Tecniche chirurgiche per protrusione/ernia cervicale

Salve,
per quanto riguarda una protrusione/ernia cervicale (nel mio caso sul referto c'è scritto protrusione C6-C7, mentre il medico parla di ernia ..... è già quì, come pazienete, sono veramente disorientato sapendo che sono due cose simili ma diverse..) vorrei sapere quali sono le tecniche migliori attualmente, perchè le possibilità mi sembrano veramente tante:
1) eliminazione disco intervertebrale con inserimento di protesi di osso umano o altro materiale + blocco delle 2 vertebre interessate tramite placca in titanio o simile
2) eliminazione disco intervertebrale con inserimento di protesi sintetica con capacità "ammortizante" (non tempo rimarrà sempre nella sua sede?)
3) discectomia perecutanea con introduzione di ago e fibra nel disco, e vaporizzazione dall'interno del nucleo polposo, e quindi progressiva riduzione del diametro del disco
4)discectomia con Cablazione: introduzione di ago e micro strumento che disgrega parte del nucelo polposo
5)IDET o Neucleoplastica (col calore di un sistema a radiofrequenza si induce una contrazione delle fibre collagene sul margine discale riducendo la pressione).
6)microchirurgia sulla parte esterna del disco (???)
6)Ozonoterapia (direttamente nel disco sembra in disuso; a favore di grande crescita quella nei muscoli paravertrebali). Molti medici che la praticano affermano che è non solo terapeutica ma curativa, dimostrabile con risonananze magnetiche in cui alcuni mesi dopo si vedrebbe la riduzione se non addirittura il rientro

Tra queste tecnicghe mi lascia veramente molto ma molto perplesso la numero 1 che prevede l'unione di 2 vertebre.
Non metto in discussione la scienza medica, però dato che sono un ingegnere progettista devo per forza evidenziare che il blocco definitivo di 2 vertebre non può che scaricare e trasferie leve e forze in modo assai diverso sulla colonna; in particolare, molto probabilmente le forze maggiori andranno sul disco della vertebra superiore (C4/C5), ed in parte anomala su quello inferiore (C6-D1). Posso capire farlo sulla parte finale della colonna o a metà del dorso dove i movimenti possono essere limitati con angolazione. Ma farlo nella zona cervicale dove i movimenti sicuramente superano di continuo i 45° (ad esempio un normalissimo nuoto o andare in bicicletta) mi rende incredulo. Sopratutto per pazienti sotto i 50/55 anni che hanno ancora un buona aspettativa di vita.

Inoltre, vorrei sapere che percentuali ci sono di problemi legati alle cicatrizzazioni "anomale" posti-intevento (lamentate da molti), le quali sono poi esse stessa ad andare ad irritare i nervi (e quinidi a non risolvere il problema nella pratica per il paziente)

Se qualcuno può fornire dei chiarimenti credo che sia di utilità per molti.
Grazie per l'aiuto.
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Salve ingegnere,
sarà un piacere discutere con Lei di questi aspetti. Sono un neurochirurgo di Roma e mi occupo di colonna e quindi anche di tratto cervicale dal 94-95, quindi abbastanza.
Andiamo con ordine. Ernia vs protrusione. Nel primo caso abbiamo una lesione dell'integrità anatomica dell' "anulus fibrosus", il legamento fibroso che avvolge il disco intervertebrale, con fuoriuscita di materiale discale dalla sua corretta sede anatomica; nel secondo, con protrusione, o 'bulging', si intende la sporgenza del disco senza lesione dell'anulus e senza fuoriuscite. La seconda può essere la premessa per giungere alla prima.
Veniamo alle tecniche: solo le prime due nel suo elenco sono generalmente accettate in neurochirurgia. Io, come molti altri miei colleghi, non pratico e sono piuttosto scettico, oltre che cauto, su tutte le manovre percutanee sul tratto cervicale. Perche? Primo: a livello cervicale si trova il midollo spinale, che in quanto prolungamento del sistema nervoso centrale, non rigenera in caso di lesioni iatrogene. Secondo: anche al di fuori del canale vertebrale nel collo vi sono numerose altre strutture delicate, se non vitali, che possono essere lese per via percutanea (Arteria Carotide, esofago, tiroide etc), li dove vengono evitate sotto visione diretta in un intervento chirurgico. L'intervento stesso è una procedura sicura in mani esperte, della durata di 60-90 minuti. Non trascurerei il beneficio della fisioterapia che in mani esperte è in grado di offrire almeno altrettanti benefici rispetto alle altre tecniche da Lei citate.
Per ciò che concerne le conseguenze statico-dinamiche dopo una artrodesi (immobilizzazione chirurgica di una articolazione) Lei ha in parte ragione. Infatti dopo il trattamento di un livello vertebrale il carico dinamico si ridistribuisce sui livelli vicini, stressandoli. Anche se questo è vero e va ben soppesato quando accanto all'ernia vera e propria vi siano altri livelli di sofferenza di grado minore del disco, nel caso di una singola ernia il carico viene ridistribuito sia pur in proporzioni diverse su tutti i segmenti mobili del tratto cervicale e quindi normalmente ben sopportato.
In tutti gli anni '90 la tecnica di discectomia cervicale con artrodesi secondo la tecnica di Cloward o Smith-Robinson hanno raggiunto livelli di eccellenza, con la maggioranza dei pazienti, se trattati con tecnica di qualità, andati a guarigione completa e duratura.
In realtà nell'ultimo decennio, proprio per far fronte ai dubbi statico-dinamici che Lei stesso ha espresso, si è ricorso all'impianto di protesi discale dinamica. Questa può essere impiantata su un solo livello preferibilmente e quando non vi siano alterazioni degenerative artrosiche. La protesi dinamica va un pò in linea opposta alla filosofia di blocco dell'articolazione (artrodesi). Ma è molto probabile che la sua dinamicità abbia vita breve, ma di durata tale da permettere all'organo colonna cervicale di adattarsi più progressivamente al cambiamento apportato dal chirurgo.
Entrambi i sistemi funzionano se correttamente indicati e tecnicamente applicati.
Per finire, come nel suo caso, se davvero si tratta di sola protrusione, tenderei a mantenere una tattica di osservazione ed attesa, spesso con la FKT si ottengono ottimi risultati e c'è sempre tempo per operare, sempre che non intervengano disturbi importanti.
Spero di esserle stato utile in qualche modo,
Cordiali saluti,
dr Rinaldi

Dr. Alessandro  Rinaldi