Ernia l5-s1 migrata cranialmente

Buongiorno, dopo 2 mesi di sofferenze dovute ad un'ernia l5-s1 passati tra lavoro (ufficio) e riposo a letto, ho avuto il cosiddetto "blocco": 2 giorni a letto quasi immobile per i dolori che interessavano la schiena, i glutei fino alle gambe e la parte destra era la più sofferente. Il dottore mi prescrive Dolgosin 200 mg. Il terzo giorno riesco a camminare normalmente senza avvertire dolori. Faccio risonanza magnetica di cui copio il referto:
"""Uniforme protrusione dell'anulus discale L4-L5 con impegno bilaterale dei forami. Il disco L5-S1 appare ridotto di spessore con osteocondrosi dei piatti e mostra voluminosa ernia discale ad ampia base mediana-paramediana destra, migrata cranialmente. Improntato il sacco durale. Nei limiti la morfologia ed il segnale del cono midollare""""
Il medico refertante mi ha detto che se rimango "bloccato" un'altra volta mi devo operare.
Sono molto preoccupato di operarmi, spero che ci sia una soluzione, per il mio caso, meno invasiva della chirurgia.
Ringraziando chi vorrà rispondermi, vi auguro buona giornata.

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egregio signore,
pur nella difficoltà della consulenza a distanza che non consente una valutazione oggettiva come può derivare da una visita medica diretta, da quanto risulterebbe all'esame radiologico, lei è portatore di una voluminosa ernia discale.
Il disco che è fuoriuscito dalla sua sede naturale (cioè lo spazio tra una vertebra e l'altra) va a comprimere probabilmente la radice di destra deputata all' innervazione dei muscoli dell'arto inferiore.
Se la sintomatologia non regredisce né con il riposo né con i farmaci, la terapia non può essere che chirurgica.

A questo proposito devo ulteriormente ribadire che la chirurgia non è un optional che può essere scelto o non scelto a piacimento.
La chirurgia è una terapia al pari di quella medica, nel senso che ci sono delle patologie che devono essere curate con la chirurgia e altre con farmaci o in modo conservativo.

Se per esempio lei dovesse avere un'infiammazione dell'appendicite o la frattura di un femore (patologie che devono essere curate con la chirurgia), chiederebbe al chirurgo o all'ortopedico di curarla con una terapia meno invasiva dell'intervento chirurgico?
Questo in linea generale.
Nel suo caso specifico a porre l'indicazione terapeutica,deve essere lo specialista in chirurgia vertebrale (neurochirurgo o ortopedico) dopo un'attenta e accurata visita diretta.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, la saluto con cordialità.
Dott. Giovanni Migliaccio