Compatibilità tra lavoro e inabilità lavorativa

Gent.mo Staff di Medicitalia,
ho letto la risposta che il Dott. Mascotti in data 21 Agosto 2011 ha dato all'utente 217xxx e, avendo anche io un percorso analogo al suo vorrei esporre il mio caso. Nel dicembre 2008 mi è stato diagnosticato un astrocitomo anaplastico (grado III who) con esclusione di possibilità chirurgica. Nel Marzo 2009 ho iniziato una terapia di 21 giorni di radio e un ciclo di 12 mesi di chemioterapia con 5 pillole mensili di Temodal. In data 03/12/2009 sono stato sottoposto a visita medica collegiale e la commissione medica mi ha ritenuto invalido al 100% riconoscendomi una pensione di inabilità INPS (art.2 comma 1 leg. 222/1984). In data 14/01/2010 la ASL n. 3 commissione invalidi civili mi ha riconosciuto inabile al 100% con necessità di assistenza continuata (legge 18/80) e revisione in data 14/01/2013. Nel frattempo sono stato seguito dal Prof. Broggi Giovanni, prima semestralmente e poi annualmente. Ad oggi non ho avuto nessun altro problema, la commissione medico sportiva mi ha fatto riprendere l'attività agonistica di basket e la motorizzazione mi ha restituito la patente. Io sto bene e il Prof. Broggi afferma che non ho nessuna limitazione. Attualmente eseguo soltanto RM con contrasto annuali e come terapia assumo 1500 mg di Keppra giornaliero. In data 3/10/12 l'INPS mi ha convocato a visita e nonostante il miglioramento sopradescritto e dimostrato con relazioni cliniche la valutazione dei medici in commissione è stata: "Invalido civile con totale e permanente inabilità lavorativa 100% art. 2 e 12 legge 118/71" con esame obiettivo "collaborante e aperto al colloquio, lucido, mnesico, orientato. Non deficit neurologici periferici". Rispetto alla valutazione precedente non possiedo più i requisiti di assistenza continuata. Vorrei per questo un Vs. parere inerente il mio caso specifico sul quesito riguardante la compatibilità fra condizione di totale e permanente inabilità lavorativa al 100% e lo svolgimento di eventuale attività lavorativa. Attualmente sto svolgendo un inserimento terapeutico in un ente pubblico senza ricevere alcun compenso. Tutti gli enti preposti in materia che ho interpellato mi hanno risposto che non è possibile un mio inserimento nel mondo lavorativo, pubblico o privato, a causa dell'art. 2.
In attesa di una Vs. risposta, invio cordiali saluti.
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Dr. Maurizio Golia Medico legale, Medico del lavoro 1.9k 96
Buongiorno,

se l'INPS l'ha considerata inabile ai sensi della L. 222/84 non potrà essere collocato. Se poi l'INPS al momento della revisione (dopo 3 anni) la considererà invalido ai sensi della l. 222 potrà essere collocato.

Se l'ASL l'ha considerata invalido civile al 100% potrà invece essere collocato, con la relazione conclusiva ai sensi della L. 68/99, in mansioni compatibili con la sua invalidità.

cordiali saluti

Dr. Maurizio Golia Specialista Medicina Legale e Medicina Preventiva Lavoratori tel. 339/7303091
Brescia - Cremona - Bergamo - Verona

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Utente
Utente
Buongiorno, la ringrazio per la sua sollecita risposta ma volevo chiarire che la revisione dopo 3 anni è stata effettuata in data 04/10/2012 e il giudizio medico legale definitivo della COMMISSIONE MEDICA SUPERIORE INPS è stato il seguente:
INVALIDITA' ACCERTATA: INVALIDO CON TOTALE E PERMANENTE INABILITA' LAVORATIVA: 100% art. 2 e 12 L 118/71, L'INTERESSATO NON POSSIEDE ALCUN REQUISITO TRA QUELLI DI CUI ALL'ART. 4 DEL D.L. 9 FEBBRAIO 2012 n.5.
In questo giudizio non c'è più riferimento alla Legge 222/84
In attesa di una sua gradita risposta, la ringrazio e le porgo cordiali saluti