Cancro al seno in giovane donna
gent.mi dottori, mia sorella (anni 31), è stata sottoposta, nel novembre scorso, ad un intervento di quadrantectomia e svuotamento ascellare per un carcinoma duttale infiltrante NAS (riporto esito es ist);G3; carcinoma in situ associato alla componente invasiva (il tumore era di 1,5 cm); invasione vascolare perineoplastica; lesioni presenti nel parenchima mammario extratumorale adenosi sclerosante; 10/15 linfonodi ascellari metastatici. Esito tac: fegato, angioma di 2,5 cm e "lesione focale solida centimetrica tenuemente e costantemente ipoecogena che appare in prima ipotesi riferibile a lesione sostitutiva"; polmone, "immagine semilnodulare di 4 mm da controllare a distanza". Makers: ER 45%, PgR 80%, MIB-1 20%. HER-2/NEU +++. Il 5 dicembre scorso ha dunque iniziato trattamento chemioterapico ADM 75mg 1:21, 4 cicli (trattamento color rosso) che terminerà il prossimo 7 febbraio. L'oncologo ha poi parlato di altri 4 cicli di CMF, trattamento ormonoterapico (il ciclo meustrale le verrà però bloccato al termine della chemioterapia) e per un anno trattamento con anticorpo mononucleare (credo transtuzumab). Ho sentito però parlare dell'uso di alcuni nuovi farmaci (se non sbaglio categoria taxane) che, nel caso di donne così giovani e di una malattia aggressiva, possono andare a sostituire il CMF. Nel suo caso, quale sarebbe meglio utilizzare? E se si, possono dare risultati migliori, anche in termini di guarigione totale della malattia? è un bene che i risultati dei recettori ormonali e del c erb2 siano usciti positivi, o tutto ciò può aumentare il rischio di recidive? e ancora, l'insorgenza del tumore può essere dovuto alla gravidanza? (mia sorella ha partorito nel febbraio 2006. annualmente, da circa 9 anni, si sottoponeva a ecografia al seno per controllo di due fibroedonami, ma durante l'ultimo controllo non risultava nulla di anomalo). ringraziandoVi in anticipo Vi porgo i miei più sinceri saluti. Grazie mille
[#1]
Oncologo, Medico legale
Gentile amica
la descrizione della sua situazione clinica depone per K
duttale infiltrante in g3 del diametro massimo di 1,5 cm
e contestuale adenosi sclerosante.
Siamo nel campo delle neoformazioni maligne che
richiedono exeresi chirurgica e rimozione linfonodale
per prevenire processi mtastatici.
Ritengo buona la scelta terapeutica del CMF e del
trastuzumab.Per quanto attiene i taxani non si indicano
mai in prima opzione terapeutica soprattutto nelle
donne in eta' fertile pertanto le consiglierei di
contiuare i cicli con CMF.Escludo la gravidanza come
causa della manifestazione clinica e le consiglio di
effettuare i controlli senologici in un buon centro
uniersitario poiche' anche la ETG e' un esame operatore
dipendente ed i referti diagnostici dipendono dalla
bravura e dedizione dell'operatore dedicato.
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
la descrizione della sua situazione clinica depone per K
duttale infiltrante in g3 del diametro massimo di 1,5 cm
e contestuale adenosi sclerosante.
Siamo nel campo delle neoformazioni maligne che
richiedono exeresi chirurgica e rimozione linfonodale
per prevenire processi mtastatici.
Ritengo buona la scelta terapeutica del CMF e del
trastuzumab.Per quanto attiene i taxani non si indicano
mai in prima opzione terapeutica soprattutto nelle
donne in eta' fertile pertanto le consiglierei di
contiuare i cicli con CMF.Escludo la gravidanza come
causa della manifestazione clinica e le consiglio di
effettuare i controlli senologici in un buon centro
uniersitario poiche' anche la ETG e' un esame operatore
dipendente ed i referti diagnostici dipendono dalla
bravura e dedizione dell'operatore dedicato.
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
[#2]
Oncologo, Medico legale
Gentile amica
la descrizione della sua situazione clinica depone per K
duttale infiltrante in g3 del diametro massimo di 1,5 cm
e contestuale adenosi sclerosante.
Siamo nel campo delle neoformazioni maligne che
richiedono exeresi chirurgica e rimozione linfonodale
per prevenire processi mtastatici.
Ritengo buona la scelta terapeutica del CMF e del
trastuzumab.Per quanto attiene i taxani non si indicano
mai in prima opzione terapeutica soprattutto nelle
donne in eta' fertile pertanto le consiglierei di
contiuare i cicli con CMF.Escludo la gravidanza come
causa della manifestazione clinica e le consiglio di
effettuare i controlli senologici in un buon centro
uniersitario poiche' anche la ETG e' un esame operatore
dipendente ed i referti diagnostici dipendono dalla
bravura e dedizione dell'operatore dedicato.
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
la descrizione della sua situazione clinica depone per K
duttale infiltrante in g3 del diametro massimo di 1,5 cm
e contestuale adenosi sclerosante.
Siamo nel campo delle neoformazioni maligne che
richiedono exeresi chirurgica e rimozione linfonodale
per prevenire processi mtastatici.
Ritengo buona la scelta terapeutica del CMF e del
trastuzumab.Per quanto attiene i taxani non si indicano
mai in prima opzione terapeutica soprattutto nelle
donne in eta' fertile pertanto le consiglierei di
contiuare i cicli con CMF.Escludo la gravidanza come
causa della manifestazione clinica e le consiglio di
effettuare i controlli senologici in un buon centro
uniersitario poiche' anche la ETG e' un esame operatore
dipendente ed i referti diagnostici dipendono dalla
bravura e dedizione dell'operatore dedicato.
