Adenocarcinoma colon - caratterizzazione biopatologica
Gentili Dottori,
ho 40 anni (sesso M) e il 30.03.2009 ho subìto una emicolectomia DX per adenocarcinoma del colon ascendente.
Esame istologico:
Adenocarcinoma (6cm) moderatamente differenziato, insorto su adenoma tubulo-villoso, infiltrante a tutto spessore la parete colica, fino al tessuto adiposo periviscerale. Margini di resezione e omento indenni. Linfonodi reattivi (tot.35) Stadio II pT3N0Mx. Parete ileale indenne. Omento emorragico. Linfonodi reattivi (tot. 6)
Caratterizzazione biopatologica:
. espressione bcl-2: Intermedio
. EGFr: Positivo +3 = popolazione neoplastica positiva > 60% (colorazione ad intensità variabile da media a forte)
. espressione proteina Ki-67: 67%
. espressione proteina p53: 91%
. espressione Timidilato sintetasi TS:26% (popolazione neoplastica a positività nucleare ) positività citoplasmatica +2 ad intensità da debole a media.
La TAC total body con mdc preoperatoria aveva evidenziato una probabile ciste di 1 cm, che all'ecografia non era stata rilevata.
Il chirurgo riferisce non secondarismi epatici e/o peritoneali e mi ha assicurato di avere fatto una palpazione del fegato e che è tutto ok e che Mx è equivalente nel mio caso ad M0.
Alla visita oncologica è stato deciso di procedere con il solo follow-up, dal momento che la lesione era T3, G2, senza ostruzione, perforazione, nè invasione linfonodale/vascolare/neurale/peritoneale con margini di resezione negativi e più che adeguata dissezione linfonodale (tot. 41).
L'oncologa ritiene che i valori biopatologici non hanno sicuro valore prognostico e che sono ancora oggetto di studio, ma servono per indirizzare una eventuale terapia in modo mirato; ciò che mi ha lasciato perplesso è che mi è stato detto di "lavorare sulla mia salute mentale", perchè il tumore può avere origini psicologiche.
Alla luce di quanto esposto e pur sapendo che un eventuale trattamento chemioterapico in un CRC stadio 2 potrebbe essere comunque inutile, mi chiedo:
E' corretto ritenere il mio caso "a basso rischio" di recidiva solo in base all'istologico?
Non sarebbe utile fare ulteriori esami per evidenziare la eventuale perdita di eterozigosità del cromosoma 18q, la stabilità dei microsatelliti, l'assenza di infiltrazione linfocitaria, che da quello che ho letto su internet sono importanti fattori prognostici negativi che possono indicare un alto livello di rischio e quindi la necessità di una terapia adiuvante?
Dal momento che nel mio caso non vi è familiarità è corretto considerare la mia "disgrazia" un cancro sporadico, sebbene all'età di soli 13 anni mi fu asportato in endoscopia un piccolo polipo a livello del retto?
Grazie per l'attenzione e scusate la lunghezza del messaggio
ho 40 anni (sesso M) e il 30.03.2009 ho subìto una emicolectomia DX per adenocarcinoma del colon ascendente.
Esame istologico:
Adenocarcinoma (6cm) moderatamente differenziato, insorto su adenoma tubulo-villoso, infiltrante a tutto spessore la parete colica, fino al tessuto adiposo periviscerale. Margini di resezione e omento indenni. Linfonodi reattivi (tot.35) Stadio II pT3N0Mx. Parete ileale indenne. Omento emorragico. Linfonodi reattivi (tot. 6)
Caratterizzazione biopatologica:
. espressione bcl-2: Intermedio
. EGFr: Positivo +3 = popolazione neoplastica positiva > 60% (colorazione ad intensità variabile da media a forte)
. espressione proteina Ki-67: 67%
. espressione proteina p53: 91%
. espressione Timidilato sintetasi TS:26% (popolazione neoplastica a positività nucleare ) positività citoplasmatica +2 ad intensità da debole a media.
