Osteofitosi e protrusione
Gentilissimi dottori, mi chiamo Fabio, circa tre anni fa ho iniziato a soffrire di torcicollo e che nel tempo si è trasformato in un vero e proprio compagno della mia vita quotidiana, poi il dolore è diventato molto feroce soprattutto dietro la scapola dx, finche ho iniziato ad avvertire formicolii a tutto il braccio fino alle prime tre dita della mano dx nonostante moltissime iniezioni di voltaren e muscoril.
Dopo tale episodio mi sono sono recato dall'ortopedico che a primo colpo mi prescrisse tutti gli esami strumentali (RMN, RX, EMG e ENG) dei quali vi espongo i risultati:
RMN RACHIDE CERVICALE:
a livello c4-c5 la presenza di protrusione discale ad estrinsecazione paramediana dx, che tuttavia non presenta fenomeni di conflitto midollare nè sulle emergenze nervose corrispondenti;
a livello c5-c6 si apprezza più evidente prolasso erniario ad estrinsecazione paramediana sx che determina una lieve impronta sul midollo con minimi segni di conflitto discoradicolare all'interno dell'infunimbolo foraminale sinistro, che ne risulta infatti ristretto;
a livello c6-c7 si segnala, infine, ernia lateroforaminale destra, che oblitera il recesso adiposo epidurale e impegna l'infunimbolo del canale di coniugazione corrispondente liddove ingenera l'impigement sull'emergenza radicolare.
EMG/ ENG:
L'indagine miografica è compatibile con segni di sofferenza neurogena cronica al muscolo deltoide e meno manifesti ai mm bicipite ed est comune delle dita.
VISITA NEUROCHIRURGICA (ultima delle tre fatta in privato)
Ridotta mobilità antalgica del rachide cervicale soprattutto in estensione rotazione verso dx. Dolorabilità parascapolare mediale dx, deficit parziale di estenzione delle dita della mano dx, riflesso radio-flessore e cubito pronatore ridotto a dx con segni di sofferenza c6 e c7
VISITA NEUROCHIRURGICA (ultima delle quattro fatte presso l'ospedale)
Gli esami confermano la presenza di riduzione in altezza del disco intersomatico a livello c5-c6, in corrispondenza del quale si apprezza una molto lieve osteofitosi retrosomatica mediana, reperto analogo a livello c6-c7 ove l'osteofitosi è prevalente sul lato destro, in corrispondenza del forame di coniugazione e più caudalmente anche in sede medio-laterale sinistra. Minima irregolarità delle limitanti somatiche posteriori prevalente sul lato destro, sia pprezza anche a livello c4-c5, ed in base al peggioramento della sintomatologia clinica (cervicobrachialgia dx con limitazione funzionale nei movimenti di adduzione del braccio e flesso estensione del collo, persistono parestesie notturne prime tre dita ma dx) si conferma l'indicazione chirurgica (fissata il giorno 29/01/2015).
Secondo voi faccio bene a sottopormi all'intervento? A volte ho l'impressione che possa finire tutto senza doverlo fare, poi inizio a star male anche se i sintomi sono migliorati, ma comunque ormai ho un dolore cronico se pur sopportabile anche se assumo spesso farmaci, inoltre, senso di pesantezza al braccio e gonfiore alla mano.
Grazie
Dopo tale episodio mi sono sono recato dall'ortopedico che a primo colpo mi prescrisse tutti gli esami strumentali (RMN, RX, EMG e ENG) dei quali vi espongo i risultati:
RMN RACHIDE CERVICALE:
a livello c4-c5 la presenza di protrusione discale ad estrinsecazione paramediana dx, che tuttavia non presenta fenomeni di conflitto midollare nè sulle emergenze nervose corrispondenti;
a livello c5-c6 si apprezza più evidente prolasso erniario ad estrinsecazione paramediana sx che determina una lieve impronta sul midollo con minimi segni di conflitto discoradicolare all'interno dell'infunimbolo foraminale sinistro, che ne risulta infatti ristretto;
a livello c6-c7 si segnala, infine, ernia lateroforaminale destra, che oblitera il recesso adiposo epidurale e impegna l'infunimbolo del canale di coniugazione corrispondente liddove ingenera l'impigement sull'emergenza radicolare.
EMG/ ENG:
L'indagine miografica è compatibile con segni di sofferenza neurogena cronica al muscolo deltoide e meno manifesti ai mm bicipite ed est comune delle dita.
VISITA NEUROCHIRURGICA (ultima delle tre fatta in privato)
Ridotta mobilità antalgica del rachide cervicale soprattutto in estensione rotazione verso dx. Dolorabilità parascapolare mediale dx, deficit parziale di estenzione delle dita della mano dx, riflesso radio-flessore e cubito pronatore ridotto a dx con segni di sofferenza c6 e c7
VISITA NEUROCHIRURGICA (ultima delle quattro fatte presso l'ospedale)
Gli esami confermano la presenza di riduzione in altezza del disco intersomatico a livello c5-c6, in corrispondenza del quale si apprezza una molto lieve osteofitosi retrosomatica mediana, reperto analogo a livello c6-c7 ove l'osteofitosi è prevalente sul lato destro, in corrispondenza del forame di coniugazione e più caudalmente anche in sede medio-laterale sinistra. Minima irregolarità delle limitanti somatiche posteriori prevalente sul lato destro, sia pprezza anche a livello c4-c5, ed in base al peggioramento della sintomatologia clinica (cervicobrachialgia dx con limitazione funzionale nei movimenti di adduzione del braccio e flesso estensione del collo, persistono parestesie notturne prime tre dita ma dx) si conferma l'indicazione chirurgica (fissata il giorno 29/01/2015).
Secondo voi faccio bene a sottopormi all'intervento? A volte ho l'impressione che possa finire tutto senza doverlo fare, poi inizio a star male anche se i sintomi sono migliorati, ma comunque ormai ho un dolore cronico se pur sopportabile anche se assumo spesso farmaci, inoltre, senso di pesantezza al braccio e gonfiore alla mano.
Grazie
[#1]
Gentile paziente,
l'indicazione chirurgica dipende fondamentalmente dall'integrità funzionale neurologica, ossia dall'assenza di un danno nervoso di natura irreversibile in atto. In poche parole l'esame EMG ed ENG non deve riferire che la radice nerrvosa sia in denervazione; solo in questo caso l'intervento non è procrastinabile. negli altri casi si può sempre tentare l'esecuzione di un trattamento conservativo, basato oltre che sulla terapia farmacologica, anche e soprattuto sulla fisioterapia e la rieducazione posturale. solo in caso di fallimento del trattamento conservativo si può consigliare l'intervento.
l'indicazione chirurgica dipende fondamentalmente dall'integrità funzionale neurologica, ossia dall'assenza di un danno nervoso di natura irreversibile in atto. In poche parole l'esame EMG ed ENG non deve riferire che la radice nerrvosa sia in denervazione; solo in questo caso l'intervento non è procrastinabile. negli altri casi si può sempre tentare l'esecuzione di un trattamento conservativo, basato oltre che sulla terapia farmacologica, anche e soprattuto sulla fisioterapia e la rieducazione posturale. solo in caso di fallimento del trattamento conservativo si può consigliare l'intervento.
Dr. Alessandro Landi
Specialista in neurochirurgia e chirurgia vertebrale
Consulente del comando generale dell arma dei carabinieri di Roma
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.7k visite dal 26/01/2015.
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