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
[#3]
Utente
gent.ma dottoressa, grazie mille per la sua risposta. vorrei però chiederle un chiarimento, cosa si intende per adenosi sclerosante? e, mi scusi per l'ignoranza, cosa è la ETG? eventualmente mi potrebbe suggerire un centro specializzato dove poterci rivolgere per i controlli ed eventualmente per i successivi esami? il fatto che il cerb2 sia risultato positivo è un dato preoccupante? mi rendo ben conto che si tratta, nel complesso, di una situazione molto difficile, ma si può comunque sperare in una guarigione totale della malattia?grazie tante per la sua attenzione. il suo lavoro e quello dei medici che, come lei, si dedicano agli altri è davvero importantissimo per chi si trova a dover lottare contro una malattia così temibile come il cancro, sopratutto quando si è ancora così giovani. grazie
[#4]
Gentile Utente,
la patologia da cui è affetta sua sorella presenta caratteristiche di una malattia piuttosto aggressiva. Depongono per tale valutazione la dimensione della lesione superiore al cm, il grado di differenziazione (G3 indica una patologia scarsamente differenziata, cioè costituita da cellule piuttosto aberranti rispetto a quelle del tessuto di origine), lo sconfinamento di malattia in 10 su 15 linfonodi ascellari ed il probabile coinvolgimento epatico (lesione sostitutiva ipoecogena) ed il sospetto polmonare. Una malattia di questo tipo va trattata in maniera energica. Io personalmente avrei adottato uno schema EC (epirubicina + ciclofosfamide) per 4 somministrazioni trisettimanali, a seguire 4 cicli di docetaxel (taxotere) trisettimanali, ormonoterapia + trastuzumab (herceptin). Ilk fatto che il c-erb sia positivo con tre + pone netta indicazione ad impiegare il trastuzumab ed in questo tipo di patologia è cosa positiva. Dobbiamo però sempre considerare il grado di diffusione della malattia e programmare dei controlli periodici mirati per tenerla sotto controllo. Non raramente ho visto donne presentare una malattia neoplastica del seno dopo la gravidanza ma non vi è attinenza diretta dimostrabile. Una ultima considerazione: è stata eseguita una scintigrafia ossea? Una positività di malattia a livello osseo porterebbe ad aggiungere una somministrazione ogni 28 giorni di acido zoledronico la cui funzione è proprio quella di frenare una progressione di malattia a livello scheletrico.
Sempre a disposizione, un cordialissimo saluto
Dr. Carlo Pastore
la patologia da cui è affetta sua sorella presenta caratteristiche di una malattia piuttosto aggressiva. Depongono per tale valutazione la dimensione della lesione superiore al cm, il grado di differenziazione (G3 indica una patologia scarsamente differenziata, cioè costituita da cellule piuttosto aberranti rispetto a quelle del tessuto di origine), lo sconfinamento di malattia in 10 su 15 linfonodi ascellari ed il probabile coinvolgimento epatico (lesione sostitutiva ipoecogena) ed il sospetto polmonare. Una malattia di questo tipo va trattata in maniera energica. Io personalmente avrei adottato uno schema EC (epirubicina + ciclofosfamide) per 4 somministrazioni trisettimanali, a seguire 4 cicli di docetaxel (taxotere) trisettimanali, ormonoterapia + trastuzumab (herceptin). Ilk fatto che il c-erb sia positivo con tre + pone netta indicazione ad impiegare il trastuzumab ed in questo tipo di patologia è cosa positiva. Dobbiamo però sempre considerare il grado di diffusione della malattia e programmare dei controlli periodici mirati per tenerla sotto controllo. Non raramente ho visto donne presentare una malattia neoplastica del seno dopo la gravidanza ma non vi è attinenza diretta dimostrabile. Una ultima considerazione: è stata eseguita una scintigrafia ossea? Una positività di malattia a livello osseo porterebbe ad aggiungere una somministrazione ogni 28 giorni di acido zoledronico la cui funzione è proprio quella di frenare una progressione di malattia a livello scheletrico.
Sempre a disposizione, un cordialissimo saluto
Dr. Carlo Pastore
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
[#5]
Gentile utente,
resta poco da aggiungere alle considerazioni fatte dai colleghi che mi hanno preceduto. I parametri che ci ha riportato indicano una malattia aggressiva che, come il dr. Pastore Le ha prospettato, necessita di una terapia
adeguata. La gravidanza va considerata un fattore di protezione definitivo , ma poichè determina una "tempesta ormonale" può in alcuni casi accelerare un processo neoplastico che si è instaurato prima ( o durante) la gravidanza.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
resta poco da aggiungere alle considerazioni fatte dai colleghi che mi hanno preceduto. I parametri che ci ha riportato indicano una malattia aggressiva che, come il dr. Pastore Le ha prospettato, necessita di una terapia
adeguata. La gravidanza va considerata un fattore di protezione definitivo , ma poichè determina una "tempesta ormonale" può in alcuni casi accelerare un processo neoplastico che si è instaurato prima ( o durante) la gravidanza.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#6]
Utente
