Recidiva d' ernia l4-l5

Salve, gradieri Vostra opinione su questi fatti.

nell'aprile del 2007 sono stato operato: Microdiscectomia IV L- V L destra.

gli esiti dell'operazione buoni; nell'anno successivo all'intervento ho praticato molto nuoto
e su consiglio del medico che mi ha operato, nessuna fisioterapia particolare.

tutto è proceduto ottimamente fino all' agosto 2008 quando il dolore si è fatto risentire,
non con l'intensità precedente all'operazione ma comunque tale da impedirmi di camminare;
cammino ma solo per brevi tratti, il dolore estremaente intenso la mattina quando mi alzo e
tende aquietarsi durante il giorno.

Ho effettuato a settembre una nuova RMN, di seguito l'esito che evidenzia purtroppo una recidiva:

Esiti di intervento di interlaminectomia destra in L4-L5 dove si apprezza minima quantità
di tessuto cicatrizzante in sede endoscopale.
A questo livello si apprezza recidiva d'ernia discale che impegna in sede paramediana destra
il sacco durale e l'origine della radice di L5.
Non vi sono alterazioni di segnale di tipo focale delle limitanti somatiche-

in L3-L4 discopatia involutiva con disco che protrude in sede centrale dove impegna il sacco
durale.

L'ampiezza del canale vertebrale è costituzionalmente ai limiti inferirori della norma.
Non vi sono alterazioni di segnale di tipo focale delle vertebre lombari o del contenuto
endospecale.


Il chirurgo che mi ha operato ha parlato di una nuova operazione, più impegnativa della prima,
in quanto si tratterebbe della sostituzione del disco "scollato"; visto però la complessità
dell'operazione mi ha consigliato di tentare strade "alternative" da inizaire con trattamenti
per ridurre il dolore (TENS e Ultrasuoni) che però ad oggi non mi hanno portato beneficio.

Vorrei cortesemente sapere cosa ne pensate e su quali opzioni alternative all'intervento possa orientarmi e quali percentuali di esito positivo attendermi.

Grazie
[#1]
Dr. Ettore Sannino Neurochirurgo 102 6
a mio parere purtroppo nessuna alternativa all'intervento. Vero è che si tratta di intervento diverso dal primo, ma francmente non credo che riervi particolari complessità e/o richi aggiuntivi. si tratta di asportare del tutto il disco e ostituirlo con una protesi (PLIF).
Tenga conto che la recidiva di ernia del disco operata è più frequente di quanto si dica

Dr. Ettore Sannino

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.

La Plif è esattamente quanto di cui mi ha accennato il chirurgo che mi ha operato.

io, sinceramente vorrei provare una via che non porti un ulterirore intervento.
So che esistono varie scuole di pensiero, chi sostiene l'intervento (dal primo ai successivi) e chi sosiene che vi siano altre vie e i più estremi, probabilmente, che l'ernia al disco ormai non si opera più.

Vorrei capire quanto sia "spessa" la linea tra queste due posizioni; quando cioè l'operazione (in questo caso la seconda per recidiva) divenga oggettivamente l'unica soluzione.

ad oggi il dolore è assai fastidioso ma tollerabile, quindi anche terapie meno invadenti ma più "lente" nella risoluzione, sempre che ce ne siano, potrei affrontarle.

La mia domanda quindi è quale altre strade posso cercare di intraprendere per risolvere nel tempo la situazione:
chiropratica? fisioterapia? ginnastica specialistica?
esistono centri di "eccellenza" per questo tipo di problema?

Grazie per i vostri consigli
[#3]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,
la medicina ha smesso di essere filosofia (quand'anche mai lo è stata) almeno dai tempi di Ippocrate.
Concordo con il collega sul fatto che, se c'è una recidiva di ernia, l'intervento è l'unica terapia possibile.
Se poi può esere indicata l'applicazione di una PLIF o meno, o di altra tecnica o ancora la semplice discectomia è una valutazione che potrà fare solo lo specialista che La visita.
La opportunità dell'intervento va valutatta di caso in caso e lo si fa tenendo conto della clinica e non di Scuole di pensiero più o meno credibili.
La compressione che un disco erniato può dare sulla radice corrispondente è a rischio di danno della radice stessa e di conseguenza dell'attività motoria dei muscoli innervati da detta radice.
Cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Dott. Migliaccio,

grazie per il suo parere.

E' chiaro che i miei precedenti commenti sono dettati dal fatto che, nella situazione in cui mi trovo, non essendo un "tecnico" nè tanto meno preparato sull'argomento, stia ricercando una via tra le varie strade possibili.

Non ci vuole essere quindi nessuna vena polemica poichè, oltre ad non averne i mezzi la mia è esclusivamente una richiesta d'aiuto.

probabilmente, come dite, non vi è alternativa alla nuova operazione.

e' altresì vero però che cercando di trovare risposte mi è capitato di imbattermi in casi simili (anche se credo che ogni caso non sia quasi mai uguale agli altri)in cui la risoluzione del problema c'è stata tramite un cammino fisioterapico particolare, interventi di chiropartica etc.

probabilmente tutti percorsi che non risolvono il problema alla radice ma che ...potrebbero...in qualche modo portare benefici.

i punti di vista che mi sono stati espressi sono spesso agli antipodi; anche tra persone che si muovono nello stesso ambito ho trovato approcci diversi: c'è chi dice che dopo l'operazione non occorre fisioterapia di sorta come chi sostiene che ginnastica sportiva ed esercizio di rilassamento sono fondamentali; chi sostiene che si possa nuotare chi no, chi che andare in bicicletta (passeggio) è assolutamente consigliabile chi viceversa lo vieta. chi opta per l'immobilità chi invece sostiene il contrario.

Probabilmente dientro ogni differente situazione non esiste una regola univoca, da qui la mie richieste d'aiuto e l'approccio a questo sito: ampliare il perimetro, avere più punti di vista per poter prendere serenamente una decisione.

oggi, il dubbio vero è di fatto molto pratico; andare a nuotare, fare della fisioterapia o delle sedute dal chiropratico o da un osteopata oltre che terapie più "tradizionali" come ultasuoni, tens ...

cosa assolutamente sconsigliato e cosa invece fattibile o quantomeno senza controindicazioni?

Grazie

Grazie
[#5]
Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Nessun medico (è una norma Costituzionale) può praticare alcun tipo di terapia senza il consenso del paziente.
Fatto questo doveroso richiamo, la decisione di cosa fare, nonostante sia necessario intervenire chirurgicamente, ora spetta solo a Lei.
Con molta cordialità
[#6]
Dr. Ettore Sannino Neurochirurgo 102 6
Gentile, non si può altro che concordare con il collega Migliaccio su tutta la linea. La medicina non è teorizzazione e, mi creda, l'ernia è una patologia in cui entra in gioco una situazione conflittuale tra vari elementi: il disco erniato, le strutture legmentose, l'osso e la radice nervosa. Essendo quest'ultima la più debole, è destinta a soccombere e da qui nsce il dolore, di cui lei soffre da tempo.
Detto questo, le auguro di trovare la "sua" strada migliore, fermo restando che l'intervento non è un scelta così tragica; bisogn solo che lei se ne persuada
Auguri di vero cuore