Nervo alveore

Buongiorno a tutti.
Premetto che ho già letto i vari post sull'argomento "denti del giudizio", ma vorrei avere alcuni chiarimenti ulteriori; sono studente di medicina, anche se aspirante psichiatra, quindi conosco abbastanza l'argomento, ma non ho molto idea di come vadano le cose nella pratica clinica. La mia ragazza, questa mattina, si è sottoposta all'estrazione di 3 denti del giudizio (e già questo mi ha stupito; non pensavo se ne togliessero così tanti); estraendo l'ultimo, è stata asportata anche una diramaziione del nervo alveolare. Immagino che si tratti di una complicanza abbastanza comune, ma vorrei sapere qual è la probabilità che il danno si protragga indefinitamente oltre i 6 mesi; suppongo che il danno possa essere solo sensoriale, ma quanto può essere esteso e invalidante? Ha senso fare TAC di controllo in questo periodo, o è più logico aspettare? Nel caso di danni permanenti, bisogna ricorrere contro il chirurgo o contro la struttura? Onestamente penso che l'operazione sia stata effettuata con ogni precauzione. Ovviamente, mentre ho rassicurato i pazienti che mi è capitato di accompagnare a operazioni del genere, ora che si tratta della mia ragazza sono invece assalito da mille dubbi.
Grazie per l'attenzione,
paolo
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Dr. Emilio Nuzzolese Dentista, Gnatologo, Medico legale, Ortodontista 135 1
Buon giorno anche a te. Lusinga l’idea di poter dare un consiglio ad un futuro medico attraverso il web. Grazie per la fiducia accordataci.
Entriamo subito nell’argomento:
Il numero massimo di estrazioni dentarie non è previsto. La scelta varia da situazione a situazione e si basa molto sul tipo e carattere del paziente. Evidentemente la tua ragazza era in grado di sopportare le varie estrazioni. Da tenere presente anche che, in genere, l’estrazione dei denti del giudizio superiore, se erotti, è piuttosto banale, quindi facilmente sopportabile. Senza dimenticare che in questa maniera non si deve assumere farmaci per un periodo prolungato, ma in un unico ciclo.
Non credo che nell’intervento del dente del giudizio inferiore sia stata poi effettivamente “asportata una diramazione del nervo”. Se la situazione anatomica non poteva prevenire il danno neurologico bisogna solo attendere l’esito degli eventi, assumendo magari del cortisone intramuscolarmente e del complesso vitaminico B. In questo senso un TAC a scopo conoscitivo non avrebbe significato, quindi io la eviterei. Chiariamo meglio questo punto: se si tratta di una lesione diretta al nervo, la parestesia potrebbe scomparire solo dopo anni. Se si tratta, invece, di un lesione indiretta, la parestesia si può protrarre per 6-9 mesi e poi gradualmente regredire. Come hai giustamente detto, si tratta di una complicanza di tipo sensitivo, per cui non ci saranno limitazioni funzionali e non sembrerà nulla (tranne nei casi più gravi) esternamente sul viso.
Eviterei la strada legale, poiché si tratta di una complicanza comune dell’intervento chirurgico in sé. In genere sarebbe lecito chiedere solo i danni derivanti dall’inabilità temporanea ed eventuali spese mediche da sostenere per curare la complicanza neurologica. Se si tratta di uno Studio Odontoiatrico privato il destinatario di una eventuale richiesta è il titolare dello Studio stesso. Nel caso di una struttura pubblica il Primario o il Direttore della Clinica.
Attendere qualche mese è, a mio giudizio, la strada da intraprendere prima di fare qualche passo sbagliato o inutile.

Emilio Nuzzolese

Dott. Emilio Nuzzolese
Odontoiatra, Dottore di Ricerca
Chirurgia Orale, Odontologia Forense

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Dr. Fabio Gramaglia Dentista 66
Buongiorno,cosa aggiungere di piu' all'esposizione accademica del Dott. Nuzzolese ?! Segua i suoi cinsigli!

