Alzheimer: peggioramento dopo un trauma. perché?

Mio padre di 84 anni, affetto da una forma lieve/moderata di Alzheimer da circa 12 mesi ed in cura con Aricept, a seguito di una caduta in casa con frattura del femore e successivo intervento chirurgico, è peggiorato in maniera catastrofica al punto che ora alterna ad un torpore continuo rarissimi momenti di coscienza e di interazione. Mi chiedevo come mai un evento traumatico, in apparenza banale e ben superato, abbia invece potuto far peggiorare in brevissimo tempo la sua situazione, determinando un deficit cognitivo così massiccio. Tutti mi dicono che è normale e può accadere, nessuno però mi sa dire effettivamente cosa succede ai neuroni di un malato di Alzheimer quando si verifica un evento del genere. Perché si assiste ad un crollo netto ed evidente delle residue capacità cognitive e mnemoniche? Perché un trauma può ulteriormente interferire con lo scambio di acetilcolina tra i neuroni? E' tutto ciò veramente imputabile all'evento traumatico in sè oppure la medicina accampa una plausibile ipotesi senza sapere effettivamente dare una spiegazione scientifica del fenomeno. Con questo mio intervento al forum non cerco però un aiuto umano alla grave situazione quanto piuttosto un chiarimento scientifico del perché si è verificato un decadimento del genere in meno di una settimana.
Grazie antitipatamente per la risposta.
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Dr. Francesco Santoro Neurologo, Neurochirurgo 93 1
La Demenza di Alzheimer frequentemente peggiora dopo un evebto
traumatico specie se non è lieve (come una frattura di femore).
Peraltro, dopo un evento traumatico di questa portata, non raramente
persone dell'età di Suo padre, prima assolutamente normali, possono
presentare segni di deterioramento psichico. A tutt'oggi purtroppo
non è dato sapere perchè un soggetto con demenza di Alzheimer molte
volte peggiora dopo un evento traumatico; il ruolo dell'Acetilcolina
è a tutt'oggi ipotetico, e tra l'altro finora è sconosciuta la causa
dell'Alzheimer. Vengono usati, come Lei ben sa, farmaci cosidetti
"Inibitori dell'enzima Acetilcolinesterasi", che in tal modo, ritardando la degradazione e il turnover dell'Acetilcolina, ne aumentano la biodisponibilità a livello delle sinapsi interneuronali
cerebrali. Però tali farmaci non guariscono l'Alzheimer; talvolta
sembra che possano semplicemente rallentarne l'evoluzione, e di norma si prescrivono nelle forme iniziali che al MiniMentalTest
rientrano nel range di punteggio fra 13 e 24 (come da Progetto
Cronos).
Cordiali saluti e auguri per Suo padre.

Dott. FRANCESCO SANTORO, Neurologo

Dr. Francesco Santoro

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