angioma vertebrale: crescita, sintomi e terapie alternative all'intervento.
Buongiorno, ho effettuato RMN per rivalutare un angioma vertebrale in S2 che dalla precedente rmn risultava atipico e leggermente cresciuto rispetto ad esami antecedenti.
Nell'esito attuale presenta dimensioni massime di 34x19x31 mm, incrementate rispetto al precedente controllo di un anno prima (24 x 23 mm) e "posteriormente la lesione impegna gli spazi foraminali, non risultando riconoscibile chiaramente la corticale ossea, e presenta superficie di contatto a destra con radice S2 e, di minore entità, con quella S3...In considerazione del progressivo accrescimento e dell'iniziale estensione endocanalare potrebbe essere utile valutazione in ambito specialistico per eventuale trattamento interventistico e/o chirurgico".
In esame radiologico risulta "area di relativa radiotrasparenza con associata area di osteosclerosi in corrispondenza del corpo di S2".
Io soffro da tanti anni di dolori cronici alle articolazioni sacroiliache e da qualche anno anche di sindrome della giunzione dorso-lombare quindi ho normalmente dolore nella zona del bacino soprattutto di giorno e in movimento, ma da qualche mese ho iniziato ad avere dolori nella zona dell'osso sacro continui soprattutto notturni e contemporaneamente ho notato che quando mi alzo dal letto per qualche istante i muscoli anteriori nella parte superiore delle gambe sembrano a volte deboli a volte rigidi, sensazione che scompare dopo aver fatto qualche passo.
Mi sono quindi rivolta ad un neurochirurgo, che ritiene al momento indicata la sola sorveglianza radiologica poiché il rapporto rischio/beneficio di un intervento sarebbe nettamente sfavorevole, non avendo io al momento disturbi neurologici.
La mia domanda è la seguente: visto che l'angioma se continuasse a crescere potrebbe portare problemi importanti, non esiste una qualche terapia per tentare di bloccare la crescita?
Se l'intervento è così rischioso come mi è stato prospettato devo attendere che i dolori peggiorino ulteriormente o ci siano problemi neurologici o si può fare qualcosa per cercare di evitarlo?
Il radiologo ha fatto riferimento a eventuale trattamento interventistico, a cosa potrebbe riferirsi?
Radioterapia forse?
L'insieme dei dolori è diventato importante e per cercare di contenerli mi sono stati prescritti cerotti di Fentanyl, magari l'angioma non è il responsabile del peggioramento della mia condizione ma la coincidenza dell'incremento dello stesso unitamente ai nuovi dolori che si sono aggiunti ai precedenti fa sorgere il dubbio.
Ringrazio per l'attenzione.
Cordiali saluti.
Nell'esito attuale presenta dimensioni massime di 34x19x31 mm, incrementate rispetto al precedente controllo di un anno prima (24 x 23 mm) e "posteriormente la lesione impegna gli spazi foraminali, non risultando riconoscibile chiaramente la corticale ossea, e presenta superficie di contatto a destra con radice S2 e, di minore entità, con quella S3...In considerazione del progressivo accrescimento e dell'iniziale estensione endocanalare potrebbe essere utile valutazione in ambito specialistico per eventuale trattamento interventistico e/o chirurgico".
In esame radiologico risulta "area di relativa radiotrasparenza con associata area di osteosclerosi in corrispondenza del corpo di S2".
Io soffro da tanti anni di dolori cronici alle articolazioni sacroiliache e da qualche anno anche di sindrome della giunzione dorso-lombare quindi ho normalmente dolore nella zona del bacino soprattutto di giorno e in movimento, ma da qualche mese ho iniziato ad avere dolori nella zona dell'osso sacro continui soprattutto notturni e contemporaneamente ho notato che quando mi alzo dal letto per qualche istante i muscoli anteriori nella parte superiore delle gambe sembrano a volte deboli a volte rigidi, sensazione che scompare dopo aver fatto qualche passo.
Mi sono quindi rivolta ad un neurochirurgo, che ritiene al momento indicata la sola sorveglianza radiologica poiché il rapporto rischio/beneficio di un intervento sarebbe nettamente sfavorevole, non avendo io al momento disturbi neurologici.
La mia domanda è la seguente: visto che l'angioma se continuasse a crescere potrebbe portare problemi importanti, non esiste una qualche terapia per tentare di bloccare la crescita?
Se l'intervento è così rischioso come mi è stato prospettato devo attendere che i dolori peggiorino ulteriormente o ci siano problemi neurologici o si può fare qualcosa per cercare di evitarlo?
