Meningite neoplastica midollo spinale
Salve dottori
Scrivo per conto di mia madre nata nel 05/12/1959 quindi di anni 47,nel maggio 2000 è stata operata per un carcinoma lobulare infiltrante.
Riporto la diagnosi dell’epoca dopo l’asportazione del seno destro:
Al congelatore : Lobulare infiltrante
Dopo inclusione ,si segnala la presenza di focali aspetti di tipo duttale infiltrante.
La neoplasia si sviluppa nel contesto di una mammella con caratteri,dell’adenosi florida proliferante.
Accrescimento periferico di tipo infiltrativo.
Pleomorfismo citonucleare moderato.
Nella ghiandola del prolungamento ascellare è presente un nodulo neo plastico di cm 1,4 con le stesse caratteristiche del tessuto primitivo.
Metastasi a 2/21 linfonodi ascellari esaminati,
Determinazione immunoistochimica dei ricettori ormonali:
estrogeni:positiva del 40-50 %
Progesterone:positiva del 40-50%
Mib-1:positiva del 20-30%
c-erB-2:negativo.
A distanza di quattro anni, facendo controlli con cadenza semestrale ed annuale nel novembre 2004 all’esame scintografico osseo viene rilevata una fissazione del radiofarmaco nel manubrio sternale trattata in seguito con 15 sedute di radioterapia conclusasi al controllo scintigrafico del maggio 2005 e cioè 5 mesi dopo il trattamento radioterapico la regione interessata sternale risultava sovrapponibile cioè ferma. Però lo stesso esame metteva in risalto accumuli ,del radiofarmaco utilizzato per la scintigrafia, alla D12, e alla zona lombo sacrale(porzione destra L5 – S1) la D12 è stata trattata con radioterapia con 15 sedute,a parere dell’oncologo curante le lesioni lombo sacrali erano ancora troppo marginali per essere trattate.
All’esame scintografico del 1° marzo 2006 rispetto al precedente esame del 2005 appaiono meno evidenti le aree di aumentata fissazione,descritte nella colonna vertebrale dorsale e lombare.
All’esame ultimo del 6 settembre 2006 si evidenziavano accumulo patologico del radiofarmaco in corrispondenza delle seguenti strutture scheletriche:
- Teca cranica in sede fronale media e fronto – parietale destra.
- Regione toracica manubrio e angolo di Luis dello sterno e apice della XI costa sinistra.
- Colonna vertebrale dorsale: D2 – D3;
- Bacino: Margine superiore dell’ala iliaca e regione sacro iliaca sinistra;
- Spina iliaca anterior superiore;
- Regione sacro iliaca e ischio di destra;
- Arti inferiori intertrocanterica del femore sinistro.
Da un’esame eseguito di risonanza con metodo di contrasto nel settembre 2006 si evinceva l’interessamento del fegato da parte di diverse microlesioni neoplastiche da alcuni millimetri a qualche centimetro. L’oncologo decise di trattare il caso con una chemioterapia di 6 cicli (vinorelbina via flebo) ed un trattamento di Xeloda compresse di 500 mg con una frequenza di 3 compresse 3 volte al dì per 14 giorni.
Nel contesto tramite un altro esame tac della teca cranica veniva evidenziata una metastasi all’encefalo che venne trattata nel dicembre 2006 con 10 sedute di radioterapia. Tutto questo avveniva alla fine del 3° ciclo di chemio (vinorelbina) ripresa attualmente col quarto ciclo dopo aver fatto una ecografia epatica e non avendo un’ecografia epatica precedente non si poteva definire con precisione se vi siano stati movimenti. Quindi si è deciso di completare i sei cicli di chemio facendo gli esami del caso da confrontare con questa ecografia epatica fatta a metà ciclo.
Il mio dubbio è quello che i tempi in cui sono stati eseguie queste procedure siano un po’ tropo lenti e che a mio parere ci sia stato un rilassamento evidente da parte del corpo medico, chiedo un consiglio riguardo ad una struttura esterna al quale rivolgermi per avere un check up totale delle attuali condizioni e se nel caso fosse necessario cambiare totalmente tipo di cure, mi hanno indicato il centro oncologico europeo di Milano.
