Stabilizzazione lombare: dinamica ?

Egr. signore,
ogni neurochirurgo che si occupa di chirurgia vertebrale conosce le varie metodiche e tecniche di stabilizzazione.
Che motivazioni Le hanno dato?
A distanza senza valutare la documentazione clinica e radiologica non è possibile intuire il perchè di una scelta piuttosto che di un'altra.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti

Buongiorno dottore.
La risposta piu' chiara e' stata "dobbiamo fermare la vertebra, non lasciarla in movimento" (mi e' suonata come una risposta data ad un bambino capriccioso.. mah).
In realta' come spesso e' accaduto negli ultimo 20 anni le risposte non hanno una vera e propria motivazione ma sono dogmi.
Non mi e' nemmeno chiaro se questa pratica sia o meno indicata/possibile per la mia patologia.
Lei ha esperienza diretta in argomento?

Sono un neurochirurgo.

Mi perdoni, forse pecco di eccessiva sintesi.
Intendevo chiederle se ha mai avuto modo di applicare Dynesys a pazienti con lisi con fratture istimiche.

Le confermo che la mia specializzazione è in Neurochirurgia.

Mi perdoni, devo supporre che essere un Neurochirurgo renda certo l'utilizzo di tale pratica su tale patologia?
Mi preoccupa perche' significa che quelli che ho incontrato fin'ora non sono _esattamente_ tali ?
Non riesco a capire se c'e' del sarcasmo o qualcosa che non capisco nelle sue risposte.

Egr. signore,
la chirurgia vertebro spinale è parte integrante della disciplina neurochirurgica.
Se Lei si è già rivolto a 4 neurochirurghi e non, per esempio, al chirurgo vascolare, vuol dire che è a conoscenza di quali siano le patologie di competenza neurochirurgica.
Altro discorso è la competenza ed esperienza specifica di ogni chirurgo cui solitamente ci si affida perchè consigliati da altri pazienti o da altri medici.
Se Lei mi chiede se ho esperienza di chirurgia vertebrale, non certo sarebbe sufficiente risponderLe, in questa sede, con un laconico si.
Lei può visitare il sito di ogni medico cui si rivolge e leggere il curriculum professionale, se è pubblicato.
Il mio lo è!

Ottimo, allora lei e' indubbiamente qualificato a fugare i miei dubbi.

- Se ho capito bene la stabilizzazione dinamica ha come effetto primario preservare la salute delle altre articolazioni della colonna mantenendo la dinamicita' del tratto stabilizzato.
Mentre la statica, in qualche modo, demanda al resto della colonna la parte di lavoro che non puo' piu' svolgere perche' ormai resa solidale.
me lo conferma ?

- La presenza di una stabilizzazioni dinamica, quindi di una conservata mobilita', rende possibile uno spettro di movimenti altrimenti impossibili/difficoltosi/pericolosi con una soluzione statica?
Per esempio le rotazione del bacino tipiche di alcuni sport quali alcune arti marziali o la boxe ?

- La soluzione dinamica, rispetto a quella statica, dovrebbe garantire minori effetti degenerativi a lungo termine visto che non dovrebbe provocare stress ai dischi superiori o inferiori rispetto al tratto consolidato, ma la stabilita' e l'affidabilita' degli elementi morbidi al posto delle barre d'acciaio e la posiziona delle viti sono paragonabili, inferiori o superiori ?

- Quali sono i tempi di recupero da un'operazione di stabilizzazione dinamica e sono diversi da quella tradizionale?

- Dovendo affrontare l'operazione (di uno dei due tipi) entro 40 giorni c'e' dell'attivita' fisica che posso fare per aiutare la riabilitazione successiva ?

per il momento mi fermo qui.
La ringrazio vivamente per il suo tempo, spero un giorno di potermi sdebitare.

Egr. signore,
Le Sue domande, non capisco, perchè non Le ha rivolte a chi ha già avuto modo di vistarLa e di valutare con oggettività le indicazioni sia all'intervento, al tipo di procedura chirurgica e all'eventuale scelta del sistema di stabilizzazione.
I Suoi sono ragionamenti legittimi, frutto però di informazioni assunte, verosimilmente, navigando per il Web, da cui non è possibile apprendere se un intervento o un esame o una tecnica è idonea o adatta al caso specifico da trattare.

Ed ecco perchè io non ho modo di risponderLe in modo esauriente, o come Lei vorrebbe!!
Ogni situazione patologica, clinica, è un caso a sè e pertanto non è possibile generalizzare.
Vi sono numerosi parametri (storia clinica, caratteristiche del paziente, modi e tempi di insorgenza della sintomatologia , presenza o meno di alcuni sintomi, morfologia e anatomia delle alterazioni da correggere ecc.) che vanno appresi e studiati per programmare tecniche e modalità di intervento.
Ed anch'io mi fermo qui!

Non ha contratto con me alcun debito tale da doverlo assolvere.

Una buona domenica

Vede, la risposta probabilmente sta nella domanda:
Le domande le ho poste e forse ho ricevuto le risposte ma non sono riuscito a distillarle o comprenderle.
Piu' probabilmente potrei non essere stato chiaro io nel porle, come ho l'impressione stia succedendo nel nostro scambio e quindi aver o non avere ricevuto le risposte.

Non vorrei sembrarle offensivo ma da perfetto ignorante in materia non riesco a scorgere alcuna informazione comprensibile nelle sue risposte.
Ho fatto molte domande ma non ne ho tratto alcune risposta nemmeno generale sulla tecnica.
(indubbiamente per colpa mia evidentemente.)

Non insistero' oltre.
La ringrazio e buona domenica.