gentili dottori, mi scuso se Vi disturbo ancora una volta, ma chiedere chiarimenti, in questo momento, è come far luce in un tunnel buio senza uscita. il fatto che mia sorella abbia già iniziato un trattamento ADM 75mg (credo che si chiami così la terapia color rosso, che, come ho già spiegato terminerà il prossimo 7 febbraio con il quarto ciclo) pregiudica adesso l'utilizzo dello schema EC di cui mi ha parlato il gentilissimo dottor pastore? mi spiego meglio: EC andava fatto al posto di ADM o si può comunque utilizzare ora? per quanto riguarda invece il docetaxel, fa sempre parte di quella categoria di farmaci (se non sbaglio di nome taxane) di cui ho sentito parlare? e ancora l'utilizzo di terapie più aggressive, può portare ad altre conseguenze, al di la ovviamente del tenere sotto controllo la malattia? da quanto ho capito l'oncologo che ha in cura mia sorella ha deciso di fare prima l'ADM e poi il CMF per "tenersi da parte" altri medicinali da poter utilizzare eventualmente in seguito, in caso di recidive. cosa accadrebbe invece nel caso in cui, dopo essere stata sottoposta da subito a terapie molto aggressive, ci fossero recidive? rischierebbe di non poter fare altre terapie in seguito? scusate la banalità delle mie domande, ma un medico che ho consultato, dopo avermi suggerito l'utilizzo del taxane, mi ha detto che in questo modo avrebbe avuto il 50 per cento di possibilità di farcela, mentre se fosse andata male non ci sarebbero state alternative. questa sorta di gioco d'azzardo mi ha spaventata un pò...per quanto riguarda invece la scintigrafia ossea, eseguita nel novembre scorso, il risultato è stato: "non si rilevano aree di patologico accumulo focale del radiofarmaco in sede ossea, da riferirsi a localizzazioni secondarie. si segnala tuttavia lieve iperfissazione del radiotracciante a livello della teca cranica. utile esame radiologico mirato e nuovo controllo a medio termine". l'esito della tac al cranio (la tac non è stata fatta total body ma soltanto al cranio,addome torace) è stato invece: "non aree di enhancement patologico del tessuto celebrale e cerebellare. sistema ventricolare in asse, non dilatato. piccole lacune ossee a margini regolari al vertice". secondo l'oncologo queste piccole lacune si riferiscono però alla sua conformazione fisica.grazie ancora. un saluto di cuore.
[#7]
Cara Amica,
il trattamento con protocollo EC andava eseguito in alternativa alla sola adriamicina (il farmaco di colore rosso). Sia l'epirubicina (dello schema EC) che l'adriamicina fanno parte della stessa categoria farmacologica (antracicline), ma l'epirubicina sembra avere una minore tossicità cardiaca. In sostanza ciò che conta è il dosaggio. L'epirubicina andrebbe somministrata in questo caso a mio avviso (trattandosi anche di una donna giovane) al doaggio di 100mg metro quadro (il dosaggio dei farmaci antiblastici nella maggior parte dei casi viene calcolato in base ai metri quadri di superficie corporea legati ai parametri di peso ed altezza del paziente). Il docetaxel fa parte della classe farmacologica dei taxani (insieme al paclitaxel). Il nome commerciale è Taxotere. Sicuramente la combinazione EC + taxotere seguita da trastuzumab ed ormonoterapia fornisce una energia maggiore contro la malattia. Gli effetti collaterali in una donna giovane sono inoltre ben gestibili e comunque QUALUNQUE chemioterapia non è scevra da effetti collaterali potenzialmente anche gravi (d'altra parte anche farmaci assunti quotidianamente da milioni di persone e considerati innocui possono presentare degli incidenti tossici). Con l'impiego delle antracicline è opportuno monitorare periodicamente con un ecocardiogramma la funzionalità cardiaca ma senza patemi d'animo ed allarmi. Io ritengo che la filosofia migliore sia quella del "chi picchia per primo picchia due volte"; ha molto senso tenersi nel cassetto delle terapie per quando la massa neoplastica è eventualmente più grande e difficile da combattere? Certo stiamo parlando di una malattia purtroppo già sconfinata, ma con una massa cellulare globale verosimilmente ancora modesta. A ripresa di malattia inoltre si può sempre pensare di utilizzare altri farmaci che non abbiano una resistenza crociata con quelli già impiegati (paclitaxel, gemcitabina, etoposide, vinorelbina, mitomicina C etc.). Fortunatamente i carcinomi mammari dispongono di un armamentario terapeutico vasto e sono in arrivo anche nuovi farmaci a bersaglio molecolare (della generazione del trastuzumab). Spero di aver aggiunto utili dettagli e saluto molto cordialmente.
Dr. Carlo Pastore
il trattamento con protocollo EC andava eseguito in alternativa alla sola adriamicina (il farmaco di colore rosso). Sia l'epirubicina (dello schema EC) che l'adriamicina fanno parte della stessa categoria farmacologica (antracicline), ma l'epirubicina sembra avere una minore tossicità cardiaca. In sostanza ciò che conta è il dosaggio. L'epirubicina andrebbe somministrata in questo caso a mio avviso (trattandosi anche di una donna giovane) al doaggio di 100mg metro quadro (il dosaggio dei farmaci antiblastici nella maggior parte dei casi viene calcolato in base ai metri quadri di superficie corporea legati ai parametri di peso ed altezza del paziente). Il docetaxel fa parte della classe farmacologica dei taxani (insieme al paclitaxel). Il nome commerciale è Taxotere. Sicuramente la combinazione EC + taxotere seguita da trastuzumab ed ormonoterapia fornisce una energia maggiore contro la malattia. Gli effetti collaterali in una donna giovane sono inoltre ben gestibili e comunque QUALUNQUE chemioterapia non è scevra da effetti collaterali potenzialmente anche gravi (d'altra parte anche farmaci assunti quotidianamente da milioni di persone e considerati innocui possono presentare degli incidenti tossici). Con l'impiego delle antracicline è opportuno monitorare periodicamente con un ecocardiogramma la funzionalità cardiaca ma senza patemi d'animo ed allarmi. Io ritengo che la filosofia migliore sia quella del "chi picchia per primo picchia due volte"; ha molto senso tenersi nel cassetto delle terapie per quando la massa neoplastica è eventualmente più grande e difficile da combattere? Certo stiamo parlando di una malattia purtroppo già sconfinata, ma con una massa cellulare globale verosimilmente ancora modesta. A ripresa di malattia inoltre si può sempre pensare di utilizzare altri farmaci che non abbiano una resistenza crociata con quelli già impiegati (paclitaxel, gemcitabina, etoposide, vinorelbina, mitomicina C etc.). Fortunatamente i carcinomi mammari dispongono di un armamentario terapeutico vasto e sono in arrivo anche nuovi farmaci a bersaglio molecolare (della generazione del trastuzumab). Spero di aver aggiunto utili dettagli e saluto molto cordialmente.
