Ernie discali dorsali

RM colonna dorsale
Ernia discale d7-d8 a sviluppo paramediano dx condizionante una compressione e dislocazione a sede postero laterale sx del midollo, che mantiene morfologia, dimensioni e caratterische di segnale nella norma. Ernia postero mediana estrusa e migrata cranialmente d8-d9. Conservati gli spazi subaracnoidei posteriori del midollo.

E' due anni che soffro di forti dolori dorsali che si irradiano a fascia sino allo sterno, coinvolgendo costole ed addome. I dolori si fanno insopportabili a seguito di qualsiasi flessione anteriore del busto (allacciare le scarpe).

Ho ripetuto terapie antinfiammatorie con FANS (brufen) con temporanei miglioramenti limitati al periodo di assunzione.

Ho effettuato le seguenti visite specialistiche: fisiatra, neuroradiologo, neurochirurgo

Nessuno mi ha saputo aiutare nel trovare una terapia efficace e tantomeno una prospettiva nell'evoluzione della patologia.

Vi chiedo un consiglio su come procedere per trovare una terapia che mi permetta una vita normale o quantomeno come gestire al meglio il dolore, visto che in questo momento non riesco a guidare, a stare seduta e talvolta anche a dormire.

Grazie in anticipo
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
strano che il neurochirurgo non Le abbia dato delle iindicazioni.
Le ernie dorsali sono molto delicate da trattare e si operano solo se strettamente necessario, ossia se vi è rischio di lesione midollare.
Per valutare il Suo caso è necessario comunque visitarLa e vedere le immagini della RM.