La TAC total body con mdc preoperatoria aveva evidenziato una probabile ciste di 1 cm, che all'ecografia non era stata rilevata.
Il chirurgo riferisce non secondarismi epatici e/o peritoneali e mi ha assicurato di avere fatto una palpazione del fegato e che è tutto ok e che Mx è equivalente nel mio caso ad M0.
Alla visita oncologica è stato deciso di procedere con il solo follow-up, dal momento che la lesione era T3, G2, senza ostruzione, perforazione, nè invasione linfonodale/vascolare/neurale/peritoneale con margini di resezione negativi e più che adeguata dissezione linfonodale (tot. 41).
L'oncologa ritiene che i valori biopatologici non hanno sicuro valore prognostico e che sono ancora oggetto di studio, ma servono per indirizzare una eventuale terapia in modo mirato; ciò che mi ha lasciato perplesso è che mi è stato detto di "lavorare sulla mia salute mentale", perchè il tumore può avere origini psicologiche.
Alla luce di quanto esposto e pur sapendo che un eventuale trattamento chemioterapico in un CRC stadio 2 potrebbe essere comunque inutile, mi chiedo:
E' corretto ritenere il mio caso "a basso rischio" di recidiva solo in base all'istologico?
Non sarebbe utile fare ulteriori esami per evidenziare la eventuale perdita di eterozigosità del cromosoma 18q, la stabilità dei microsatelliti, l'assenza di infiltrazione linfocitaria, che da quello che ho letto su internet sono importanti fattori prognostici negativi che possono indicare un alto livello di rischio e quindi la necessità di una terapia adiuvante?
Dal momento che nel mio caso non vi è familiarità è corretto considerare la mia "disgrazia" un cancro sporadico, sebbene all'età di soli 13 anni mi fu asportato in endoscopia un piccolo polipo a livello del retto?
Grazie per l'attenzione e scusate la lunghezza del messaggio
[#1]
Caro Amico,
in effetti si tratta di una condizione al limite. Prendendo in considerazione la dimensione del tumore (6 cm), il superamento a tutto spessore della parete del viscere con infiltrazione del grasso periviscerale, il grado di differenziazione intermedio (G2), il ki67 elevato, la giovane età io propenderei per un trattamento adiuvante. Certamente l'assenza di linfonodi coinvolti e l'assenza di metastasi a distanza è un fattore prognostico importante (è stata eseguita una TC total body con mdc?). L'ulteriore valutazione genetica non è fondamentale a mio avviso in questo caso per la scelta terapeutica. Difatti i parametri correntemente usati nella pratica clinica per questa valutazione ci sono tutti (tranne semmai la determinazione del k-ras).
Resto a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
in effetti si tratta di una condizione al limite. Prendendo in considerazione la dimensione del tumore (6 cm), il superamento a tutto spessore della parete del viscere con infiltrazione del grasso periviscerale, il grado di differenziazione intermedio (G2), il ki67 elevato, la giovane età io propenderei per un trattamento adiuvante. Certamente l'assenza di linfonodi coinvolti e l'assenza di metastasi a distanza è un fattore prognostico importante (è stata eseguita una TC total body con mdc?). L'ulteriore valutazione genetica non è fondamentale a mio avviso in questo caso per la scelta terapeutica. Difatti i parametri correntemente usati nella pratica clinica per questa valutazione ci sono tutti (tranne semmai la determinazione del k-ras).
Resto a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
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Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#2]
Ex utente
Gentile Dott.,
innanzitutto la ringrazio per la sua risposta celere e disponibilità.
La TC total body con mdc fatta pochi giorni prima dell'intervento non aveva evidenziato nulla, anche se a voce la radiologa mi aveva detto che era visibile "qualcosa" <1cm nel fegato non caratterizzato e quindi probabile ciste; anche mio fratello e mio padre hanno una cisti al fegato.
L'ecografia al fegato fatta tre giorni prima non aveva rilevato nulla di anomalo.
Il chirurgo che mi ha operato ha refertato che non ci sono secondarismi epatici.