Dr. Carlo Pastore
[#8]
Gentile amica conterranea,
ritengo chwe si tratti di una neoplasia mammaria da inquadrare nei higt risk secondo Saint Gallen 2005:ritengo in questi casi che sia meglio utilizzare i taxani in successione alle antracicline.Per il resto purtroppo ritengo che l'HERneu 2 positivo non rappresenta un fattore prognostico positivo ,anche se la sua positivita'puo farci utilizzare l'Herceptina o trastuzumab per far calare il rischio di ricaduta.
Mi permetto di suggerirLe se vi sono altri parenti affetti da patologia neoplastica della mammella di prendere in considerazione una eventuale consulenza genetico oncologica,vista la giovane eta' della paziente.
se ha altri dubbi mi ricontatti.
dr.Ivano Schito
ritengo chwe si tratti di una neoplasia mammaria da inquadrare nei higt risk secondo Saint Gallen 2005:ritengo in questi casi che sia meglio utilizzare i taxani in successione alle antracicline.Per il resto purtroppo ritengo che l'HERneu 2 positivo non rappresenta un fattore prognostico positivo ,anche se la sua positivita'puo farci utilizzare l'Herceptina o trastuzumab per far calare il rischio di ricaduta.
Mi permetto di suggerirLe se vi sono altri parenti affetti da patologia neoplastica della mammella di prendere in considerazione una eventuale consulenza genetico oncologica,vista la giovane eta' della paziente.
se ha altri dubbi mi ricontatti.
dr.Ivano Schito
[#9]
Utente
gent.mo dottor pastore la ringrazio vivamente per la precisione usata nella sua risposta. per domani ho fissato un appuntamento con l'oncologo per chiedere chiarimenti riguardo la terapia che vuole adottare. per quanto riguarda invece l'esito della scintigrafia ossea, crede che possa sorgere qualche dubbio in relazione all'esito? e sopratutto, il risultato dipende dalla bravura dal medico che lo legge o non dobbiamo preoccuparci (le chiedo questo perchè il dubbio è che il tecnico che ha letto l'esito della ecografia seno prima della gravidanza non si sia reso conto che poteva esserci qualcosa di strano già allora, nel giugno 2005) gent. mo dottor schito, per quanto riguarda l'esito positivo del HERneu2, da alcune ricerche che, ovviamente da persona ignorante in materia, ho condotto, sono venuta a conoscenza che purtroppo può "velocizzare" il processo della malattia? è vero? la mia speranza è comunque che, grazie all'uso delle terapie attuali, si possa ancora sperare in una guarigione.per quanto riguarda invece la consulenza genetico oncologica, un medico dell'istituto mater dei di bari ci aveva consigliato di fare alcuni esami, non tanto perchè si sono verificati casi simili in famiglia (solo una sorella di mia nonna è morta per tumore al seno, due zii sono invece mancati in seguito ad un tumore al polmone, mia madre è stata invece operata per tumore alla tiroide lo scorso anno), ma perchè in famiglia siamo quattro figlie femmine. visto che tale risultato non era importante ai fini delle terapie abbiamo deciso di lasciar perdere per lasciarla un pò tranquilla. grazie mille. a risentirci.
[#10]
Gentile utente,
per quanto riguarda i dubbi sulla "interpretazione"
della scintigrafia ossea starei tranquilla.
L'her-neu-2-neu è amplificato o sovraespresso nel 10-35%
dei carcinomi della mammella.L'espressione dell'oncogene,come faceva notare il dr.Schito, si correla in modo negativo conla sopravvivenza globale limitatamente al sottogruppo di pazienti con linfonodi interessati (N+) come nel caso di sua sorella. Il suo ruolo prognostico nelle pazienti con linfonodi negativi rimane invece controverso.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
per quanto riguarda i dubbi sulla "interpretazione"
della scintigrafia ossea starei tranquilla.
L'her-neu-2-neu è amplificato o sovraespresso nel 10-35%
dei carcinomi della mammella.L'espressione dell'oncogene,come faceva notare il dr.Schito, si correla in modo negativo conla sopravvivenza globale limitatamente al sottogruppo di pazienti con linfonodi interessati (N+) come nel caso di sua sorella. Il suo ruolo prognostico nelle pazienti con linfonodi negativi rimane invece controverso.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#11]
Gentile utente,
per quanto riguarda i dubbi sulla "interpretazione"
della scintigrafia ossea starei tranquilla.
Per quanto invece riguarda l'her-2-neu occorre precisare che questo oncogene che codifica una proteina, è amplificato o sovraespresso nel 10-35%
dei carcinomi della mammella.
L'espressione dell'oncogene,come faceva notare il dr.Schito, si correla in modo negativo con la sopravvivenza globale limitatamente al sottogruppo di pazienti con linfonodi interessati (N+) come nel caso di sua sorella. Il suo ruolo prognostico nelle pazienti con linfonodi negativi rimane invece controverso.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
per quanto riguarda i dubbi sulla "interpretazione"
della scintigrafia ossea starei tranquilla.
Per quanto invece riguarda l'her-2-neu occorre precisare che questo oncogene che codifica una proteina, è amplificato o sovraespresso nel 10-35%
dei carcinomi della mammella.
