Il 16 novembre 2008 è stato diagnosticato un aneurisma cerebrale congenito all'arteria,

A mio padre, di anni 62, il 16 Novembre 2008 è stato diagnosticato un aneurisma cerebrale congenito all'arteria, con episodio scatenante verificatosi dieci giorni prima circa, accompagnato da febbre, giramenti di testa e pressione alta (ca. 100/157) fino a quando ha perso completamente conoscenza.
Ricoverato con urgenza, è stato trattato con Nipotop,Tranex e Ferix, e dopo che le condizioni si sono stabilizzate, il 3 dicembre è stato sottoposto a intervento chirurgico di clippaggio.
I medici ci hanno assicurato che l'intervento è riuscito perfettamente.
Sennonchè ad oggi mio padre non ha ancora acquistato la piena coscienza, versando in uno stato semicomatoso, caratterizzato da sonno continuo.
La pressione continua ad essere alta, raggiungendo anche i 120/175.
I medici ci hanno spiegato che ciò è dovuto ad un edema postoperatorio che va a comprimere la zona cerebrale che stimola il sonno; pertanto hanno annunciato un ulteriore intervento per inserire una valvola che risolva il problema.
Richiedo dunque, cortesemente, di chiarirmi la natura di quest'ultimo intervento ovvero l'eventuale pericolosità dello stesso, nonchè di indicarmi se mio padre, in seguito potrà davvero riacquistare completamente la piena coscienza di sè e dei propri movimenti. Attualmente non vi sono complicazioni nè di carattere cardiaco nè respiratorio.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Non mi è possibile esprimere un giudizio sulle eventuali complicanze, anche perchè dovrei sapere la sede dell'aneurisma, ovvero in quale arteria si sia formato.
Questo è importante per capire come mai è stato proposto e scelto l'intervento a cielo aperto (ovvero la craniotomia) e non il meno rischioso e invasivo intervento di embolizzazione mediante la semplice introduzione di un catetere nell'arteria femorale (della coscia.
Ci faccia sapere
Cordialmente
Ipertensione

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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