SITUAZIONE AD APRILE 2007: LE LESIONI AL FEGATO SONO FERME COME QUELLE ALLA TESTA,DI NUOVO C’E’ UNA MENINGITE NEOPLASTICA DELLE LEPTOMENINGI.
Nota bene, tutti gli esami di tac e di risonanza ed ecografici sono stati fatti in digitale e sono attualmente in mio possesso in copia.
So qual è il vostro impegno quotidiano, vi sono grato anticipatamente per tutte le eventuali risposte.
Scrivo per conto di mia madre nata nel 05/12/1959 quindi di anni 47,nel maggio 2000 è stata operata per un carcinoma lobulare infiltrante.
Riporto la diagnosi dell’epoca dopo l’asportazione del seno destro:
Al congelatore : Lobulare infiltrante
Dopo inclusione ,si segnala la presenza di focali aspetti di tipo duttale infiltrante.
La neoplasia si sviluppa nel contesto di una mammella con caratteri,dell’adenosi florida proliferante.
Accrescimento periferico di tipo infiltrativo.
Pleomorfismo citonucleare moderato.
Nella ghiandola del prolungamento ascellare è presente un nodulo neo plastico di cm 1,4 con le stesse caratteristiche del tessuto primitivo.
Metastasi a 2/21 linfonodi ascellari esaminati,
Determinazione immunoistochimica dei ricettori ormonali:
estrogeni:positiva del 40-50 %
Progesterone:positiva del 40-50%
Mib-1:positiva del 20-30%
c-erB-2:negativo.
A distanza di quattro anni, facendo controlli con cadenza semestrale ed annuale nel novembre 2004 all’esame scintografico osseo viene rilevata una fissazione del radiofarmaco nel manubrio sternale trattata in seguito con 15 sedute di radioterapia conclusasi al controllo scintigrafico del maggio 2005 e cioè 5 mesi dopo il trattamento radioterapico la regione interessata sternale risultava sovrapponibile cioè ferma. Però lo stesso esame metteva in risalto accumuli ,del radiofarmaco utilizzato per la scintigrafia, alla D12, e alla zona lombo sacrale(porzione destra L5 – S1) la D12 è stata trattata con radioterapia con 15 sedute,a parere dell’oncologo curante le lesioni lombo sacrali erano ancora troppo marginali per essere trattate.
All’esame scintografico del 1° marzo 2006 rispetto al precedente esame del 2005 appaiono meno evidenti le aree di aumentata fissazione,descritte nella colonna vertebrale dorsale e lombare.
All’esame ultimo del 6 settembre 2006 si evidenziavano accumulo patologico del radiofarmaco in corrispondenza delle seguenti strutture scheletriche:
- Teca cranica in sede fronale media e fronto – parietale destra.
- Regione toracica manubrio e angolo di Luis dello sterno e apice della XI costa sinistra.
- Colonna vertebrale dorsale: D2 – D3;
- Bacino: Margine superiore dell’ala iliaca e regione sacro iliaca sinistra;
- Spina iliaca anterior superiore;
- Regione sacro iliaca e ischio di destra;
- Arti inferiori intertrocanterica del femore sinistro.
Da un’esame eseguito di risonanza con metodo di contrasto nel settembre 2006 si evinceva l’interessamento del fegato da parte di diverse microlesioni neoplastiche da alcuni millimetri a qualche centimetro. L’oncologo decise di trattare il caso con una chemioterapia di 6 cicli (vinorelbina via flebo) ed un trattamento di Xeloda compresse di 500 mg con una frequenza di 3 compresse 3 volte al dì per 14 giorni.
Nel contesto tramite un altro esame tac della teca cranica veniva evidenziata una metastasi all’encefalo che venne trattata nel dicembre 2006 con 10 sedute di radioterapia. Tutto questo avveniva alla fine del 3° ciclo di chemio (vinorelbina) ripresa attualmente col quarto ciclo dopo aver fatto una ecografia epatica e non avendo un’ecografia epatica precedente non si poteva definire con precisione se vi siano stati movimenti. Quindi si è deciso di completare i sei cicli di chemio facendo gli esami del caso da confrontare con questa ecografia epatica fatta a metà ciclo.
