Un minimo senso della logica

Salve ...scrivo per mio figlio di 12 anni che frequenta la 2 media.
Quando aveva 8 anni , in 3 elementare avevo notato nel bambino difficolta nei calcoli e soprattutto nella logica .per 3 anni sottopongo mio figlio a svariate visite per scoprire se effettivamente fosse un DSA ma l'ASL non mi conferma questo liquidandomi dicendo che era un bambino insicuro emotivo e che necessitava di un sostegno psicologico.nel frattempo il bambino sembrava peggiorare anche perché con l'avanzare degli anni il programma scolastico diventava sempre più impegnativo...all'età di 11 anni e quindi nella 1 media ,non mi arrendo e vado privatamente dove dopo alcune visite e test finalmente arriva la diagnosi DSA soprattutto nel campo logico- matematico....per un anno mio figlio ha seguito un percorso (a pagamento )dove a loro dire avrebbe aiutato e stimolato il bambino a migliorare la parte logica.Bene ...parto dal presupposto che non mi pento del percorso fatto ,nonostante gli innumerevoli sacrifici economici (tutto privatamente),perché ho tentato in tutto e per tutto per aiutarlo ma oggi devo dire che non è servito a niente.mio figlio non ha un minimo senso della logica ...nelle frazioni...nei problemi di geometria è un vero e proprio disastro! Anche i dettagli più elementari non riesco a farglieli capire.anche in scienze ,nemmeno con le rappresentazioni grafiche...oggi per un problema di geometria ci siamo stati dietro venti minuti senza riuscirci nella risoluzione.
Ogni qual volta che lo aiuto a studiare il giorno dopo sembra che ogni sforzo è stato inutile perché non è più in grado di ripercorrere un procedimento che lui non con poca fatica ha memorizzato e tutto questo non fa altro che deprimerlo sempre più con il risultato che tende ad allontarsi dai suoi impegni scolastici .cos'altro possiamo fare per aiutarlo? A scuola sono stati attivati i Bes per i DSA ,l'ausilio della calcolatrice...delle mappe...libri riassuntivi...ma sembra non essergli d'aiuto più di tanto e ora come profitto sembra toccare il fondo e non so cosa fare di più per aiutarlo...
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Dr. Adelia Lucattini Psichiatra, Psicoterapeuta 182 7 27
Da quanto riportato con dettaglio e precisione, L'impressione è che il bambino, adesso preadolescente, sia stato ben seguito dal punto di vista "riabilitativo" ovvero quello che oggi viene chiamato il potenziamento delle capacità che possono andare a compensare le difficoltà.
Attraverso tests idonei, infatti, è stato individuato sembrerebbe per tempo anche se non precocemente un eventuale disturbo specifico dell'apprendimento.
Alcuni di questi disturbi non regrediscono con la terapia riabilitativa o potenziativa, migliorano con una psicoterapia di supporto poiché la parte depressiva o di ansia si riduce notevolmente, inoltre, i disturbi specifici dell'apprendimento possono essere ben compensati da altre funzioni mentali e da una buona attitudine psicologica oltre con l'utilizzo di mezzi dispensativi (carico di organico di compiti a casa , tempi più lunghi nelle verifica scuola, eccetera) e compensativi (uso della calcolatrice, mappe concettuali, audiolibri, eccetera).
Seconda del disturbo specifico dell'apprendimento presentato e dal livello di gravità che vada sotto-soglia a grave o multiplo) si consiglia di intraprendere studi superiori e universitari che non abbiano come attività e materie di studio prevalenti quelle in cui il ragazzo o la ragazza hanno delle difficoltà, ma in generale si è potuto osservare che con l'ausilio di mezzi compensativi e la dispensativi, il loro percorso di studi può essere buono e in alcuni casi eccellente se si applicano e se nel frattempo non hanno perduto fiducia in sé stessi.
Per ovviare a questa mancanza di fiducia o allo scoraggiamento che in certi momenti possono sentire, è sempre consigliabile una psicoterapia analitica di supporto con degli incontri periodici con i genitori.

Dr. Adelia Lucattini.
Psichiatra Psicoterapeuta.

Psicoanalista Ordinario SPI-IPA.Esperta in bambini e adolescenti.Depressione-Disturbi dell'umo

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dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dott Lucattini ,grazie per la risposta.
I momenti di sconforto per mio figlio sono all'ordine del giorno ma anche per me ,mi creda perché passare a volte ore e ore chiusi in camera a leggere e rileggere spiegare e rispiegare un passaggio matematico ( spiegato 5 minuti prima) per poi arrivare alla conclusione che non è servito a niente ,per me non è' un bel momento perché sento di non aver concluso nulla e di aver parlato al vento. ..in alcune materie come storia e spagnolo riesce a prendere dei voti davvero buoni e vedo nei suoi occhi la gioia e l'ansia nel dirmelo per farmi felice.Non sono un genitore che lo assilla con lo studio o che lo lascia studiare senza seguirlo...o che che pretende il massimo come profitto scolastico assolutamente,anche perché conosco i limiti di mio figlio..ma vorrei che migliorasse per lui stesso ,per un suo futuro indipendentemente dei voti scolastici...conta ancora sulle dita per il resto se esce a comperare anche solo un gelato per pochi euro.Non vorrei mai che si sentisse in disagio con i suoi amici per questo ,specialmente ora che è in una fase di crescita in cui si confronta spesso con i suoi coetanei.Lei mi parla di psicoterapia analitica ma rifiuta ogni altro approccio con i dottori che riguardano quel suo disturbo perché ormai saturo dagli anni precedenti ..4 anni non sono pochi...come dargli torto..sono davvero scoraggiata
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Dr. Adelia Lucattini Psichiatra, Psicoterapeuta 182 7 27
Ben comprendendo necessità di aiutare i figli, di solito non è bene che il rapporto tra genitori e figli si limiti all'esclusivo svolgimento dei compiti perché questo può precludere la possibilità di stare bene insieme facendo altro, ad esempio giocando quando i figli sono piccoli, parlando e condividendo altri momenti quando sono più grandi.

Naturalmente che i ragazzi hanno delle resistenze a parlare con uno psicoterapeuta, esperienza del tutto nuovo e su quale di solito si sono informati tramite film, televisione, forum, sentito dire.

Potrebbe essere utile andare insieme da un analista, condividere questo momento del chiedere il parere di uno specialista che non assegna "compiti" e verifiche ma che parla e cerca di capire e far capire come funziona la mente e le emozioni (buone o cattive che siano), che aiuta ad imparare come affrontare le proprie difficoltà ottimizzando le forze e massimizzando i risultati.
Non ultimo la psicoterapia aiuta a sentirsi meglio, a vivere più serenamente e auspicabilmente ad essere più felici.

Andare insieme ai propri figli ad un primo colloquio con lo psicoterapeuta è un atteggiamento positivo e molto spesso incoraggiante.

I figli spesso non chiedono "un parere" ma un aiuto e desiderano che gli adulti siano in grado di prendere decisioni anche per loro, certamente coinvolgendoli.
I figli apprezzano quando i genitori agiscono con coraggio, assumendosi la responsabilità delle scelte che stanno facendo, in particolar modo quando è per il loro bene.
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dopo
Utente
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La ringrazio nuovamente del suo parere e consiglio...come dice lei per il suo bene faremo un tentativo ,un nuovo percorso insieme .grazie infinite del supporto