Emangioblastoma cerebellare

Mia mamma ha 71 anni, 15 anni fa è stata operata di un emangioblastoma cerebellare. Dopo l'intervento è rimasta una dismetria all'emilato di sn, ipostenia del VI n.c. sn e ha sempre deambulato con appoggio monolaterale.
Non ha più voluto sottoporsi ad alcun esame fino a settembre, quando ha ricominciato a cadere (verso sn).
Dopo un esame rm encefalo è risultata avere nuovamente una lesione produttiva della fossa posteriore a sn. Cito brevemente il referto: "La massa contrae rapporti con le regioni tronco-encefaliche limitrofe che appaiono parzialmente infiltrate, così come il pavimento del quarto ventricolo dove quest'ultima aggetta. La lesioneinteressa l'amigdala e il verme e nelle sue componenti cistiche più anteriori interessa la regione dell'angolo pontocerebellare mentre quelle posteriori occupano gran parte dell'emisfero cerebellare stesso ...Si associa una dilatazione idocefalica del ventricolare sopratentoriale...".
All'ospedale mi hanno detto che l'intervento è ad altissimo rischio, potrebbe morire o rimanere in coma o ancora vivere in stato vegetale. Chiedo cosa è meglio fare: tenerla così o tentare l'operazione? E se la tenessi così a cosa si andrebbe incontro?
Grazie di tutto.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile Signora,
spesso queste scelte sono difficilissime.
La lesione sicuramente è a rischio chirurgico elevato.
La scelta di non intervenire conduce alla certezza dell'estrema conseguenza.
E' una decisione che principalmente deve prendere la mamma dopo esser stata informata, senza nasconderle nulla, dei rischi di una scelta o dell'altra.
E' necessario un serio, tranquillo discorso con il neurochirurgo che eventualmente la opererà e con tutti voi famigliari per aiutarla in una sua scelta consapevole, seppur non facile.

I miei migliori auguri