Il mio dubbio è quello che i tempi in cui sono stati eseguie queste procedure siano un po’ tropo lenti e che a mio parere ci sia stato un rilassamento evidente da parte del corpo medico, chiedo un consiglio riguardo ad una struttura esterna al quale rivolgermi per avere un check up totale delle attuali condizioni e se nel caso fosse necessario cambiare totalmente tipo di cure, mi hanno indicato il centro oncologico europeo di Milano.
SITUAZIONE AD APRILE 2007: LE LESIONI AL FEGATO SONO FERME COME QUELLE ALLA TESTA,DI NUOVO C’E’ UNA MENINGITE NEOPLASTICA DELLE LEPTOMENINGI.
Nota bene, tutti gli esami di tac e di risonanza ed ecografici sono stati fatti in digitale e sono attualmente in mio possesso in copia.
So qual è il vostro impegno quotidiano, vi sono grato anticipatamente per tutte le eventuali risposte.
[#1]
Sono conscio del fatto che un secondo parere è sempre utile. E' comunque un dato di fatto che quando le cose non evolvono per il meglio la colpa, anche se inconsciamente, viene attribuita sempre al personale medico che ha seguito il caso.
Non penso che sua madre sia stata seguita male, anzi. Purtroppo in questo caso è la malattia a dettare le regole e i medici non possono far altro che cercare di arginare l'avanzamento sistemico della malattia, con uno sguardo più attento anche alla qualità della vita con trattamenti sul sintomo come la radioterapia sulle sedi ossee coinvolte o sull'encefalo. Forse, ma penso che già lo stia facendo, aggiungerei una terapia con bifosfonati(es, acido zoledronico) per agire anche sulla mineralizzazione delle ossa coinvolte, per contrastare la lisi ossea in atto.
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
Non penso che sua madre sia stata seguita male, anzi. Purtroppo in questo caso è la malattia a dettare le regole e i medici non possono far altro che cercare di arginare l'avanzamento sistemico della malattia, con uno sguardo più attento anche alla qualità della vita con trattamenti sul sintomo come la radioterapia sulle sedi ossee coinvolte o sull'encefalo. Forse, ma penso che già lo stia facendo, aggiungerei una terapia con bifosfonati(es, acido zoledronico) per agire anche sulla mineralizzazione delle ossa coinvolte, per contrastare la lisi ossea in atto.
Cordialità
Dr.Filippo Alongi
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
[#2]
Ex utente
Grazie per la risposta,sto contattando diversi oncologi, per non lasciare nulla di intentato....le confesso che ormai non mi hanno dato speranze,come avrà intuito dal referto,mi ero pure informato per la sua..."tomoterapia"... ma, mi è stata sconsigliata vista l'estensione del problema...ho 2 appuntamenti sia al San Raffaele che all'I.E.O., ma credo che non ci andrò,gli oncologi Catanesi sono stati fin troppo convincenti,e credo che a questo stadio del problema nessuna struttura possa fare qualcosa(ovviamente correggetemi se sbaglio), ma il colpo di grazia a quanto ho capito l'ha dato questa "MENINGITE NEOPLASTICA" al nevrasse,che per come mi è stato spiegato se originata dal seno,non c'è possibilità di intervento, a differenza di una "meningite neoplastica" di origine leucemica,che può essere trattata. almeno questo mi è stato detto,spero di essere stato chiaro....e spero in una vostra risposta,comunque Dott. Alongi lei è già stato molto gentile
Cordiali saluti
Cesare MANNINO
Cordiali saluti
Cesare MANNINO
[#3]
Concordo con il dr. Alongi che , soprattutto quando la malattia è sistemica dall'inizio, gli specialisti curanti possono solo arginare la sua estensione.Poichè ha chiesto un consulto anche al S.Raffaele
di Milano, vorrei ricordarLe che il dr. ALONGI , e non lo dico perchè è presente su questo forum, esercita presso lo stesso ospedale e gode di tutta la stima professionale dei colleghi, la mia in modo particolare.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
di Milano, vorrei ricordarLe che il dr. ALONGI , e non lo dico perchè è presente su questo forum, esercita presso lo stesso ospedale e gode di tutta la stima professionale dei colleghi, la mia in modo particolare.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 10.4k visite dal 25/04/2007.
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