Cordialmente
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dopo
Utente
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La ringrazio per la risposta, in effetti il primo neurochirurgo mi ha detto che l'ernia e' molle e che non si può operare, mi ha prescritto un antinfiammatorio e qualche mese dopo un corsetto in aggiunta ad altri cicli di antinfiammatori. Venerdi 8 luglio ho fatto un altra visita con un secondo neurochirurgo, il quale mettendo a confronto le due risonanze mi ha detto che: 1) l'ernia si e' ingrandita, 2)l'ernia non e' molle, 3) che il midollo risulta dislocato e leggermente compresso, ma l'esame dei riflessi, della camminata, della corsa sul posto e un altro esame fatto da supina con gli occhi chiusi e le gambe piegate ad anglo retto (90gradi tra coscia e tronco e 90 gradi tra coscia e gamba) mostrano che nel midollo il segnale non e' compromesso, e quindi per ora non e' da considerare l'intervento chirurgico, quello ad accesso antero/laterale. 4) visto pero' che la qualità della vita e' molto peggiorata e ormai vivo costantemente sotto l'effetto dei farmaci e nemmeno con grandi miglioramenti, mi ha suggerito di provare con un farmaco comunemente usato per l'epilessia, e di sottopormi ad un intervento ad accesso posteriore per togliere passando attraverso le faccette articolari quelle calcificazioni che stanno attorno alla radice nervosa, in modo da eliminare la compressione e il dolore.
Io sono speranzosa ma preoccupatissima ho un milione di se e ma che non sono riuscita a fare al dottore perch
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Utente
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La ringrazio per la risposta, in effetti il primo neurochirurgo mi ha detto che l'ernia e' molle e che non si può operare, mi ha prescritto un antinfiammatorio e qualche mese dopo un corsetto in aggiunta ad altri cicli di antinfiammatori. Venerdi 8 luglio ho fatto un altra visita con un secondo neurochirurgo, il quale mettendo a confronto le due risonanze mi ha detto che: 1) l'ernia si e' ingrandita, 2)l'ernia non e' molle, 3) che il midollo risulta dislocato e leggermente compresso, ma l'esame dei riflessi, della camminata, della corsa sul posto e un altro esame fatto da supina con gli occhi chiusi e le gambe piegate ad anglo retto (90gradi tra coscia e tronco e 90 gradi tra coscia e gamba) mostrano che nel midollo il segnale non e' compromesso, e quindi per ora non e' da considerare l'intervento chirurgico, quello ad accesso antero/laterale.
4) visto pero' che la qualità della vita e' molto peggiorata e ormai vivo costantemente sotto l'effetto dei farmaci e nemmeno con grandi miglioramenti, mi ha suggerito di provare con un farmaco comunemente usato per l'epilessia, e di sottopormi ad un intervento ad accesso posteriore, per togliere passando attraverso le faccette articolari quelle calcificazioni che stanno attorno alla radice nervosa, in modo da eliminare la compressione e il dolore.
Io sono speranzosa ma preoccupatissima ho un milione di se e ma che non sono riuscita a sottoporre al dottore (bravissimo a mio parere sia dal punto di vista medico che umano, paziente, chiaro, e con un'atteggiamento positivo).
In quel momento pero' la mia testa non funzionava al meglio!
Quanto e' rischioso questo intervento?
Una volta dimessa avrò bisogno di fisioterapia?
Con questo intervento c'è il rischio di alterare qualche equilibrio vertebrale e magari peggiorare la situazione dell'ernia vicino al midollo?
Che tipo di precauzioni dovrò adottare nella mia vita futura, per evitare problemi al midollo?
Come potrò rapportarmi con lo sport visto che era il mio lavoro ed e' la mia passione?
Spero possa darmi un suo parere e magari anche qualche risposta, pur consapevole che ogni individuo ha una sua reazione personale alle patologie e agli interventi.
La ringrazio nuovamente e le auguro una buona estate.
[#4]
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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta, in effetti il primo neurochirurgo mi ha detto che l'ernia e' molle e che non si può operare, mi ha prescritto un antinfiammatorio e qualche mese dopo un corsetto in aggiunta ad altri cicli di antinfiammatori. Venerdi 8 luglio ho fatto un altra visita con un secondo neurochirurgo, il quale mettendo a confronto le due risonanze mi ha detto che: 1) l'ernia si e' ingrandita, 2)l'ernia non e' molle, 3) che il midollo risulta dislocato e leggermente compresso, ma l'esame dei riflessi, della camminata, della corsa sul posto e un altro esame fatto da supina con gli occhi chiusi e le gambe piegate ad anglo retto (90gradi tra coscia e tronco e 90 gradi tra coscia e gamba) mostrano che nel midollo il segnale non e' compromesso, e quindi per ora non e' da considerare l'intervento chirurgico, quello ad accesso antero/laterale.
4) visto pero' che la qualità della vita e' molto peggiorata e ormai vivo costantemente sotto l'effetto dei farmaci e nemmeno con grandi miglioramenti, mi ha suggerito di provare con un farmaco comunemente usato per l'epilessia, e di sottopormi ad un intervento ad accesso posteriore, per togliere passando attraverso le faccette articolari quelle calcificazioni che stanno attorno alla radice nervosa, in modo da eliminare la compressione e il dolore.
Io sono speranzosa ma preoccupatissima ho un milione di se e ma che non sono riuscita a sottoporre al dottore (bravissimo a mio parere sia dal punto di vista medico che umano, paziente, chiaro, e con un'atteggiamento positivo).
In quel momento pero' la mia testa non funzionava al meglio!
Quanto e' rischioso questo intervento?
Una volta dimessa avrò bisogno di fisioterapia?
Con questo intervento c'è il rischio di alterare qualche equilibrio vertebrale e magari peggiorare la situazione dell'ernia vicino al midollo?
Che tipo di precauzioni dovrò adottare nella mia vita futura, per evitare problemi al midollo?
Come potrò rapportarmi con lo sport visto che era il mio lavoro ed e' la mia passione?
Spero possa darmi un suo parere e magari anche qualche risposta, pur consapevole che ogni individuo ha una sua reazione personale alle patologie e agli interventi.
La ringrazio nuovamente e le auguro una buona estate.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Gentile signora,
senza vedere le immagini e senza visitarLa non posso nè concordare nè dissentire con quanto il collega Le ha già detto.
La chirurgia delle ernie del disco dorsali va valutata molto attentamente poichè l'intervento è molto delicato a causa delle strutture anatomiche che bisogna attraversare per giungere sulla vertebra.
Tali interventi di solito si eseguono in equipe con il chirurgo toracico.
In tali casi bisogna considerare il rischio tra le possibili conseguenze del non operare a confronto con quelle dell'intervento che comunque, in mani esperte, dovrebbero essere minimi.

Con cordialità