L'espressione dell'oncogene,come faceva notare il dr.Schito, si correla in modo negativo con la sopravvivenza globale limitatamente al sottogruppo di pazienti con linfonodi interessati (N+) come nel caso di sua sorella. Il suo ruolo prognostico nelle pazienti con linfonodi negativi rimane invece controverso.
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#12]
Cara Amica,
la scintigrafia ossea nel suo referto contiene una indicazione su come procedere vista la lieve area di iperfissazione a livello della teca cranica. Infatti viene consigliata una rx mirata nel punto di iperaccumulo ed una nuova scintigrafia a medio termine. Concordo con il collega medico nucleare. Personalmente credo che non si tratti di una area patologica ma concordo nella prudenza. Il caso, come ho scritto nei miei interventi precedenti, si presenta piuttosto serio soprattutto in considerazione della presenza di diffusione epatica e linfonodale (10/15 linfonodi interessati). Certamente le cure che abbiamo a disposizione sono piuttosto energiche ed occorre fare tutto il possibile e seguire la paziente nel miglior modo possibile e con estremo scrupolo.
Cari saluti
Carlo Pastore
la scintigrafia ossea nel suo referto contiene una indicazione su come procedere vista la lieve area di iperfissazione a livello della teca cranica. Infatti viene consigliata una rx mirata nel punto di iperaccumulo ed una nuova scintigrafia a medio termine. Concordo con il collega medico nucleare. Personalmente credo che non si tratti di una area patologica ma concordo nella prudenza. Il caso, come ho scritto nei miei interventi precedenti, si presenta piuttosto serio soprattutto in considerazione della presenza di diffusione epatica e linfonodale (10/15 linfonodi interessati). Certamente le cure che abbiamo a disposizione sono piuttosto energiche ed occorre fare tutto il possibile e seguire la paziente nel miglior modo possibile e con estremo scrupolo.
Cari saluti
Carlo Pastore
[#13]
Oncologo, Medico legale
Gentile amica
l'iperfissazione indotta dalla scintigrafia ossea in
area teca cranica mi induce a consigliarle una
ripetizione mirata dell'esame anche se escludo da ora
motivi di ansia.
La situazione clinica e' impegnativa per interessamento
epatico e linfonodale ma se la paziente effettera' con
costanza le terapie oncologiche che il caso impone si
otterranno ottimi risultati in termini di qualita' di
vita.
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
l'iperfissazione indotta dalla scintigrafia ossea in
area teca cranica mi induce a consigliarle una
ripetizione mirata dell'esame anche se escludo da ora
motivi di ansia.
La situazione clinica e' impegnativa per interessamento
epatico e linfonodale ma se la paziente effettera' con
costanza le terapie oncologiche che il caso impone si
otterranno ottimi risultati in termini di qualita' di
vita.
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
[#14]
Utente
gent.mi dottori, grazie di cuore per gli utili consigli. una domanda ancora: come si fa ad essere certi che la lesione al fegato possa essere o meno dovuta a metastasi? per essere certi, solitamente, viene fatta una biopsia (eventualmente anche per decidere la terapia più utile), o è sufficiente l'esame della tac? e ancora, una curiosità, le lesioni secondarie, sono operapili qualora la terapia non desse buoni risultati? grazie ancora
[#15]
Utente
gent.mi dottori, grazie di cuore per gli utili consigli. una domanda ancora: come si fa ad essere certi che la lesione al fegato possa essere o meno dovuta a metastasi? per essere certi, solitamente, viene fatta una biopsia (eventualmente anche per decidere la terapia più utile), o è sufficiente l'esame della tac? e ancora, una curiosità, le lesioni secondarie, sono operapili qualora la terapia non desse buoni risultati? grazie ancora
[#16]
Cara Amica,
le lesioni secondarie presentano delle caratteristiche radiologiche che possono orientare verso una diagnosi. Certamente la biopsia è la metodica migliore per accertare la natura della lesione. In questo caso sarebbe però necessaria una escissione a cielo aperto con nessuna utilità per la paziente. Infatti le lesioni metastatiche si comportano come la malattia primitiva, o meglio necessitano della medesima terapia. Altra cosa sarebbe stata la presenza di una lesione epatica senza la diagnosi di neoplasia mammaria. Il mio suggerimento è di eseguire un nuovo controllo TC a metà percorso terapeutico per verificare la situazione dell'intero organismo.
un caro saluto
Carlo Pastore
le lesioni secondarie presentano delle caratteristiche radiologiche che possono orientare verso una diagnosi. Certamente la biopsia è la metodica migliore per accertare la natura della lesione. In questo caso sarebbe però necessaria una escissione a cielo aperto con nessuna utilità per la paziente. Infatti le lesioni metastatiche si comportano come la malattia primitiva, o meglio necessitano della medesima terapia. Altra cosa sarebbe stata la presenza di una lesione epatica senza la diagnosi di neoplasia mammaria. Il mio suggerimento è di eseguire un nuovo controllo TC a metà percorso terapeutico per verificare la situazione dell'intero organismo.
