Una forte trombosi

gentile dott un mio amico accusando un fortissimo dolore sotto alla base del cranio alla fine del tratto cervicale,si reca al pronto soccorso alle01:00 di notte dove quasi viene preso in giro per le sue manifestazioni di dolore.Dopo varie insistenze gli viene applicata una flebo (forse Toradol )finita la quale dopo circa 30 minuti sentitosi meglio viene dimesso per assenza di sintomi.Dall'alto della mia ignoranza in materia ,il toradol essendo un antidolorifico ha coperto tutto quello che poi gli è successo.Tornato acasa sua il mio amico dopo tre quarti d'ora si è sentito malissimo ,riportato al pronto socc.gli viene fatta una tac e viene trasferito d'urgenza a un ospedale più grande a 40 km di distanza (emorragia cerebrale) e stato operato ha rischiato di morire ora segue terapie e controlli neurologici ed ematici ,non può più lavorare e ha 34 anni.La mia domanda è visto che l'ospedale del mio paese è abbonato aquesto tipo di negligenze lei intravede i presupposti per agire in giudizio?Avrebbero dovuto fare una tac già la prima volta?avrebbero dovuto monitorarlo di più visto che il toradol ha agito come coprente?L'altro ospedale ha poi appurato che si è trattato non di emor.cerebr.ma di una forte trombosi a carico (cito da profano )vene cervicali sia orizontali che verticali.La prego di tralasciare la solidarietà professionale e consigliarmi se far agire il mio amico in giudizio .La ringrazio e la saluto cordialmente.
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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista 3.7k 99 53
Gentile Utente,

da quanto mi racconta, vi è stata una mancanza del primo ospedale nel non avere cercato di appurare fin da subito la causa del dolore cranio-cervicale.
Infatti, prima di ogni terapia, è d'obbligo almeno tentare di capire quale sia la causa del dolore con opportuni accertamenti diagnostici.

Il suo amico, comunque, si è recato dopo poco tempo ad un altro ospedale e qui, sempre secondo quanto lei mi racconta, è stato correttamente diagnosticato e ha ricevuto le cure del caso.

C'è solo da stabilire se il ritardo nella diagnosi, e quindi, nel trattamento, può avere o no peggiorato la situazione.
Dato il breve lasso di tempo trascorso tra il primo e il secondo ospedale, non è detto che il ritardo diagnostico possa avere influito peggiorando il normale decorso di quella malattia.
Questo potrà dirlo solo un medico-legale, avendo sotto mano tutta la documentazione clinica e radiografica.

Cordiali saluti.

Mario Corcelli, MD
Milano - specialista Medicina Legale e Igiene-Tecnica Ospedaliera
http://www.medico-legale.it