Anni e soffro da anni di ernia discale l5-s1

Sono un uomo di 52 anni e soffro da anni di ernia discale L5-S1, a seguito di continue riacutizzazioni dolorose a livello lombare mi sono sottoposto ad intervento chirurgico nel maggio del 2007 (51 anni)ma dopo un anno sono in condizioni catastroficamente peggiori ed immobilizzato a letto in attesa di un nuovo intervento. Cronologicamente riporto il referto della RMN immediatamente precedente l'intervento chirurgico subito, RMN del 21/04/2007:"il disco intersomatico L5-S1 è di segnale ridotto per fenomeni degenerativi e presenta una sporgenza focale del contorno posteriore da riferire ad ernia espulsa e migrata nel canale vertebrale nel recesso laterale di destra dove comprime la parete del sacco durale e la radice nervosa S1 di tale lato". Il 18/05/2007 subisco il seguente intervento chirurgico, come riportato in cartella clinica: "scheletrizzazione solo a dx a livello L5-S1. Flavectomia ed interemilaminectomia L5-S1 dx. Si evidenzia voluminosa ernia discale che viene rimossa. Discectomia e foraminotomia. Emostasi e chiusura". Purtroppo il dolore persiste con irradiazione dolorosa nella gamba dx ed effettuo una nuova RMN datata 31/7/2007 il cui referto riporta: "Esiti di pregressa emilaminectomia e flavectomia dx L5-S1 con discreta quantità di tessuto fibro-cicatriziale sia all'altezza della osteotomia sia nello spazio epidurale laterale dx del canale vertebrale. Il disco intersomatico L5-S1 è di segnale ridotto per fenomeni degenerativi e presenta una sporgenza diffusa del contorno posteriore da riferire a protusione dell'anulus, senza immagini di vera ernia". Stante il continuo peggioramento del dolore che si irraggia dalla regione lombare fino alla caviglia dx (spesso vere paralisi della gamba dx)effettuo una Elettromiografia (27/09/2007) che risulta nei limiti della norma ed il 02/04/2008 effettuo una nuova RMN come dal seguente referto: "diffuso potenziameto del segnale della fibrosi cicatriziale epidurale occupante il recesso laterale sinistro del canale vertebrale all'altezza di S1 e consente di dissociare da tale tessuto una componente, piuttosto cospicua, di disco erniato a sede mediana e paramediana sinistra". Attualmente sono inabiltato a letto con dolore grave dalla zona lombo-sacrale attraverso il gluteo fino alla coscia e polpaccio dx, insensibilità delle tre dita dx del piede dx e leggero gonfiore del piede dx. Sono stato proposto per un intervento di fusione strumentata delle vertebre L5-S1. Vorrei sapere se esistono alternative valide e la differenza con la stabilizzazione dinamica, infine se quest'ultima è consigliabile per il mio caso. Grazie, cordiali saluti.
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Dr. Antonio Zingale Neurochirurgo 224 6
Nel suo caso, ritengo personalmente . prima di sottoporsi a nuovo intervento in cui oltre a stabilizzare le due vertebre di cui sopra dovrebbe essere effettuata la neurolisi della radice interessata in quanto la sua sintomatologia credo sia riconducibile alla fissità di radice da cicatrice disco connettivale, sia necessaria sottoporsi a dieta dimagrante e ciclo di infiltrazioni transforaminali L5-S1 con acido ialuronico e cortisonici.

Dr. Antonio Zingale

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Zingale le sono molto grato per la sua risposta.
Le confermo che l'intervento chirurgico propostomi prevede, in linea con la sua valutazione, la neurolisi e l'artrodesi strumentata.
Vorrei che mi chiarisse se ritiene il ciclo di infiltrazioni, da lei descritto, come possibile alternativa all'intervento oppure una azione propedeutica alla soluzione chirurgica (che non evita l'intervento). Il neuroradiologo descrive il mio canale vertebrale al pari del tunnel degli orrori, nel senso che vi è di tutto: tessuto cicatriziale, fibromatoso e perfino tessuto muscolare, oltre la recidiva di ernia. Un eventuale trattamento percutaneo potrebbe rendere maggiormente difficoltoso l'eventuale successivo intervento chirurgico? La discopatia degenerativa non richiederebbe comunque la soluzione chirurgica? Se posso vorrei rinnovare la richiesta di chiarimenti circa la stabilizzazione dinamica in rapporto al mio caso. Considerato che il dolore invalidante è costante da oltre un mese e da circa 8 giorni è subentrato anche un eggero gonfiore e parziale insensibilità alle dita del piede dx sono esposto a rischi di pregiudizio alla funzionalità dell'arto? In altri termini è consigliabile intervenire con urgenza oppure c'è tempo per valutare il tipo d'intervento? Estremamente grato porgo cordiali saluti.
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Dr. Antonio Zingale Neurochirurgo 224 6
Le infiltrazioni transforaminali potrebbero avere il risultato di determinare una neurolisi farmacologica con miglioramento della sintomatologia clinica e quindi rendendo non immediatamente necessario l'intervento.
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la disponibilità. Cordiali saluti.