Percezione neurologica del fumo

Gentili Dottori,
sono una fumatrice (fumo 6-7 sigarette al giorno) e da circa quattro mesi mi accade una cosa stranissima che proverò a spiegare il meglio possibile: quando aspiro dalla sigaretta, non percepisco più la "boccata" di fumo. In altre parole, quando fumo una sigaretta per me è come se fumassi aria, o al massimo una sigaretta leggerissima, il che è quasi lo stesso. La descrizione che trovo più efficace è questa: è come se il cervello non percepisse più la sensazione di piacere che si ha quando si fuma. La cosa è parecchio frustrante, primo perché sono dipendente, secondo perché mi trovo già in una condizione di sofferenza psicologica e questo problema non fa che aggravare la situazione.
Ho provato un tabacco diverso, ma la sensazione è la stessa. Ho  provato anche a fumare di meno, ma niente. Perché percepisco le sigarette in maniera cosí alterata? Può esserci una causa neurologica? Aggiungo che attualmente sono seguita da uno psichiatra a causa di un disturbo dell'umore e assumo degli psicofarmaci, ma il mio medico dice che questo non è un effetto collaterale dei farmaci. Tra parentesi, settimane fa ero molto più depressa, angosciata e con molta ansia, adesso pur essendo migliorata il problema non è scomparso. Questo per dire che non dipende dai miei stati d'animo o da mie sensazioni: è una percezione oggettiva che non si modifica in alcun modo, al momento. Non riscontro alterazioni né del gusto né dell'olfatto; percepisco odori e sapori normalmente, quindi com'è possibile che io non percepisca il fumo? È possibile che io abbia riportato un danno ai recettori nicotinici o che comunque abbia un problema neurologico? Quale può essere la soluzione?
Nell'attesa di una risposta, vi ringrazio per la cortese attenzione.
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.5k 354 161
Gentile Utente,
il fenomeno che lei descrive non inquadra alcun definito disturbo sintomo neurologico. Lei stessa riferisce infatti che il senso del gusto e dell'olfatto non risulta in alcuna maniera menomato. La presenza di un disturbo ansioso-depressivo da cui riferisce di essere affetta d'altro canto non può essere considerato all'origine di questo fenomeno, ma potrebbe solo contribuire amplificandone l'aspetto emotivo. Il mio suggerimento, in caso di una sua persistenza con carattere realmente disturbante, sarebbe di consultare un neurologo per una valutazione clinica.
Cordialmente

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it