Dott. Fabio Gramaglia

[#3]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per la risposta tempestiva. E grazie per i consigli; purtroppo ho sempre l'impressione di imparare troppo poco in corsia, e di dovermi costruire da solo le conoscenze pratiche (mentre di nozioni teoriche ne ho ricevute in abbonzanza), col risultato di trovarmi al sesto anno con enormi "buchi" da colmare.
Ho parlato di "asportazione di una diramazione nervosa" perchè così si è espresso il medico dopo l'intervento (o meglio, ha spiegato che "è venuto via un filuzzo di nervo alveolare che non doveva essere lì"); confesso purtroppo la mia ignoranza al riguardo: si tratta dunque di solito di una lesione, più che di resezione di un ramo? Dalle parole di chi ha operato mi era sembrato di capire altrimenti.
Ho parlato al telefono poco fa con la mia ragazza, che è un po' spaventata dalla sensazione di "non avere un pezzo di labbro". Ma le sembra anche di provare ogni tanto un formicolio alla zona anestetica. Immagino sia un buon segno...
Spero che si tratti davvero di una lesione reversibile; una lesione nervosa non è da considerare irreversibile dopo i 6 mesi? Per quanto rigurda la terapia con cortisone, dopo quanto tempo dovrebbe iniziarla? Immagino non subito.
Grazie ancora per la pazienza.
Paolo
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Attivo dal 2004 al 2008
Medico di continuità assistenziale, Medico di medicina generale, Dentista
gentile amico,
concordo coi colleghi precedenti.
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Dr. Marco Capozza Dentista, Ortodontista, Gnatologo 634 18 3
Concordo con il Dott. Nuzzolese.
Purtroppo non mi sembra che siano disponibili metodi per sapere se la lesione del nervo alveolare inferiore è completa (resezione). Spesso sono sufficienti poche settimane per riacquistare completamente la sensibilità.
Per una corretta terapia consiglio comunque di consultare un neurologo. Molti anni fa venivano somministrati dei farmaci che poi sono stati ritirati dal mercato. Infine fortunatamente la lesione completa è un evento relativamente raro.
Saluti

Dott. Marco Capozza
https://www.dentista.lecce.it/

[#6]
Dr. Emilio Nuzzolese Dentista, Gnatologo, Medico legale, Ortodontista 135 1
Per dare seguito alla tua ulteriore richiesta di chiarimenti:
1. La lesione neurologica può durate anche fino ad un anno e potrebbe ancora essere reversibile, anche parzialmente.
2. Il sintomo soggettivo del "formicolio" è un riscontro molto positivo, poichè evidenzia che si tratta di "parestesia" e non di "anestesia". Quest'ultimo evento potrebbe essere (ahimé) veramente irreversibile.
3. La terapia con il cortisone dovrebbe essere fatta immediatamente, per evitare la pressione sul nervo dell'eventuale edema, che è, senz'altro, concausa della lesione al nervo. Da questo punto di vista chiedi consigli al chirurgo che ha effettuato l'avulsione.

Ti saluto cordialmente.

Emilio Nuzzolese
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Dr. Paolo Patrucco Dentista 185
caro futuro collega ,
hai sicuramente avuto una chiara disamina dei problemi esposti dalle risposte dei miei colleghi.
Solo una cosa ,è stata data una terapia di supporto farmacologico postoperatoria comprensiva anche di farmaci rimielinizzanti o anche solo di complessi vitaminici in grado di aiutare il nervo leso nella sua guarigione?
Paolo Paturcco

Paolo Patrucco

[#8]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, e grazie ancora.
Purtroppo sembra che la mia ragazza non senta nemmeno più formicolii, e sono abbastanza preoccupato dalla possibilità che non si tratti semplicemente di parestesia. Resta solo una indefinita sensazione di "avere il labbro gonfio". Come suggerito prontamente dal dott Nuzzolese, le ho comprato uno sciroppo con vitamine del gruppo B; dovrei pensare anche ad altri farmaci per favorire la mielinizzazione? Grazie.
[#9]
Dr. Fabio Gramaglia Dentista 66
Caro collega,non ti allarmare,in effetti e' ancora troppo presto per parlare di una lesione permanente dell'emifaccia,segui i consigli dei miei colleghi per quanto riguarda la terapia e fra 5-6 mesi si dovra' rivalutare il caso. Auguri

Dott. Fabio Gramaglia
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Dr. Paolo Patrucco Dentista 185
caro collega una valutazione del potenziale di riflesso nervoso potrà essere di aiuto ma non prima di qualche mese ,nel frattempo le cure farmacologiche non dovranno essere abbandonate .
A presto Paolo Patrucco
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Dr. Enio Dell'Artino Dentista 143
L'eventuale danno che potrebbe riportare ovviamente sarebbe solo di tipo sensoriale.
Casi clinici analoghi evidenziano una restitutio ad integrum dell'alveolare a distanza di 6 mesi, soprattutto se la lesione non è stata completa, e sdopo il riassorbimento del coagulo che ha un effeto di compressione sulla struttura nervosa stessa.
Cordiali SAluti

Dr Enio Dell'Artino
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