Una terapia ed una risonanza magnetica

Buongiorno.Sono un operaio qualificato in carpenteria in legno.Quindi il mio lavoro consiste nell'avere pesi consistenti sulle spalle(Travi in legno del peso c.a dai 40 ai 70 Kg).qualche anno fa ho avuto un blocco della schiena e rivolgendomi al M.d.F.Constato' un classico colpo della strega di facile risoluzione e non ho avuto piu' Problemi.Il 02/06/2012 ho avuto un forte dolore alla schiena le gambe non mi reggevano sono caduto per terra con fotissimi dolori non localizzati ma per tutto il corpo.pensavo fosse di nuovo il colpo della strega ma facendo le iniezioni di Dicloreum il dolore non si attutiva.il 04/06 il M.d.F.mi prescrive una terapia ed una Risonanza magnetica.ve la descrivo.Effettuata il 07/06/20012
RM SPINALE TRATTO LOMBOSACRALE
Sono stati utilizzati magnete superconduttivo da1.5 T e bobina phased-array multicanale.Sono state acquisite immagini Sagettali FSE T1 e T2dipendenti e STIR e immagini assiali FSE T1dipendenti.
Normo - Allineati appaiono i metameri lombari,con rettilineizzazione della fisiologica lordosi.Si apprezza un'ipointensita'di segnale,nelle immaginiT2-dipendenti,del nucleo polposo di tutti i dischi intersomatici lombari,con riduzione in altezza dello spazio intersomatico L4-L5,come per disidratazione secondaria e fenomeni degenerativi.A livello L3-L4,si documenta una protusione posteriore,ad ampio raggio,dell'anello fibroso del discointersomatico,responsabile di un'obliterazionedel tessuto adiposo del recesso inferiore dei forami di congiunzione,bilateralmente.Sono inoltre evidenti segni di spondilosi,con apposizione osteofitaria marginale,e di artrosi interapofisaria,con ispessimentodei legamenti gialli.La coesistenza delle modificazioni degenerative di spondilosi, di artrosi interapofisaria,e di discartosi,determina una riduzione del diametro sagittale del canale rachideo a livello L4-L5(15mm).Non lesioni espansive endorachidee.Il cono midollare appare in sede,esenteda alterazioni dell'intensita' di segnale.Non crolli vertebrali.Si documenta tuttavia un'alterazione dell'intensita' di segnale,ipointensa nelle immaginiT1-dipendenti ed iperintensa in quelle T2-dipendenti,del tessutoosseo spongioso subcondrale delle limitanti disco-somatiche giustapposte L4-L5,come per edema secondario a modificazioni degenerative discogeniche.
Nei giorni successivi ho fatto due visite specialistiche,il 1°mi ah consigliato un intervento per evitare il probabile blocco degli arti.Il 2° mi ah sconsigliato l'intervento e di continuare la terapia con Punture di Bentelan-Muscoril eVoltaren-Muscoril e portare sempre un busto rigido.Con questa terapia non sento il dolore pero' alle gambe ho sempre un formicolio che mi costringe a camminare sempre con un tutore e non posso stare molto tempo in piedi ne.La domanda e' mi devo fare l'intervento o no? Se faccio l'intervento posso tornare a fare il mio lavoro?Se non faccio l'intervento con la cura posso guarire e tornareal mio lavoro?Vi ringrazio per la.risposta.
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Gentile Signore,
il Suo problema è molto comune nella sua fascia di età, e ancora più comune in chi ha condotto per molti anni una attività lavorativa pesante, come la sua.
Il quadro da Lei configurato è quello di una stenosi del canale lombare. Su questo tipo di patologie ogni specialista ha la sua esperienza, quindi ognuno può darle consigli un pò o molto diversi. Sta a lei scegliere quale percorso intraprendere.
Il mio consiglio è sospendere del tutto per un certo periodo il suo lavoro. Dedicarsi alla cura del fisico, anche se vedo che Lei ha un peso nella norma, cura che può essere una attività fisica quotidiana di circa 1 o 2 ore (passeggiare o meglio nuotare), magari insieme ad un ciclo di fisiokinesiterapia con ginnastica posturale. Gli antiinfiammatori e miorilassanti (i farmaci che lei stesso segnala) possono essere utili usati nello stretto indispensabile.
Se la sintomatologia persiste in modo tale da impedirle una ripresa della vita normale, può essere da considerare un trattamento chirurgico del disturbo.
La scelta del trattamento avviene su tre direzioni.
La prima, più semplice e meno rischiosa, ma non sempre risolutiva, è l'impianto di uno 'spaziatore' interspinoso, una protesi che viene introdotta posteriormente alle vertebre interessate con un intervento chirurgico di non più di 30 minuti.
La seconda è la classica laminectomia, un intervento tradizionale che prevede la rimozione della porzione posteriore della vertebra, il processo spinoso e le lamine, salvando accuratamente le superfici articolari. E' un intervento della durata di 1 1/2- 2 ore circa che per tanti anni ha rappresentato l'unica soluzione e spesso definitiva al problema, quasi mai gravata da grossi rischi di complicazioni in pazienti sani.
La terza direzione, più moderna e completa, prevede la decompressione (vedi sopra) e la stabilizzazione con viti peduncolari e barre statiche, dinamiche o ibride della porzione di colonna interessata. E' la soluzione più completa, ma più complessa e costosa, l'intervento può durare 3-4 ore, ed il rischio chirurgico aumenta visibilmente, a fronte della soluzione statico-dinamica migliore per la colonna.
A seconda del grado di danno causato dal suo problema potrebbe riprendere la sua vita normale con della buona fisioterapia e magari con l'uso di un busto durante le attività più pesanti, così come potrebbe non essere sufficiente nemmeno l'intervento chirurgico per permetterle una completa ripresa del suo lavoro.
Questo andrà valutato in corso di una accurata visita specialistica.
I più cordiali saluti,
dr Rinaldi

Dr. Alessandro  Rinaldi