Rimozione stabilizzazione vertebrale: rischi e necessità di terapia intensiva?
Gentili buonasera mia madre ha subito una stabilizzazione vertebrale dorsolombare d12 l2, ha ancora forti dolori a causa di fratture in l4 l5, stenosi del canale e numerose ernie, ha fatto una visita da altro specialista che le vuole rimuovere la stabilizzazione già fatta e farne una lunga sino alle sacrali, ma siccome viti è barre sono cementate ci son dei rischi nel toglierla?
(aggiungo che nella parte della stabilizzazione non ha particolari dolori) Inoltre il medico ha parlato di terapia intensiva, subito dopo l'intervento e trasfusioni...
È necessaria la terapia intensiva dopo la stabilizzazione vertebrale?
Quali son i rischi?
Vorrei più pareri se possibile da parte vostra Grazie mille
(aggiungo che nella parte della stabilizzazione non ha particolari dolori) Inoltre il medico ha parlato di terapia intensiva, subito dopo l'intervento e trasfusioni...
È necessaria la terapia intensiva dopo la stabilizzazione vertebrale?
Quali son i rischi?
Vorrei più pareri se possibile da parte vostra Grazie mille
Gentile Paziente,
il quadro che descrive è complesso e merita grande prudenza decisionale. Al riguardo, le premetto alcuni punti importanti:
1. La stabilizzazione D12 L2 già eseguita e cementata, in assenza di dolore locale o segni di complicanze (mobilizzazione, infezione, cedimenti), non rappresenta di per sé un problema e, in linea generale, non viene rimossa se non strettamente necessario.
2. La rimozione di viti e barre cementate comporta rischi significativi, tra cui: sanguinamento importante, possibile indebolimento osseo, danni neurologici, aumento dei tempi operatori.
Proprio per questo motivo, io ho sempre evitato la rimozione se il mezzo di sintesi è stabile e asintomatico.
Il dolore riferito a livello L4 L5, in presenza di stenosi del canale ed ernie, è verosimilmente indipendente dalla stabilizzazione dorsolombare già eseguita.
Un’estensione lunga della stabilizzazione fino al sacro è un intervento maggiore, che può richiedere: monitoraggio in terapia intensiva post-operatoria, possibile necessità di trasfusioni
soprattutto in pazienti fragili o anziani.
In sintesi, la rimozione di una stabilizzazione funzionante e non dolorosa non è una scelta routinaria e va valutata solo se esistono motivazioni precise e documentate.
Cordialmente
il quadro che descrive è complesso e merita grande prudenza decisionale. Al riguardo, le premetto alcuni punti importanti:
1. La stabilizzazione D12 L2 già eseguita e cementata, in assenza di dolore locale o segni di complicanze (mobilizzazione, infezione, cedimenti), non rappresenta di per sé un problema e, in linea generale, non viene rimossa se non strettamente necessario.
2. La rimozione di viti e barre cementate comporta rischi significativi, tra cui: sanguinamento importante, possibile indebolimento osseo, danni neurologici, aumento dei tempi operatori.
Proprio per questo motivo, io ho sempre evitato la rimozione se il mezzo di sintesi è stabile e asintomatico.
Il dolore riferito a livello L4 L5, in presenza di stenosi del canale ed ernie, è verosimilmente indipendente dalla stabilizzazione dorsolombare già eseguita.
Un’estensione lunga della stabilizzazione fino al sacro è un intervento maggiore, che può richiedere: monitoraggio in terapia intensiva post-operatoria, possibile necessità di trasfusioni
soprattutto in pazienti fragili o anziani.
In sintesi, la rimozione di una stabilizzazione funzionante e non dolorosa non è una scelta routinaria e va valutata solo se esistono motivazioni precise e documentate.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
https://neurochirurgomaurocolangelo.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2 visite dal 13/12/2025.
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