un caro saluto
Carlo Pastore
[#19]
Utente
gent.mi dottori, nei giorni scorsi ho fissato un incontro con l'oncologo che ha in cura mia sorella. mi ha spiegato che lui intende, una volta terminato con il ciclo ADM (l'ultimo è fissato per il prossimo 7 febbraio), proseguire il trattamento chemioterapico con 4 cicli di CMF. alle mie domande relative appunto alla terapia più adatta da utilizzare mi ha spiegato che sono due i protocolli terapeutici utilizzati: uno si riferisce alla scuola di pensiero europea (che è quello che sta seguendo lui), l'altro invece a quella americana, la quale prevede appunto l'uso dei taxani. lui comunque non intende fin da ora utilizzare questi farmaci per via della loro tossicità. personalmente, di scuole di pensiero nel settore medico, ne capisco davvero poco. ho sempre sentito dire che i protocolli relativi ai trattamenti chemioterapici sono sempre uguali, sia al nord che al sud del paese. tuttavia, mi rendo conto che in questo momento, almeno nel caso di mia sorella, sono due le soluzioni terapeutiche che possono essere utilizzate, il cmf o appunto l'uso della categoria di farmaci taxani. la scelta terapeutica dipende dunque dal medico, oppure dal protocollo che è seguito nell'ospedale dove è in cura il paziente? vi chiedo questo perchè sto valutando in questi giorni la possibilità di spostarci. nella sua situazione, potrebbe cambiare MOLTO il fatto di seguire una terapia piuttosto che un'altra? un altro dubbio, cosa significa adenosi sclerosante? grazie ancora di cuore.
[#20]
Cara Amica,
in medicina come in molte altre scienze si seguono delle indicazioni statistiche ed esistono dei protocolli. Certamente però (e questo a mio avviso è MOLTO importante) c'è e ci deve essere tutta una valutazione globale da eseguire sul paziente, sulla sua storia clinica, su eventuali altre patologie di cui è portatore per tagliare il protocollo su "misura" secondo i dettami di una oncologia "sartoriale". In realtà i protocolli di cura sono internazionali ma praticamente poi si può propendere per una scelta od un altra a seconda del giudizio personale. In questa condizione di malattia personalmente opterei per la scelta più energica. Questo per le caratteristiche della paziente (donna gionane, che ben può tollerare trattamenti energici) e per lo stadio di malattia (malattia sconfinata in altri distretti). Il CMF è un protocollo glorioso (nato in Italia) ma ormai destinato ad altre situazioni cliniche. A mio avviso in questa condizione la sola adriamicina come rinforzo del CMF che farà, è un pò pochino. Con adenosi sclerosante si intende una alterazione benigna del tessuto mammario, di nessun significato clinico.
Un caro saluto, molto cordialmente
Carlo Pastore
in medicina come in molte altre scienze si seguono delle indicazioni statistiche ed esistono dei protocolli. Certamente però (e questo a mio avviso è MOLTO importante) c'è e ci deve essere tutta una valutazione globale da eseguire sul paziente, sulla sua storia clinica, su eventuali altre patologie di cui è portatore per tagliare il protocollo su "misura" secondo i dettami di una oncologia "sartoriale". In realtà i protocolli di cura sono internazionali ma praticamente poi si può propendere per una scelta od un altra a seconda del giudizio personale. In questa condizione di malattia personalmente opterei per la scelta più energica. Questo per le caratteristiche della paziente (donna gionane, che ben può tollerare trattamenti energici) e per lo stadio di malattia (malattia sconfinata in altri distretti). Il CMF è un protocollo glorioso (nato in Italia) ma ormai destinato ad altre situazioni cliniche. A mio avviso in questa condizione la sola adriamicina come rinforzo del CMF che farà, è un pò pochino. Con adenosi sclerosante si intende una alterazione benigna del tessuto mammario, di nessun significato clinico.
Un caro saluto, molto cordialmente
Carlo Pastore
[#21]
Utente
gent.mi dottori, scusate se vi disturbo ancora una volta. ieri ho avuto modo di contattare un oncologo che, dopo aver concordato con il CMF (secondo lui è meglio seguire una terapia che da risultati certi anzichè farne altre nuove in merito alle quali non si conoscono ancora gli effetti e i risultati a distanza di tempo), mi ha spiegato che ci si trova di fronte ad una situazione anomala. mi ha infatti spiegato che normalmente quando il cerb2 è positivo, i recettori ormonali sono negativi e viceversa. il fatto che entrambi questi esami, nel caso di mia sorella, siano risultati positivi, a suo parere, potrebbe far suscitare dei dubbi in merito all'attendibilità dell'esito. dopo avermi spiegato che, fare una ormonoterapia in una donna molto giovane è "una cosa che va presa con le pinze", mi hadunque consigliato di rifare questi esami, per essere certi che siano effettivamente entrambi positivi. sinceramente non era a conoscenza di questa sorta di "incompatibilità" fra gli esiti di questi due esami? a vostro parere, si tratta effettivamente di una "situazione anomala"? e ciò, cosa comporta? grazie ancora.
[#22]
Cara Amica,
Allora...credo sia opportuno riordinare le idee. Mi stupisce il fatto che il Collega interpellato affermi che le terapie a base di taxani, antracicline ed alchilanti non diano "risultati certi". L'energia delle terapie a base di antracicline e taxani è indiscutibilmente superiore. Si può semmai dire che una terapia più leggera è meno disturbante per la paziente, ma in oncologia il meno tossica spesso va insieme al meno efficace. Parliamo inoltre, e vorrei sottolinearlo, di una donna giovane con malattia sconfinata (10 linfonodi su 15 interessati, lesione epatica, sospetto osseo). A costo di divenire ripetitivo sottolineo questi dati anche pensando al fatto che viene sconsigliato un trattamento ormonoterapico (!). Semmai si può dire che deve essere fatto successivamente alla chemioterapia in quanto l'ormonoterapia può abbassare la cinetica cellulare (ovverossia la velocità replicativa delle cellule tumorali) e quindi rendere meno efficace la chemioterapia (che invece colpisce maggiormente i tessuti in fase di ciclo attiva). Inoltre è possibile che siano espressi i recettori ormonali (anche se in misura variabile) anche in presenza di c-erb positivo.
