frequenza cardiaca a riposo 75-85 bpm.
Io sto meglio con la tachicardia, ma ancora un po' la sento nella giornata.
Tra qualche settimana ho la visita di controllo con il cardiologo e con lo psichiatra per fare il punto della situazione...
Ecco, chiedo a voi un parere e se ritenete corretta la scelta del betabloccante bisoprololo e il dosaggio?
Grazie.
[#1]
Medico Chirurgo
Salve,
il Bisoprololo è un ottimo beta bloccante, con una ampia gamma di dosaggi.
L'effetto ipertensivante della ottima Venlafaxina purtroppo è noto.
Non condivido molto l'assunzione ogni 12 ore, essendo il bisoproplolo attivo realmente per 24h e consentendo una unica assunzione giornaliera.
Comunque se la pressione è sotto controllo "cavallo vincente non si cambia"
Non si scordi della sistolica: lei deve avere una P.A. di 120/70 mmhg.
Eventualmente se la tachicardia le da fastidio può assumere 5 mg al mattino e 2.5 la sera o una unica dose al mattino di 7.5 mg.
Tenga conto che la terapia antiipertensiva può essere aggiustata e integrata in base alle esigenze e che la Venlafaxina è compatibile con tutti i farmaci per il controllo pressorio.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
il Bisoprololo è un ottimo beta bloccante, con una ampia gamma di dosaggi.
L'effetto ipertensivante della ottima Venlafaxina purtroppo è noto.
Non condivido molto l'assunzione ogni 12 ore, essendo il bisoproplolo attivo realmente per 24h e consentendo una unica assunzione giornaliera.
Comunque se la pressione è sotto controllo "cavallo vincente non si cambia"
Non si scordi della sistolica: lei deve avere una P.A. di 120/70 mmhg.
Eventualmente se la tachicardia le da fastidio può assumere 5 mg al mattino e 2.5 la sera o una unica dose al mattino di 7.5 mg.
Tenga conto che la terapia antiipertensiva può essere aggiustata e integrata in base alle esigenze e che la Venlafaxina è compatibile con tutti i farmaci per il controllo pressorio.
Cari saluti,
Dott. Caldarola.
[#3]
Utente
Gentile Dottor Caldarola,
la settimana prossima avrò le visite di controllo con il cardiologo e con lo psichiatra.
Ho ritirato gli esami del sangue fatti pochi giorni fa.
Secondo Lei, considerando la mia storia sopra riportata, è preoccupante:
- un colesterolo totale di 228 mg/dl (fino a 200 mg/dl) e un colesterolo HDL 41 mg/dl (maggiore di 40 mg/dl) e trigliceridi 128 mg/dl (minore di 150 mg/dl) ?
- indice HOMA 3,20 (minore di 2,50) ma con glicemia 81 mg/dl (60-100 mg/dl) ed isulinemia 16 µU/ml (3-25 µU/ml ) ?
Considerando la mia storia sopra riportata, Lei propenderebbe per un aumento del bisoprololo oltre i 5 mg/die con il quale ho raggiunto in media 120-130 mmHg 75-85 mmHg e 75-85 bpm oppure no ?
Ovviamente parlerò nelle visite con i medici, ma ci tenevo ad avere un Suo parere...
La ringrazio.
la settimana prossima avrò le visite di controllo con il cardiologo e con lo psichiatra.
Ho ritirato gli esami del sangue fatti pochi giorni fa.
Secondo Lei, considerando la mia storia sopra riportata, è preoccupante:
- un colesterolo totale di 228 mg/dl (fino a 200 mg/dl) e un colesterolo HDL 41 mg/dl (maggiore di 40 mg/dl) e trigliceridi 128 mg/dl (minore di 150 mg/dl) ?
- indice HOMA 3,20 (minore di 2,50) ma con glicemia 81 mg/dl (60-100 mg/dl) ed isulinemia 16 µU/ml (3-25 µU/ml ) ?
Considerando la mia storia sopra riportata, Lei propenderebbe per un aumento del bisoprololo oltre i 5 mg/die con il quale ho raggiunto in media 120-130 mmHg 75-85 mmHg e 75-85 bpm oppure no ?
Ovviamente parlerò nelle visite con i medici, ma ci tenevo ad avere un Suo parere...
La ringrazio.
[#4]
Medico Chirurgo
Salve,
ha una modesta ipercolesterolemia che si può provare a tenere a bada con un dimagramento, ottenibile con un minor introito calorico e una passeggiata di un'ora a passo sostenuto al giorno.
Il pattern lipidico va controllato poi fra un mese.
Ho calcolato il suo LDL ed è di 161 mgr/dl, poco sopra i 150 mg/dl raccomandati.
L'indice HOMA è un indice per calcolare indirettamente l'insulino resistenza: ritengo che sia più utile una emoglobina glicata, considerando che l'insulinemia basale è normale come anche la glicemia basale.
Tutti questi parametri si gioverebbero del movimento consigliato e del dimagrimento.
Ritengo che non ci sia alcuna necessità di aumentare il beta bloccante.
Saluti cari.
Dott. Caldarola.
ha una modesta ipercolesterolemia che si può provare a tenere a bada con un dimagramento, ottenibile con un minor introito calorico e una passeggiata di un'ora a passo sostenuto al giorno.
Il pattern lipidico va controllato poi fra un mese.
Ho calcolato il suo LDL ed è di 161 mgr/dl, poco sopra i 150 mg/dl raccomandati.
L'indice HOMA è un indice per calcolare indirettamente l'insulino resistenza: ritengo che sia più utile una emoglobina glicata, considerando che l'insulinemia basale è normale come anche la glicemia basale.
Tutti questi parametri si gioverebbero del movimento consigliato e del dimagrimento.
Ritengo che non ci sia alcuna necessità di aumentare il beta bloccante.
Saluti cari.
Dott. Caldarola.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.5k visite dal 22/08/2017.
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Approfondimento su Ipertensione
L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.