Carcinoma prostata

Mi è stato diagnosticato tramite biopsia un carcinoma al lobo destro della prostata con Gleason 4+3.
Nel lobo sinistro non è rilevabile nulla al momento.
Ho eseguito la biopsia dopo il primo PSA anomalo e non ho alcun sintomo tipico di problemi alla prostata tranne che per il flusso ridotto della urina.
primo PSA aprile 2010 4,8 (eseguita visita medica e rilevata presenza nodulo)
secondo PSA dicembre 2011 11,8 ( eseguita visita medica e richista biopsia)
terzo PSA subito prima della biopsia (24 maggio 2012) 13.29
Sono in attesa del risultato della scintigrafia ossea e domani devo fare la TAC all'addome.
Devo decidere immediatamente il da farsi.
Per favore fatemi sapere quale è il migliore trattamento in caso di negatività della scintigrafia e TAC e quale in caso di positività.
Per cortesia fatemi sapere le conseguenze dei vari tipi di intervento nel caso si possa scegliere.
In caso di obbligatorietà alla scelta dell'intervento che proponete fatemi comunque conoscere le conseguenze o i rischi dopo l'intervento.
Vi prego, una risposta rapida, anche perchè sono in arrivo le ferie estive e rischio di non trovare più nessuno per un intervento urgente..
Vi sono infinitamente grato
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Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51 14
Gentile signore, la dettagliata discussione di un caso di tumore di prostata richiede a presenza del paziente e la conoscenza della Sua storia oltre che - naturalmente - la completezza delle indagini richieste. Con questi limiti, Le dico che ogni scelta terapeutica nel tumore prostatico comporta il pagamento di un "prezzo" in termini di funzioni più o meno compromesse. In linea di massima, in persone con buona aspettativa di vita e senza fattori di rischio chirurgici rilevanti, alla Sua età è consigliata la prostatectomia radicale, Questo intervento è completo sotto il profilo della "pulizia" oncologica, ma spesso si accompagna a incontinenza urinaria (perlopiù provvisoria) e a disfunzione erettile (perlopiù definitiva in relazione allo stato di partenza, cioè dei quasi 70 anni di età). In seconda ipotesi si può prensere in considerazione la radioterapia esterna, meno radicale ma dotata di buona efficacia. Questa ipotesi prevede una ovvia minore invasività di tipo chirurgico (sempre che non sia opportuno effettuare almeno una disostruzione endoscopica vista la Sua disuria!), ma si accompagna ad altre sequele, disfunzione erettile compresa, sia pure più tardiva. Per finire, senza prestesa di essere stato esaustivo, aggiungo che il tumore di prostata può aspettare tranquillamente l'estate, trattandosi di una malattia a decorso relativamente lento. Spoerando di averLe utilmente risposto , La saluto cordialmente

Dr. Enrico Conti
Specialista in Urologia e Andrologia
Primario Urologo ASL 5 Spezzino

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sollecita risposta.
Un unica ulteriore domanda.
Quando si parla di disfunzione erettile non mi è chiaro se si riferisce alla mancanza di libido o ad una disfunzione meccanica dovuta alla recisione dei nervi interessati (Vorrei sapere se il desiderio sessuale si conserva e se il pene comunque risponde inturgidendosi senza però erigersi).
La ringrazio per la eventuale precisazione.
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Dr. Enrico Conti Urologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Andrologo 2.3k 51 14
La disfunzione erettile dopo prostatectomia è dovuta proprio alla denervazione, quindi non riguarda il desiderio sessuale. Se quest'ultimo diminuisce è solitamente in conseguenza della frustrazione indotta dalle mancate erezioni e dalla situazione emotiva in cui può venirsi a trovare il paziente nei mesi successivi all'operazione. La denervazione, infine, quando è funzionalmente completa , impedisce anche il semplice turgore del pene. Cordiali saluti ancora.
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