Ependimoma di grado 2

buonasera il 4 dicembre scorso mio padre di anni 81 si sente male ,all'ospedale la tac rileva:in prossimità dell'emiporzione destra dello splenio del corpo calloso alterazione focale ovalare ipodensa(dimensioni massime 36x21)con importante edema perilesionale determinante segni di effetto massa sul corno posteriore dell'emisistema ventricolare omolaterale.la tac con contrasto evidenzia che la lesione subisce intenso e disomogeneo enhancement periferico.i neurochirurgi propendono per l'asportazione ma dopo la sospensione di un antiaggregante per i cuore che prende quindi circa 10 giorni dopo.il 14 dicembre lo dimettono con terapia cortisonica e antiepilettica in attesa dell'intervento.viene richiamato il 20 gennaio ma senza nemmeno metterci al corrente gli fanno una biopsia stereotassica e lo dimettono 4 giorni dopo in buone condizioni,in attesa del referto istologico.il 10 febbraio mio padre si sente molto male con forti crisi epilettiche nonostante la terapia eviene ricoverato questa volta in neurologia con l'adeguamento della terapia keppra 1000 per 3 e glicerolo .il referto istologico arriva il 14 febbraio (ependimoma di grado 2) e dopo una settimana i neurochirurgi decidono che non è operabile,ma che farà un pò di radioterapia .fino ale 28 febbraio rimane nel reparto allettato eil 28 gli fanno la puntura lombare che non evidenzia neoplasia nel liquor ma sangue.il giorno 3 marzo al risveglio mio padre non riesce a parlare ma nonostante ciò l'egregio primario gli dà le dimissioni dicendo che un ischemia è normale.lo riportano a casa in ambulanza alle 14 e alle 18 richiamiamo il 118 perchè peggiorava sempre di più non riusciva più a muovere la parte destra e viene ricoverato nuovamente in neurologia.il giorno dopo ha nuove crisi epilettiche e una crisi polmonare poi dai raggi scoprono che ha pure la broncopolmonite e quindi mi dicono che la situazione è critica.riesce ad uscirne dopo 10 giorni nonostante non riesce a parlare ma muove le gambe e le braccia e capisce poi improvvisamente il 27 marzo ha riavuto continue crisi epilettiche per 3 giorni che l'hanno totalmente debilitato e adesso si trova in uno stato di sonno e veglia ma non parla e non si muove.come hanno potuto farlo arrivare a questo punto?mi dica qualcosa la prego
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Gentile Signora
il caso da lei descritto appare estremamente delicato. Per quanto ne so all'Aquila opera un collega neurochirurgo primario presso l'ospedale di questa città, dotato di ottimo bagaglio tecnico. Quindi se è stato lui a non ritenere operabile la lesione, c'è da credergli. Gli aspetti sono concatenati, in quanto la lesione prossima al corpo calloso determina facilmente le manifestazioni epilettiche, e queste, così intense, causano una sofferenza cerebrale diffusa.
Va quindi considerato un riesame della situazione per valutare gli ultimi margini di operabilità di una lesione altrimenti non maligna (ependimoma grado 2). Va studiata accuratamente la terapia antiepilettica. Tutto questo necessiterebbe di valutazione ambulatoriale diretta, seguita da ricovero. Purtroppo non è possibile garantire una soluzione della malattia e dei suoi sintomi.
Cordiali saluti,

Dr. Alessandro  Rinaldi

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dopo
Utente
Utente
gentilissimo dottore la ringrazio per la sua risposta mi ha chiarito più lei che i dottori in quattro mesi,purtroppo mio padre se n'è andato ieri.Il primario di cui lei parla non l'ha preso in carico ma lo ha lasciato alla sua equipe,l'impressione mia e della mia famiglia è che si siano comportati in maniera menefreghista perchè mio padre era anziano altrimenti dal 4 dicembre avrebbero provveduto subito a fare radioterapia o altro se non operabile, tipo radioterapia stereotassica.Se avessi saputo che si sarebbero comportati cosi avrei richiesto un altro consulto fuori regione purtroppo quando ci stavamo pensando mio padre si è aggravato e non ci è stato più possibile.Mi dica se lei avesse un paziente nelle condizioni iniziali di mio padre aspetterebbe 2 mesi prima di intervenire in un qualsiasi modo?
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Buona Pasqua.
Mi spiace molto per l'esito della malattia del suo papà. Purtroppo l'evoluzione è stata evidentemente così rapida da rendere difficile ogni scelta alternativa. Cionontoglie che resto insieme a lei meravigliato dello scarso dialogo ed interesse da parte del primario nel gestire un caso particolarmente delicato.
Saluti