Intervento rimandato con preavviso minimo

Gentili dottori, innanzitutto buonasera.
Vi sottopongo immediatamente il mio caso: da sei mesi sono in lista presso una struttura pubblica per un intervento chirurgico mirato a risolvere un problema urologico congenito. Circa 6 settimane fa ho ricevuto dalla struttura in questione la lettera di convocazione per l'intervento, che doveva svolgersi Giovedì questo.
Come ovvio, per sostenere l'intervento mi sono dovuto organizzare sia a livello lavorativo (con notevoli difficoltà) che a livello familiare (avendo in famiglia persone malate che hanno bisogno di assistenza). A ciò si aggiunge il fatto che non abitando nelle vicinanze dell'ospedale in questione ho dovuto prenotare un albergo per la notte precedente l'intervento per poter essere in reparto in tempo utile il mattino successivo.
Martedì nel primo pomeriggio mi è stato comunicato che l'intervento era procrastinato ad oggi per impegni del primario (che avrebbe dovuto operarmi), costringendomi a riorganizzare (con notevole disagio) tutte le mie attività pianificate.
Ieri nel tardo pomeriggio, infine, quando già ero in albergo, mi è stato comunicato che l'intervento è di nuovo stato rimandato a data da destinarsi perché lo staff medico non è stato in grado di recuperare un anestesista per alcuni interventi (tra cui il mio) da effettuarsi nella giornata di oggi.
Considerando che questa situazione mi ha arrecato un notevole disagio a livello psicologico (anche per come mi sono sentito trattato) ed in parte economico (costo degli alberghi e delle commesse lavorative che non ho potuto accettare nel periodo previsto di ricovero/degenza), e visto che si tratta di una chiara malorganizzazione della struttura sanitaria (che non ci sarebbe stato un anestesista disponibile lo si scopre solo nel tardo pomeriggio del giorno prima dell'intervento??? Non sto oltretutto parlando di una piccola struttura ospedaliera, anzi!), volevo chiedervi se posso in qualche modo riuscire ad avere una qualche forma di risarcimento ed in tal caso come devo muovermi.
Grazie a tutti per il servizio che offrite.
Firmato: Un paziente che si è sentito trattato come un "tappabuchi"!
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Dr. Andrea Mancini Medico legale 742 29
Gent. Utente,
chiaramente la figura di riferimento con cui chiedere un risarcimento a qualcuno è l'avvocato.
La figura cui chiedere il risarcimento non credo sia il medico ma la struttura: si dovrà accertare che i ritardi siano stati imputabili a disorganizzazione reale della struttura e non (magari) ad interventi rinviati per altri motivi (ad esempio casi urgenti e che hanno costretto l'equipe chirurgica ad un superlavoro con ritardo di tutti gli interventi chirurgici e non solo il suo).
Comprendo il suo stato d'animo ed il suo disagio ma prima di parlare di "malaorganizzazione" (cosa peraltro possibile) bisogna capire perché vi sono stati questi rinvii.
Posso solo pensare (buon per lei) che si tratti di un intervento rinviabile e quindi non urgente per cui la struttura, non potendole garantire una ottima assistenza, ha preferito rinviare l'operazione piuttosto che farle fare veramente il "tappabuchi".
Da professionista comprendo perfettamente il danno economico che la situazione le ha arrecato.
Mi faccia sapere come va l'intervento.
Buone Feste

Andrea dott. Mancini
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile dr. Mancini, innanzitutto la ringrazio per la celere e cortese risposta.
Come da Lei suggeritomi mi rivolgerò ad un avvocato, ed anzi mi scuso se la mia richiesta di intervento è "out of topic".
In merito alla Sua osservazione circa il fatto che non necessariamente il disagio a me arrecato sia dovuto ad una malorganizzazione della struttura sanitaria le devo dire (assolutamente senza alcun intento polemico) che mi riesce difficile definire diversamente una situazione per la quale mi è stato rimandato ben due volte un intervento in una settimana con due motivazioni distinte (prima l'assenza del chirurgo che mi avrebbe dovuto operare e poi l'impossibilità di procurare un anestesista), in ambedue i casi con un tempistiche di preavviso ridotte al minimo.
Se poi ci siano state o meno delle emergenze (che credo siano comunque fisiologiche in una struttura delle dimensioni di quella a cui mi sono rivolto) credo che sarà la struttura ospedaliera a doverlo dimostrare (a me ad ogni modo non è stato affatto parlato di un picco di emergenze, quanto di richieste di anestesisti da parte del reparto non soddisfatte dalla direzione sanitaria, condizione che doveva essere quindi nota non certo solo nel tardo pomeriggio prima dell'intervento).
Concludo sottolineando che la Carta dei Servizi del Malato sottoscritta dall'azienda ospedaliera a cui mi sono rivolto contiene tra i suoi punti i seguenti articoli:
- Le strutture sanitarie devono tempestivamente informare il cittadino dell'impossibilità di effettuare prestazioni nelle date previste e provvedere a riprogrammarle in tempi brevi.
- Al malato devono essere evitati inutili digiuni, preanestesie e rinvii di interventi, se non in casi eccezionali e ben motivati.
Ebbene, nel mio caso direi che (ammesso ci siano stati i caratteri di eccezionalità di cui sopra) non solo non ho ricevuto informazioni tempestivamente circa il rinvio dell'intervento, ma anche le motivazioni che mi sono state fornite (peraltro solo su mia insistenza!) non sono state affatto esaustive.
Concludo augurando anche a Lei Buone Feste e la ringrazio nuovamente per la Sua cortesia.
[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
come Lei stesso sa conosco bene questa situazione: comprendo la Sua reazione, e in parte la condivido. Io al Suo posto mi sarei arrabbiato molto, per cui la capisco perfettamente.

La soluzione migliore credo rimanga quella suggeritole dal Dottor Mancini, ovvero quella di chiedere una consulenza all'avvocato, onde comprendere se vi siano o meno gli estremi per sporgere denuncia.

Comprendo anche la delusione relativa al "dover ricominciare tutto dall'inizio": mi riferisco al fatto che ogni intervento importante presuppone una certa elaborazione psicologica, correlata al timore che possa succedere qualcosa di grave durante l'operazione, oppure che l'intervento possa fallire rendendone necessario un altro.

Dopo questo faticoso lavoro psicologico l'idea che tutto venga rinviato non può che essere frustrante, e quindi la rabbia è il minimo in questi casi.

Per cui il mio consiglio è: si alla richiesta di informazioni all'avvocato, ma cercando di non "spendere" troppe energie mentali in questo processo, energie che sarebbe meglio mettere da parte in vista del futuro intervento.

Colgo l'occasione per augurarle un Buon Natale

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2012
Ex utente
Gentile dott. Bulla,
La ringrazio molto per la sua preziosa risposta.
I miei migliori auguri di Buon Natale.