Tumore pancreas

Gentile Dottore, con la presente desidero un vostro parere/consulto circa la cura chemioterapica di mio padre.Sono di S.arsenio (SA). Inizio col dire che papà nel 2003 ha iniziato ad avere problemi alla prostata con relativo innalzamento del valore del PSA, problema che dopo due anni è terminato con l'intervento cha ha visto l'asportazione della prostata. Dall'esame istologico non risultò presenza di carcinoma. Comunque col passare del tempo il valore del PSA aumentava comunque e questo determinò l'inizio di alcune cure chemioterapiche insieme a radioterapie. Non facendo alcun effetto positivo e iniziando papà a scoraggiarsi cercai di convincerlo a seguire altre strade in quando c'eravamo fermati alle cure offerte dagli ospedali della zona. Arrivammo quindi all'IOE di Milano dove per 4-5 anni circa inzio' a seguire altre terapie di chemio con costanti esami del sangue e tac e risonanze magnetiche. Quest ultime evidenziarono le prime metastasi osse al bacino e spalle. Le cose andarono bene, nel senso che il valore del PSA si teneva a bada, finchè i medici decisero di cambiare medicinale in quanto dicevano che quel medicinale non poteva essere assunto per sempre causa l'inefficacia sul suo organismo. Ma con il cambio di terapia il valore del pSA inziò ad aumentare e papà iniziò anche a sentire debolezze ossee. Finchè l'anno scorso nel mese di aprile-maggio papà inziò a sentirsi sempre più debole fisicamente oltre a forti dolori allo stomaco. Tale dolore sfociò in un ittero ostruttivo. La scoperta di questo ittero fu accompagnata dalla "bella" scoperta di tumore alla testa del pancreas il quale premeva appunto sul condotto tale da causare ostruzione, infatti presentava colorito giallo alla pelle. Fortuna su fortuna. 2 tumori. L'ittero fu risolto con l'applicazione per via endoscopica di uno stend metallico (non so se ho scritto correttamente) ma il tumore al pancreas ha comporato l'inizio di una nuova chemioterapia, tralasciando il problema prostatico per il quale gli somministrano una volta al mese la Zometa. Quest ultima terapia la sta seguendo all'ospedale S.carlo di Potenza essendo piu vicino alla nostra zona come reparto di oncologia. Infatti non dimentico quello che mi è sembrata una sorta di abbandono dall'equipe che lo seguiva a Milano quando inziò ad avere l'aumento del valore del PSA con l'aggiunta del tumore al pancreas. Questa nuova terapia lo ha abbattuto sia fisicamente che moralmente, famiglia compresa, perchè non vede risultati ma solo dimagrimento e debolezza. Dagli ultimi tre controlli radiografici la massa inziale di 5cm, si è ridotta a 3,5cm, ma l'ultima tac conferma la misura di 3,5cm della massa tumorale. Ora a distanza di un anno è quasi fermo da circa due mesi con la chemio al pancreas a causa dell'abbassamento dei valori delle piastrine, calcio, e altro, valori che a stento si stanno riprendendo. Aggiungo che diverse volte ha dovuto saltare la seduta di chemio per valori bassi delle piastrine e globuli oltre ad alcuni ricoveri per gambe gonfie e valori del sangue troppo bassi. I medici oncologi gli stanno dicendo di aspettare che il midollo si "pulisca" dalla tossicità della cura imposta per il tumore. Le chiedo appunto cosa ne pensa di questo percorso e se è vero che debba aspettare che il midollo, colpito da questa cura, si riprenda. Sono quasi due mesi . Se vuole posso faxarle tutta la documentazione. Inoltre l'oncologo dice che quando sarà pronto fisicamente inizieranno con una cura meno aggressiva dal punto di vista di tossicità per il midollo.
Stiamo procedendo per la strada "giusta" oppure stiamo tralasciando qualcosa? L'intervento alla testa del pancreas ci è stato sconsigliato sia dagli oncologi che da chirurghi endocrinologi e delle vie biliari a causa della presenza del primo tumore.
Mi rivolgo per via internet in quanto papà ormai è sfiduciato e non collabora sul sentire altri pareri, se aventualmente ci fossero, anche se non posso nascondere che sarebbe una fatica per mio padre andare in giro seguendo lunghe distanze.
Nel ringraziarla spero in una sua preziosa risposta
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Mi chiedevo se fosse possibile che magari sia stato studiato per forme neuroendocrine sia alla prostata (rare ma presenti che a livello del pancreas.In questo caso potrebbe giovarsi di un farmaco analogo della somatostatina. TENGA CONTO DEI LIMITI DEL MEZZO MEDIATICO!.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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dopo
Utente
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Grazie per la sua risposta
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