Pin di alto grado e...psicosi

Gentili Medici, spero mi risponderete. Il caso è particolare e vorrei esporlo con franchezza. Scrivo per conto di mio padre, 68 anni, affetto da schizofrenia e quindi non del tutto autosufficiente; tutto sommato però è una persona in discreto controllo dei sintomi e con i farmaci attuali e con la Pet Terapy con animali, "vive serenamente".Vorremmo quindi garantirgli una vita più lunga possibile, pur con tutti i suoi limiti. Premetto che suo padre e suo zio morirono di cancro alla prostata. Il "problema", se così si può chiamare, nacque 5 anni fa, quando, quasi per gioco, gli feci fare l'esame denominato Trimprob. Risultò sospetto. Subito dopo il PSA, che risultò 5,8. Seguì una biopsìa prostatica, che indicò PIN di alto grado. A quel punto consultammo vari urologi, alcuni di chiara fama dei quali ovviamente non faccio il nome, e furono effettuate varie ecotransrettali (borderline) e RMN con bobina endorettale (alcune zone sospette). Nel frattempo un urologo consigliò AVODART mentre un altro, in considerazione del suo status di malato cronico, suggerì un prodotto a base di the verde, denominato CATEG. Propendemmo per questo ultimo e dopo un anno il PSA era (ed è tuttora 1,5-2). Ogni anno ha ripetuto la RMN endorettale, l'ultima eseguita a Roma anche con esame spettroscopico oltre alla risonanza, mostra sempre zone sospette di dubbia interpretazione; ogni anno una biopsìa (Firenze, Padova, Milano, Modena, per cambiare laboratori, e sempre PIN di alto grado; l'ultima zone di leiomiomatosi+ immancabile PIN alto grado). A fronte di un PSA che con il CATEG è sempre inferiore a 2, ci hanno consigliato di eseguire il PCA3 che è risultato elevato (36 con limite massimo a 35). In definitiva, poichè egli a causa dei forti neurolettici che prende da 30 anni, presenta comunque impotenza ed un po' di vescica neurologica (perde un po' d'urina ma non tanto da mettere il pannolone), mi sono chiesto se invece di torturarlo con queste bobine e con queste biopsìe, non valesse la pena fargli la prostatectomia radicale anche senza la diagnosi di cancro vero e proprio, così da metterlo al sicuro per il futuro. Tanto gli effetti collaterali che l'intervento potrebbe dargli, li ha già, e comunque non ha rapporti intimi! Ma gli urologi interpellati non se la sentono, poichè, mi ha detto uno, SEPPUR RARISSIMO, ESISTE ANCHE IL RISCHIO DI MORTE con tale operazione. Solo uno ci avrebbe suggerito di "bruciargli" tutta la prostata in 2 o 3 sedute con HI-FU, che eviterebbe così il rischio operatorio. Altri ci hanno detto di sospendere il CATEG, per vedere se il PSA aumenta, ed infatti dopo 3 mesi di sospensione è già a 3,450. Insomma, andando nel caso specifico, qual è la cosa migliore per garantire lunga vita a quest'uomo? Grazie a tutti i pareri anche se fossero discordanti, purtroppo immagino che sarà cosi. Il mio, non medico, è banale: a LUI, nella sua specificità, la prostata non serve a nulla, se non a fornirgli un rischio futuro (se non addirittura già presente...)
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

suo "padre, 68 anni, affetto da schizofrenia e quindi non del tutto autosufficiente" che presenta un PIN alto ma un PSA che sembra controllato bene (troppo bene!) da un semplice estratto di tè verde cinese deteinato, potrebbe anche continuare la monitorizzazione della sua situazione clinica, certo senza continuare a fare una biopsia prostatica all'anno!

Detto ciò poi "come garantire a suo padre una vita lunga" purtroppo non è una questione che dipende solo da questo problema urologico e, da questa postazione, già le posso dire comunque che la domanda, da lei posta, non può essere affrontata in modo serio e corretto, senza la possibilità di valutare tutto il quadro clinico di suo padre in diretta.

Ancori cordiali saluti.

Giovanni Beretta M.D.
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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Buonasera dottore, grazie mille per la risposta. Effettivamente capisco che sarebbe più giusto visitare un paziente, che parlarne via internet, e nel nostro casocredo sia possibile, poichè leggo che Lei visita anche a Firenze!! Quindi direi che, trovato il momento "mentale" adatto per il babbo (ci sono periodi in cui viene molto volentieri in ospedali e cliniche come fosse un divertimento, altre in cui è un vero problema andare a visita) glielo porterò senz'altro!
Ma nello specifico, è vero che asportare del tutto la prostata può essere un intervento anche a rischio di morte? (sebbene il professionista mi parlò dello 0,3 % di possibilità)? E ancora: "bruciargliela" tutta con l'HI-FU? Insomma, so di donne che tolgono i seni per una mutazione che le condannerà al cancro! E vivere senza seni è una grossa mutilazione, mentre senza prostata, in un uomo che non ha rapporti sessuali ed ha già fastidi tipici (perdita d'urina ecc.) credo non sia così dannoso, di fronte alla possibilità di non ammalarsi di quella malattia....
Comunque, a presto e grazie ancora!
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

tutti gli interventi chirurgici possono avere come complicanza grave come la morte (anche l'asportazione delle tonsille!).

Non è questo il problema!

Il problema è ad esempio la situazione generale del suo babbo; una frase come questa: "ci sono periodi in cui viene molto volentieri in ospedali e cliniche come fosse un divertimento, altre in cui è un vero problema andare a visita", ci dice di essere molto prudenti nell'indicare una eventuale strategia chirurgica molto invasiva, come una prostatovesciculectomia radicale, che richiede ad esempio per alcuni giorni il posizionamento di un catetere in vescica ed altro ancora.

Cordiali saluti.
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