Invalidità civile
Buonasera, chiedo cordialmente una mera informazione in seguito al susseguirsi, nel tempo, di alcune patologie. Nasco e scopro nel 1998 di essere affetto dalla sindrome del qt lungo, e dal anno '99 sono in cura con circa 160 mg/die di Inderal, la patologia è di tipo 1. (lqts1) ovviamente scoperta attraverso un indagine genetica svoltasi al tempo. Di seguito scopro dei picchi pressori che mi portano delle epistassi importanti, dopo un holter pressorio mi propongono e suggeriscono un ramipril 10 mg/die. Ipertensione sistemica. Di recente scoperta invece diabete tipo 2 scompensato, insulino dipendente in seguito a svariate prove con farmaci suggeriti dal diabetologo. Attualmente apidra 3 iniezioni al giorno con 24 unità totali e 1 iniezione di Lantus con 28 unità totali. Ad oggi ho picchi iper glicemici ancora importanti, al mattino a digiuno capitato ancora di avere 280 di glicemia... Vengo al quesito, posto che ho lavorato circa 30 anni nella ristorazione, di livello, e oggi mi sono dovuto fermare per ovvi motivi... A vostro avviso tentare una richiesta di invalidità civile, sarebbe tempo perso? Cordialmente vi ringrazio in anticipo. Riccardo
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Spett.le Utente,
la richiesta di invalidità civile può essere utile per ottenere benefici, non solo economici, che vengono concessi a seguito del riconoscimento della condizione di "invalido civile": ad esempio erogazione di protesi ed ausilii, inserimento nelle liste per il collocamento obbligatorio.
Piuttosto, se Lei ha i requisiti contributivi INPS, più che l'istanza di invalidità civile Le conviene presentare la richiesta per l'invalidità pensionabile (Legge 222/84) per ottenere l'assegno di invalidità (art.1) o, nel caso in cui risulti totalmente inabile (art.2), la pensione di invalidità.
Distinti Saluti.
la richiesta di invalidità civile può essere utile per ottenere benefici, non solo economici, che vengono concessi a seguito del riconoscimento della condizione di "invalido civile": ad esempio erogazione di protesi ed ausilii, inserimento nelle liste per il collocamento obbligatorio.
Piuttosto, se Lei ha i requisiti contributivi INPS, più che l'istanza di invalidità civile Le conviene presentare la richiesta per l'invalidità pensionabile (Legge 222/84) per ottenere l'assegno di invalidità (art.1) o, nel caso in cui risulti totalmente inabile (art.2), la pensione di invalidità.
Distinti Saluti.
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottore, in primis grazie per la sua risposta. Deduco dagli sguardi, che noi internauti spesso senza sapere di cosa si tratti, che trovo in rete che la domanda di pensionabilita' anticipata da fare al Inps richiede delle patologie piuttosto forti. Detto ciò, non che considero le mie inferiori o meno, intendiamoci, ma non ne ho la più pallida idea di ciò che possa ottenere in termini concreti. Aggiungo che in seguito ad un elettromiografia degli arti superiori ho scoperto di avere una neuropatia.. La ringrazio davvero Tanto. Riccardo
[#3]
Spett.le Utente,
l'assicurazione INPS obbligatoria per i lavoratori dipendenti riguarda tre evenienze: l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti.
Per la fattispecie "invalidità" (Legge 222/1984) l'art. 1 definisce invalido " l'assicurato la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle sue attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale a meno di un terzo."
In tale caso, l'assicurato ottiene l'indennizzo "assegno di invalidità".
Quindi non è tanto la gravità della patologia a determinare il requisito sanitario, bensì la riduzione della capacità di lavoro nelle attività confacenti.
Inoltre, pur percependo l'assegno di invalidità, l'assicurato può proseguire nella propria attività lavorativa, per quanto gli è possibile.
Requisiti contributivi: per poter fruire di tale assegno sono necessari almeno 5 anni di contributi, di cui 3 anni versati nei 5 anni precedenti la domanda.
Ancora Distinti Saluti.
l'assicurazione INPS obbligatoria per i lavoratori dipendenti riguarda tre evenienze: l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti.
Per la fattispecie "invalidità" (Legge 222/1984) l'art. 1 definisce invalido " l'assicurato la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle sue attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale a meno di un terzo."
In tale caso, l'assicurato ottiene l'indennizzo "assegno di invalidità".
Quindi non è tanto la gravità della patologia a determinare il requisito sanitario, bensì la riduzione della capacità di lavoro nelle attività confacenti.
Inoltre, pur percependo l'assegno di invalidità, l'assicurato può proseguire nella propria attività lavorativa, per quanto gli è possibile.
Requisiti contributivi: per poter fruire di tale assegno sono necessari almeno 5 anni di contributi, di cui 3 anni versati nei 5 anni precedenti la domanda.
Ancora Distinti Saluti.
[#4]
Utente
Buonasera Dottore, rimane inteso che ho i parametri di contribuzione che lei ha menzionato. In questo momento (grazie a chi ha inventato la dettatura degli sms) ho le mani che mi dolgono in maniera esagerata, certo poter tornare a dare il mio lavoro la vedo davvero dura. Mi sono focalizzato sulle restrizioni e le dicerie (vere?) che si sentono dire sulle varie commissioni mediche del Inps e di riflesso delle asl... Ecco la mia unica perplessità. Ancora grazie davvero per le celeri risposte. Riccardo
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 7k visite dal 22/02/2019.
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