Se contattato nella mia mail privata, posso fornire il numero di cellulare...magari parlandone si può rispondere esaurientemente a molti quesiti cercando di fare più luce possibile sulla situazione...
un caro saluto
Carlo Pastore
Allora...credo sia opportuno riordinare le idee. Mi stupisce il fatto che il Collega interpellato affermi che le terapie a base di taxani, antracicline ed alchilanti non diano "risultati certi". L'energia delle terapie a base di antracicline e taxani è indiscutibilmente superiore. Si può semmai dire che una terapia più leggera è meno disturbante per la paziente, ma in oncologia il meno tossica spesso va insieme al meno efficace. Parliamo inoltre, e vorrei sottolinearlo, di una donna giovane con malattia sconfinata (10 linfonodi su 15 interessati, lesione epatica, sospetto osseo). A costo di divenire ripetitivo sottolineo questi dati anche pensando al fatto che viene sconsigliato un trattamento ormonoterapico (!). Semmai si può dire che deve essere fatto successivamente alla chemioterapia in quanto l'ormonoterapia può abbassare la cinetica cellulare (ovverossia la velocità replicativa delle cellule tumorali) e quindi rendere meno efficace la chemioterapia (che invece colpisce maggiormente i tessuti in fase di ciclo attiva). Inoltre è possibile che siano espressi i recettori ormonali (anche se in misura variabile) anche in presenza di c-erb positivo.
Se contattato nella mia mail privata, posso fornire il numero di cellulare...magari parlandone si può rispondere esaurientemente a molti quesiti cercando di fare più luce possibile sulla situazione...
un caro saluto
Carlo Pastore
[#24]
Utente
Gentilissimi dottori, scusate se Vi disturbo ancora una volta, ma oggi pomeriggio mia sorella è stata sottoposta ad ulteriori esami e ci tenevo ad aggiornarvi sulla situazione. L'oncologo, prima di iniziare sabato prossimo il Cmf, per essere più sicuro sulla scelta terapeutica da adottare, le ha fatto fare Rx torace, dove non è uscito nulla e una ecografia all'addome. Non ho il risultato qui davanti per citarlo con precisione comunque, in sotanza, l'esito ha confermato la situazione precedente, cioè, al fegato un angioma di 2,5 cm e (non so se la definisce lesione o immagine nodulare) di 11 mm ipoecogena (anche se hanno consigliato di rifare l'ecografia fra due mesi perchè, per via della terapia non era non si vedeva benissimo),torace invece tutto nella norma. Ora mi chiedo: se dopo aver fatto 4 cicli di ADM è rimasto tutto invariato (prima di iniziare la terapia la tac aveva evidenziato una immagine semilnodulare di 4 mm al polmone; un angioma al fegato di 2,5 cm e una lesione ipoecogena centimetrica), è possibile che in realtà questo nodulo al fegato che ha destato tanta preoccupazione fosse in realtà una ciste, magari dovuta alla sua conformazione fisica?.Nonostante la malattia abbia intaccato 10/15 linfonodi ascellari, è possibile che non abbia invece (speriamo) intaccato alcun organo?
Il medico hai noltre iniziato due giorni fa la terapia con decapeptyl (credo si chiami così il farmaco usato per bloccarle il ciclo mestruale) Dovrà farne una fiala ogni 28 giorni per un anno. una domanda: credevo che l'ormonoterapia di solito venisse somministrata tramite via orale. dipende forse dal tipo di medicinale utilizzato? grazie mille ancora
Il medico hai noltre iniziato due giorni fa la terapia con decapeptyl (credo si chiami così il farmaco usato per bloccarle il ciclo mestruale) Dovrà farne una fiala ogni 28 giorni per un anno. una domanda: credevo che l'ormonoterapia di solito venisse somministrata tramite via orale. dipende forse dal tipo di medicinale utilizzato? grazie mille ancora
[#25]
Cara Amica,
la situazione epatica va comunque seguita nel tempo. Questo perchè pur essendo vero che 4 cicli di adriamicina potevano far temporaneamente scomparire il nodulo epatico, può anche essere vero che lo abbiano solo stabilizzato (inibendo la crescita cellulare e quindi evitando che crescesse ulteriormente). La sensibilità ai chemioterapici delle cellule tumorali, inoltre, non è la stessa per tutta la popolazione cellulare di una massa tumorale. Certamente è possibile che anche con 10 linfonodi interessati dalla malattia non ci sia sconfinamento in altri organi. Probabilisticamente, però, maggiore è il numero di linfonodi coinvolti e minore è la possibilità che non ci sia null'altro nel resto dell'organismo (da qui l'utilità di una chemioterapia adiuvante energica). Resta a mio avviso da chiarire bene la situazione di partenza del resto dell'organismo, infatti sicuramente la situazione si presenterebbe più rosea senza nessun coinvolgimento di organi a distanza. Per quanto riguarda l'ormonoterapia, il blocco ormonale totale prevede l'iniezione + una terapia per bocca..probabilmente la compressa verrà aggiunta successivamente.
Sempre a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
la situazione epatica va comunque seguita nel tempo. Questo perchè pur essendo vero che 4 cicli di adriamicina potevano far temporaneamente scomparire il nodulo epatico, può anche essere vero che lo abbiano solo stabilizzato (inibendo la crescita cellulare e quindi evitando che crescesse ulteriormente). La sensibilità ai chemioterapici delle cellule tumorali, inoltre, non è la stessa per tutta la popolazione cellulare di una massa tumorale. Certamente è possibile che anche con 10 linfonodi interessati dalla malattia non ci sia sconfinamento in altri organi. Probabilisticamente, però, maggiore è il numero di linfonodi coinvolti e minore è la possibilità che non ci sia null'altro nel resto dell'organismo (da qui l'utilità di una chemioterapia adiuvante energica). Resta a mio avviso da chiarire bene la situazione di partenza del resto dell'organismo, infatti sicuramente la situazione si presenterebbe più rosea senza nessun coinvolgimento di organi a distanza. Per quanto riguarda l'ormonoterapia, il blocco ormonale totale prevede l'iniezione + una terapia per bocca..probabilmente la compressa verrà aggiunta successivamente.