Non voglio certo "contestare" il suo preziosissimo contributo e davvero non me ne voglia, visto che io non sono un oncologo, ma vorrei precisare quanto ho letto su Internet e mi corregga se ho capito male:
. Il grado G2 (moderatamente differenziato) negli studi clinici viene associato al G1 nella definizione di basso grado, così come il G3 al G4 per l'alto grado.
. Per quanto riguarda l'alto valore del ki-67, nel caso del solo tumore colorettale, vi sono studi con risultati contrastanti (British Journal of Cancer 2007) e nel 2003 (American Society for Clinical Oncology) viene riportato che al ki-67 elevato è associata addirittura una migliore prognosi.
Mi sembra invece che l'unico valore su cui sono tutti concordi è la Timidilato Sintetasi che più è elevato peggio è. Nel mio caso è 26%, +2.
Proprio sulla timidilato sintetasi vorrei chiederLe se nel mio caso è basso o elevato, anche perchè la chemio con 5FU risponde meglio a bassi valori di TS.
Non le nascondo che temo molto gli effetti collaretali della chemio ed è per questo che sto cercando di capire se ne valga la pena.
Ad ogni modo domani farò gli esami del sangue con i marcatori e a breve dovrei essere in possesso della mia cartella clinica in cui, spero, siano riportati i valori di CEA e CA 19.9 preoperatori, con i quali avrò ulteriori elementi decisionali.
Nuovamente grazie 1000.
[#3]
Caro Amico,
il bello di questo forum è proprio la possibilità di fare ulteriori domande e di cercare di comprendere meglio quale strada seguire. La neoplasia in oggetto rientra in quella frangia per la quale si è discusso per anni (e si continua a dibattere) se sia meglio eseguire una chemioterapia adiuvante oppure no. I parametri molecolari ed il profilo genomico ancora non hanno fornito certezze conclusive e quindi ci si basa allo stato attuale più sui parametri classici per le decisioni terapeutiche. Anche l'espressione di TS non ha ancora certezze definitive sull'impatto della terapia e della risposta delle cellule malate. Il grading (a meno di recentissime acquisizioni) va da G1 a G3 (sino a G4 per la valutazione della tossicità dei trattamenti). G2 esprime un grado intermedio di differenziazione. Cosa veramente importante a mio avviso è la dimensione della neoplasia ed il fatto che giunge sino al grasso periviscerale superando la parete. Comprendo benissimo la paura per un trattamento chemioterapico ma ti assicuro che sono assai più tollerabili rispetto al passato disponendo di ottimi antidoti per gli eventuali effetti collaterali. Resto a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
il bello di questo forum è proprio la possibilità di fare ulteriori domande e di cercare di comprendere meglio quale strada seguire. La neoplasia in oggetto rientra in quella frangia per la quale si è discusso per anni (e si continua a dibattere) se sia meglio eseguire una chemioterapia adiuvante oppure no. I parametri molecolari ed il profilo genomico ancora non hanno fornito certezze conclusive e quindi ci si basa allo stato attuale più sui parametri classici per le decisioni terapeutiche. Anche l'espressione di TS non ha ancora certezze definitive sull'impatto della terapia e della risposta delle cellule malate. Il grading (a meno di recentissime acquisizioni) va da G1 a G3 (sino a G4 per la valutazione della tossicità dei trattamenti). G2 esprime un grado intermedio di differenziazione. Cosa veramente importante a mio avviso è la dimensione della neoplasia ed il fatto che giunge sino al grasso periviscerale superando la parete. Comprendo benissimo la paura per un trattamento chemioterapico ma ti assicuro che sono assai più tollerabili rispetto al passato disponendo di ottimi antidoti per gli eventuali effetti collaterali. Resto a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
[#4]
Ex utente
Gentile Dott. Pastore,
ho i valori dei marcatori preoperatori CEA =0,5 CA 19.9= 3.
La cosa che mi preoccupa sono i valori dei marker del 18.05.09 a circa 7 settimane dall'intervento che sono aumentati: CEA = 0,8 e CA 19.9 = 7.