Il radiologo ha fatto riferimento a eventuale trattamento interventistico, a cosa potrebbe riferirsi?
Radioterapia forse?
L'insieme dei dolori è diventato importante e per cercare di contenerli mi sono stati prescritti cerotti di Fentanyl, magari l'angioma non è il responsabile del peggioramento della mia condizione ma la coincidenza dell'incremento dello stesso unitamente ai nuovi dolori che si sono aggiunti ai precedenti fa sorgere il dubbio.
Ringrazio per l'attenzione.
Cordiali saluti.
Gentile Paziente,
il quadro che descrive è complesso e comprensibilmente fonte di preoccupazione. Provo a fare chiarezza punto per punto.
1. Gli angiomi vertebrali sono nella maggior parte dei casi reperti benigni e asintomatici.
Esiste però una piccola quota di angiomi definiti atipici o aggressivi, che possono: aumentare di volume nel tempo, estendersi verso il canale vertebrale o i forami ed entrare in contatto con strutture nervose
Nel suo caso l’incremento dimensionale e la descrizione di iniziale estensione endocanalare e foraminale giustificano pienamente una valutazione specialistica, che lei ha correttamente già effettuato.
2. Rapporto rischio/beneficio dell’intervento chirurgico. La sede sacrale (S2) rende la chirurgia: tecnicamente complessa e gravata da rischi neurologici e funzionali importanti.
In assenza di deficit neurologici oggettivi (radicolopatia franca, disturbi sfinterici, deficit motori persistenti), l’indicazione a un intervento chirurgico diretto è generalmente sfavorevole, come le è stato correttamente spiegato.
In questo contesto, la sorveglianza radiologica non è una non-scelta , ma una scelta prudente e razionale.
3. Esistono terapie per bloccarne la crescita? Purtroppo non esistono terapie farmacologiche in grado di arrestare o ridurre la crescita di un angioma vertebrale. Le opzioni non chirurgiche, in casi selezionati, possono includere: vertebroplastica (cementazione), utile soprattutto in caso di dolore meccanico o rischio di cedimento; embolizzazione pre-operatoria o palliativa
radioterapia, oggi utilizzata raramente e solo in casi molto selezionati, per il rischio di danni alle strutture nervose vicine
È verosimile che il radiologo, parlando di trattamento interventistico , si riferisse a procedure mini-invasive come vertebroplastica o embolizzazione, non necessariamente alla radioterapia.
4. Dolore e correlazione con l’angioma. Il punto più delicato è questo. Lei presenta: una storia lunga di dolore sacro-iliaco e dorso-lombare e una recente accentuazione del dolore sacrale, soprattutto notturno. È possibile che l’angioma contribuisca al quadro doloroso ma non sia l’unica causa, né necessariamente la principale. La sensazione transitoria di rigidità o debolezza agli arti inferiori al risveglio, che regredisce dopo pochi passi, non è tipica di una compressione radicolare strutturata, ma va comunque monitorata nel tempo.
5. Devo aspettare che peggiori? No, non si tratta di attendere passivamente. È corretto:
monitorare clinicamente l’eventuale comparsa di segni neurologici veri e programmare controlli RM seriati; gestire il dolore in modo adeguato (anche rivalutando la strategia analgesica nel tempo).
L’uso di oppioidi maggiori, come il Fentanyl, indica che il dolore è diventato rilevante, ma non è di per sé un criterio per anticipare un intervento chirurgico ad alto rischio, se non accompagnato da deficit neurologici.
In sintesi: l’angioma è reale, atipico e va sorvegliato; al momento non emergono indicazioni imperative all’intervento chirurgico e non esistono terapie mediche in grado di bloccarne la crescita; eventuali trattamenti mini-invasivi possono essere valutati solo in centri molto esperti e in casi selezionati, la sorveglianza attiva è, allo stato attuale, l’approccio più equilibrato
Conclusione
Capisco il timore legato all’idea che una lesione possa crescere , ma in casi come il suo la scelta migliore non è fare qualcosa a tutti i costi , bensì fare la cosa giusta al momento giusto, evitando trattamenti che potrebbero creare più problemi di quanti ne risolvano.
Cordialmente
il quadro che descrive è complesso e comprensibilmente fonte di preoccupazione. Provo a fare chiarezza punto per punto.
