Carcinoma fegato secondario

Gent.le dottore,

mi rivolgo a voi per ricevere ulteriori chiarimenti in merito alla situazione clinica di una nostra famigliare (anni 75) alla quale è stato diagnosticato un carcinoma della colecisti con infiltrazione nelle vie biliari e presenza di neoformazioni di carattere secondario al fegato.
La paziente è stata dimessa dall'ospedale Niguarda di Milano senza che sia stato possibile procedere ad intervento chirurgico (in virtù di una pregressa patologia respiratoria - sarcoidosi di stadio IV - che rendeva alto il rischio di mortalità intra e post-operatoria) ed affidata all'assistenza di una associazione (VIDAS) per le cure palliative domiciliari.

Nella relazione alle dimissioni è stato inoltre lasciata a nostra facoltà (la paziente non è a conoscenza delle proprie reali condizioni) la scelta circa un periodico controllo ambulatoriale (oncologico)(ed eventuale opzione terapeutica alternativa).

Alla luce dell'esito dell'ultima RMN addome (sotto riportato) volevo chiedere:

1) se risulta consigliabile una strategia di intervento alternativa (chemioterapia o radioterapia), oppure è sufficiente il trattamento palliativo già intrapreso (nel quale è stato peraltro incluso l'inserimento di un drenaggio biliare interno, onde risolvere il problema dell'ittero ostruttivo);

2) quali sono (nella casistica generale - ferme restando le particolarità dei singoli casi concreti) i sintomi o segni più tipici che possono lasciare presumere un ulteriore avanzamento della malattia.

ESITO DELLA RMN ADDOME: In corrispondenza della biforcazione dei dotti epatici si apprezza tessuto solido indissociabile da grossolano ispessimento delle pareti della colecisti (diametro 3,5 cm circa) con coinvolgimento del tessuto epatico del IV e V segmento. Si associano piccole lesioni satelliti del diametro massimo di circa 1 cm adiacenti al letto della colecisti stessa. Non contesto del III-IV segmento epatico si nota attualmente lesione focale ipodensa delle dimensioni di 12 mm circa di possibile significato secondario. In pregresso episodio di pancreatite acuta si nota attualmente un disuniforme marcato ispessimento del pancreas, dotato di densità disomogenea per plurime aree ipodense di significato necrotico colliquativo.
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Gentile Utente,

se i parametri ematochimici lo consentono suggerirei di tentare un trattamento chemioterapico abbinato ad ipertermia locoregionale ed ipertermia total body. Questo per migliorare la qualità di vita residua, abbinando ovviamente una adeguata terapia di supporto. Un drenaggio biliare se praticabile tecnicamente è senza dubbio utile.

un caro slauto

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
La ringrazio per la (sempre) gentile disponibilità.

Cordiali saluti.
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