Ho visto che i valori sono ampiamente al di sotto dei valori di soglia (5 e 37), ma che addirittura siano già aumentati al primo test dopo l'intervento, quando normalmente dovrebbero calare, mi sta mettendo agitazione.
Soprattutto il CA19,9 è più che raddoppiato.
Visto che ho letto che tali valori possono essere sensibili a farmaci, preciso che ho fatto terapia antitrombinica per 23gg. dopo l'intervento oltre ovviamente i vari antibiotici assunti durante la degenza (7gg) e aerosol per un paio di settimane. Assumo regolarmente curcumina e a volte aloe.
Devo già pensare ad una possibile ripresa della malattia o posso tranquillizzarmi?
Per la chemioterapia è sufficiente lo Xeloda o mi consiglia anche l'oxaliplatino?
GRAZIE per la sua disponibilità
ho i valori dei marcatori preoperatori CEA =0,5 CA 19.9= 3.
La cosa che mi preoccupa sono i valori dei marker del 18.05.09 a circa 7 settimane dall'intervento che sono aumentati: CEA = 0,8 e CA 19.9 = 7.
Ho visto che i valori sono ampiamente al di sotto dei valori di soglia (5 e 37), ma che addirittura siano già aumentati al primo test dopo l'intervento, quando normalmente dovrebbero calare, mi sta mettendo agitazione.
Soprattutto il CA19,9 è più che raddoppiato.
Visto che ho letto che tali valori possono essere sensibili a farmaci, preciso che ho fatto terapia antitrombinica per 23gg. dopo l'intervento oltre ovviamente i vari antibiotici assunti durante la degenza (7gg) e aerosol per un paio di settimane. Assumo regolarmente curcumina e a volte aloe.
Devo già pensare ad una possibile ripresa della malattia o posso tranquillizzarmi?
Per la chemioterapia è sufficiente lo Xeloda o mi consiglia anche l'oxaliplatino?
GRAZIE per la sua disponibilità
[#5]
Caro Amico,
non devi preoccuparti. Delle fluttuazioni nel range di normalità di tali parametri sono assolutamente possibili anzi probabili. Se si deve eseguire una terapia adiuvante direi di farla completa anche con l'oxaliplatino.
Un grande in bocca al lupo
Cari saluti
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
non devi preoccuparti. Delle fluttuazioni nel range di normalità di tali parametri sono assolutamente possibili anzi probabili. Se si deve eseguire una terapia adiuvante direi di farla completa anche con l'oxaliplatino.
Un grande in bocca al lupo
Cari saluti
Carlo Pastore
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[#6]
Ex utente
Gentile Dott. Pastore,
la ringrazio per la sua umanità e professionalità.
Dopo l'indifferenza, ignoranza, arroganza incontrata, mi fa piacere constatare che ci sono ancore persone come Lei, che danno un contributo prezioso e chiaro GRATUITAMENTE a persone sfortunate come me.
Un grazie di cuore
la ringrazio per la sua umanità e professionalità.
Dopo l'indifferenza, ignoranza, arroganza incontrata, mi fa piacere constatare che ci sono ancore persone come Lei, che danno un contributo prezioso e chiaro GRATUITAMENTE a persone sfortunate come me.
Un grazie di cuore
[#7]
Caro Amico,
ognuno di noi si può trovare in difficoltà ed è proprio in quei momenti che si cerca un appiglio che spesso non si trova. Sono felice di poter svolgere il mio lavoro ed ancora più contento se qualcuno può trarne giovamento.
Un grande in bocca al lupo, tienimi aggiornato se ti occorre
Cari saluti
Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
ognuno di noi si può trovare in difficoltà ed è proprio in quei momenti che si cerca un appiglio che spesso non si trova. Sono felice di poter svolgere il mio lavoro ed ancora più contento se qualcuno può trarne giovamento.
Un grande in bocca al lupo, tienimi aggiornato se ti occorre
Cari saluti
Carlo Pastore
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Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 16.2k visite dal 16/05/2009.
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