1. Gli angiomi vertebrali sono nella maggior parte dei casi reperti benigni e asintomatici.
Esiste però una piccola quota di angiomi definiti atipici o aggressivi, che possono: aumentare di volume nel tempo, estendersi verso il canale vertebrale o i forami ed entrare in contatto con strutture nervose
Nel suo caso l’incremento dimensionale e la descrizione di iniziale estensione endocanalare e foraminale giustificano pienamente una valutazione specialistica, che lei ha correttamente già effettuato.
2. Rapporto rischio/beneficio dell’intervento chirurgico. La sede sacrale (S2) rende la chirurgia: tecnicamente complessa e gravata da rischi neurologici e funzionali importanti.
In assenza di deficit neurologici oggettivi (radicolopatia franca, disturbi sfinterici, deficit motori persistenti), l’indicazione a un intervento chirurgico diretto è generalmente sfavorevole, come le è stato correttamente spiegato.
In questo contesto, la sorveglianza radiologica non è una non-scelta , ma una scelta prudente e razionale.
3. Esistono terapie per bloccarne la crescita? Purtroppo non esistono terapie farmacologiche in grado di arrestare o ridurre la crescita di un angioma vertebrale. Le opzioni non chirurgiche, in casi selezionati, possono includere: vertebroplastica (cementazione), utile soprattutto in caso di dolore meccanico o rischio di cedimento; embolizzazione pre-operatoria o palliativa
radioterapia, oggi utilizzata raramente e solo in casi molto selezionati, per il rischio di danni alle strutture nervose vicine
È verosimile che il radiologo, parlando di trattamento interventistico , si riferisse a procedure mini-invasive come vertebroplastica o embolizzazione, non necessariamente alla radioterapia.
4. Dolore e correlazione con l’angioma. Il punto più delicato è questo. Lei presenta: una storia lunga di dolore sacro-iliaco e dorso-lombare e una recente accentuazione del dolore sacrale, soprattutto notturno. È possibile che l’angioma contribuisca al quadro doloroso ma non sia l’unica causa, né necessariamente la principale. La sensazione transitoria di rigidità o debolezza agli arti inferiori al risveglio, che regredisce dopo pochi passi, non è tipica di una compressione radicolare strutturata, ma va comunque monitorata nel tempo.
5. Devo aspettare che peggiori? No, non si tratta di attendere passivamente. È corretto:
monitorare clinicamente l’eventuale comparsa di segni neurologici veri e programmare controlli RM seriati; gestire il dolore in modo adeguato (anche rivalutando la strategia analgesica nel tempo).
L’uso di oppioidi maggiori, come il Fentanyl, indica che il dolore è diventato rilevante, ma non è di per sé un criterio per anticipare un intervento chirurgico ad alto rischio, se non accompagnato da deficit neurologici.
In sintesi: l’angioma è reale, atipico e va sorvegliato; al momento non emergono indicazioni imperative all’intervento chirurgico e non esistono terapie mediche in grado di bloccarne la crescita; eventuali trattamenti mini-invasivi possono essere valutati solo in centri molto esperti e in casi selezionati, la sorveglianza attiva è, allo stato attuale, l’approccio più equilibrato
Conclusione
Capisco il timore legato all’idea che una lesione possa crescere , ma in casi come il suo la scelta migliore non è fare qualcosa a tutti i costi , bensì fare la cosa giusta al momento giusto, evitando trattamenti che potrebbero creare più problemi di quanti ne risolvano.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
https://neurochirurgomaurocolangelo.it/
Utente
Buonasera, la ringrazio per la completa, dettagliata ed esaustiva spiegazione, la disturbo ancora per due chiarimenti:
- ogni quanto tempo va bene ripetere la RMN? E' sufficiente una volta all'anno se non ci sono nuovi sintomi o meglio controlli più ravvicinati?
- quali sono i possibili sintomi neurologici a cui potrei andare incontro e che richiederebbero quindi una nuova visita specialistica?
Ci sono centri particolarmente specializzati a cui potrei eventualmente rivolgermi in caso di peggioramento della mia situazione nel Nord Italia?
La ringrazio ancora per l'attenzione e la pazienza.
Cordiali saluti.
- ogni quanto tempo va bene ripetere la RMN? E' sufficiente una volta all'anno se non ci sono nuovi sintomi o meglio controlli più ravvicinati?
- quali sono i possibili sintomi neurologici a cui potrei andare incontro e che richiederebbero quindi una nuova visita specialistica?
Ci sono centri particolarmente specializzati a cui potrei eventualmente rivolgermi in caso di peggioramento della mia situazione nel Nord Italia?
La ringrazio ancora per l'attenzione e la pazienza.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 66 visite dal 08/12/2025.
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