Sospetta miopatia da statine

Gent.mi Dottori, Vi chiedo cortesemente se un valore di "CPK" pari a 220, in soggetto anziano parkinsoniano (mia madre di anni 88) con anamnesi di 2 ischemie cerebrali (la prima transitoria la seconda no tuttavia felicemente risolta), in cura, tra l'altro, con antiaggregante, dopamino-agonista ed anti-epilettico, sofferente di dolori alle gambe che potrebbero essere imputati sia al parkinsonismo secondario (probabilmente di origine vascolare) che alla suddetta sospetta miopatia, richiede a Vs. avviso la sospensione del "Torvast 10" ovvero la sostituzione di tale farmaco con statine di nuova generazione (ammesso esistano) esenti da tali effetti collaterali. Faccio presente che tale soggetto non ha accusato ulteriori episodi ischemici da quando, 5 anni or sono, ha iniziato l'assunzione di statine (prescritte unicamente per prevenzione ischemica e non per ipercolesterolemia). Conscio che trattasi, probabilmente, di un'esigenza di bilanciamento nel trattamento farmacologico, mi preme conoscere, nelle more di una valutazione diretta dello specialista (attualmente in ferie) ce ha in cura il soggetto, quale sia l'orientamento prevalente, in casi analoghi, nella pratica clinica di medicina generale. Ringrazio in anticipo per l'attenzione che vorerte riservarmi e porgo i migliori saluti.
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Dr. Domenico Brunetto Chirurgo vascolare, Chirurgo generale, Angiologo 24 1
Gentile Utente,
anche se apparentemente il mio profilo professionale non sembrerebbe il più appropriato, in qualità di chirurgo vascolare mi trovo a prescrivere giornalmente terapie contro le varie patologie vascolari e contro l'ipercolesterolemia.
Il valore di CPK di 220 (indice di rabdo-miolisi) da Lei riportato è certamente alto ma non allarmante.
Il criterio valutativo principale circa la opportunità di prosecuzione della terapia con statine va ricercato senza alcun dubbio nel valore del Colesterolo LDL dopo terapia, che, ricordo, deve essere inferiore o uguale a 100.
Per cui, se il colesterolo LDL di Sua mamma è notevolmente superiopre a 100, allora dovrà continuare la terapia nonostante il lieve danno muscolare. Altrimenti può sospendere o ridurre la posologia.
E' tuttavia vero che altre molecole, come la rosuvastatina, anche a bassissimi dosaggi (5 mg pro die) hanno mostrato buoni risultati senza indurre un danno muscolare significativo.
In altre parole bisogna farsi guidare dai "risultati" raggiunti in termini di ruiduzione del Colesterolo LDL.
Spero di essere stato utile.
Cordiali saluti.
d brunetto
[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
Gent.mo Dr. Brunetto, La ringrazio per la Sua cortese e pertinente risposta. Volevo far presente che, così come segnalato nel quesito postato, la prescrizione di statine, nel caso di mia madre, prescinde dai valori di colesterolo (assolutamente non allarmanti seppure un attimino "sopra"), avendo valutato, gli specialisti che la seguono, opportuna la somministrazione di tale sostanza per la mera prevenzione di ulteriori accidenti vascolari. Sperando di non abusare della Sua disponibilità La prego di chiarirmi se, a Suo avviso, le recidive ischemiche debbano essere controllate dalle statine solo in relazione ad un'accentuata rilevazione dei valori colesterolemici, ovvero tale sostanza farmacologica manifesti un'auspicabile azione protettiva "a prescindere". Credo che il nocciolo, nella fattispecie, stia lì. La Sua segnalazione della molecola di nuova generazione mi è utilissima, e non mancherò di prospettare, se del caso, un opportuno cambio di terapia al medico. Grazie ancora di cuore in anticipo, cordialmente
[#3]
Dr. Domenico Brunetto Chirurgo vascolare, Chirurgo generale, Angiologo 24 1
Gentile Utente,
Che le statine abbiano un ruolo protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari è vero, ma attraverso una prevenzione del degrado della parete arteriosa, cui contribuiscono vari altri fattori, tra cui l'attivazione piastrinica, lo stato trombofilico, metabolico etc. Infatti non è descritto un effetto antitrombotico "diretto" ma vasoprotettore o vasoregolatore se così si può dire. In ogni caso il valore dell'LDL Colesterolo rimane sempre la guida principale nella indicazione terapeutica con statine. In altri termini l'effetto della inibizione della sintesi endogena del colesterolo (circa il 60% di questo è di origine endogena e il resto alimentare) è il vero target della terapia, che va considerata innanzitutto come terapia metabolica e di conseguenza vascolare. E' infatti dimostrato che le statine, attraverso la riduzione dei livelli ematici di colesterolo, e in particolare di LDL colesterolo, possono ridurre la formazione o lo spessore della placca aterosclerotica della parete arteriosa, attraverso una "regolazione" di tipo metabolico. A ciò consegue un ridotto rischio trombogeno e quindi un ridotto rischio ischemico.
Spero che tutto ciò non risulti troppo complicato, ma così è, alla luce di tutti gli studi di profilassi e controllo delle malattie cardiovascolari fatti in vari paesi del mondo.
Sperando di essere stato utile, porgo distinti saluti.
d brunetto
[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2013
Ex utente
E' stato chiarissimo, Gent.mo Dr. Brunetto. La mia impressione, tuttavia, è che non tutti i suoi colleghi adottino questa strategia terapeutica, in quanto alcuni prescrivono le statine tout court, per mera prevenzione vascolare, prescindendo dai valori LDL, quasi tale farmaco rappresentasse, in sè, un "allunga-vita" (ovviamente nei pazienti a rischio trombotico seppur non ipercolesterolemici). Questa è la mia limitatissima ma attenta osservazione personale. Nella fattispecie della mamma, che presenta valori "border-line", mi pare di capire che, semprechè il CPK non evidenzi cifre più preoccupanti, l'assunzione di 5 mg/die di rosuvastatina possa rappresentare una terapia ragionevole. Appena rifatte le analisi, valuteremo con il medico curante. Grazie mille e buon lavoro. Cordialmente
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