Sempre a disposizione, un caro saluto
Carlo Pastore
[#26]
Utente
Gent.mo dottor Pastore, La ringrazio vivamente per la Sua risposta. Volevo aggiornarla sulla situzione. In seguito agli ultimi esami eseguiti, l'oncologo ha deciso di proseguire la terapia non più con il Cmf ma con quattro cicli di Taxotere (credo docetaxel). Probabilmente il suo dubbio è che la terapia precedente abbia lasciato la situazione invariata e vuole agire più energicamente, così come consigliava anche Lei. Questa seconda terapia sarà più forte rispetto a quella Adm? Ci hanno detto che le darà meno nausee, ma in compenso non cresceranno i capelli (cosa che ha preso molto male) e avrà problemi di ulcere in bocca. Quest'ultimo problema si è purtroppo già presentato con la terapia precedente. Le hanno consigliato l'utilizzo di un colluttorio tutti i giorni (non ricordo il nome, ricordo solo che non è prescrivibile) e in più dovrà fare delle punture per alzare i globluli bianchi per tre giorni di seguito ogni volta che farà una seduta di chemioterapia. C'è qualche rimedio, anche naturale, che potrebbe consigliarmi contro questo problema della bocca? (ha perso anche un pò di peso perchè in quei giorni non riesce a mangiare nulla).Per quanto riguarda invece il nodulo al fegato, l'ecografia di dicembre parlava di "lesione ipoecogena centimetrica", l'ultima parla invece di "immagine semilnodulare ipoecogena di 11 mm". Non ci sono degli esami particolari che si potrebbero fare per capire di che natura è questo nodulo? Almeno per essere certi contro cosa si sta combattendo..Un'ultima domanda: per quanto riguarda i prelievi (adesso inizia ad avere dei problemi per quanto riguarda le vene) Lei al telefono mi aveva consigliato l'uso di una placchetta sottocutanea di cui non ricordo il nome..il medico ha pensato di mettere un catetere, è la stessa cosa? grazie ancora di cuore.
[#27]
Utente
gent.mo dottor pastore, mi scusi ma avevo dimenticato di chiederle una cosa. la radioterapia è stata posticipata al termine di questi altri quattro cicli di taxotere, perchè incompatibile con la terapia. questo lungo periodo passato dall'intervento (avvenuto il 7 novembre scorso), potrebbe comportare rischi di recidiva locale? grazie ancora.
[#28]
Cara Amica,
l'idea di utilizzare il Taxotere mi sembra buona (ne avevamo infatti già parlato). E' prassi e non comporta rischi di recidiva locale l'utilizzo della radioterapia sulla parete toracica alla fine di tutti i cicli di chemioterapia. Il problema è un altro: appunto capire con certezza se c'è diffusione metastatica ed in particolare a livello epatico. Si potrebbe pensare di eseguire una biopsia ecoguidata o TC-guidata del nodulo (con il rischio però di non ricavare alcuna informazione date le esigue dimensioni del nodulo stesso). La decisione sul da farsi a questo punto va ovviamente presa dai curanti che hanno tutti i dati clinici dettagliati e tutte le immagini da poter visionare. Il port-a-cath (la placchetta sottocutanea di cui parlavamo) è un ottima soluzione (probabilmente sarebbe stato utile posizionarla già prima di iniziare la prima seduta di chemioterapia). Per quanto riguarda le afte e la mucosite buccale sicuramente la visita clinica (cioè osservare il tipo di lesioni) può indirizzare verso un corretto iter di supporto. Per mia esperienza spesso queste lesioni vengono colonizzate dalla candida che normalmente si può trovare nel cavo orale e quindi può essere utile assumere un antifungino (ad esempio Triasporin soluzione orale, 1 misurino due volte al dì, dopo aver fatto uno sciacquo con la soluzione va deglutito, il tutto per 10 giorni). Tienimi aggiornato e tranquillamente dammi del tu...
un caro saluto
Carlo Pastore
l'idea di utilizzare il Taxotere mi sembra buona (ne avevamo infatti già parlato). E' prassi e non comporta rischi di recidiva locale l'utilizzo della radioterapia sulla parete toracica alla fine di tutti i cicli di chemioterapia. Il problema è un altro: appunto capire con certezza se c'è diffusione metastatica ed in particolare a livello epatico. Si potrebbe pensare di eseguire una biopsia ecoguidata o TC-guidata del nodulo (con il rischio però di non ricavare alcuna informazione date le esigue dimensioni del nodulo stesso). La decisione sul da farsi a questo punto va ovviamente presa dai curanti che hanno tutti i dati clinici dettagliati e tutte le immagini da poter visionare. Il port-a-cath (la placchetta sottocutanea di cui parlavamo) è un ottima soluzione (probabilmente sarebbe stato utile posizionarla già prima di iniziare la prima seduta di chemioterapia). Per quanto riguarda le afte e la mucosite buccale sicuramente la visita clinica (cioè osservare il tipo di lesioni) può indirizzare verso un corretto iter di supporto. Per mia esperienza spesso queste lesioni vengono colonizzate dalla candida che normalmente si può trovare nel cavo orale e quindi può essere utile assumere un antifungino (ad esempio Triasporin soluzione orale, 1 misurino due volte al dì, dopo aver fatto uno sciacquo con la soluzione va deglutito, il tutto per 10 giorni). Tienimi aggiornato e tranquillamente dammi del tu...
un caro saluto
Carlo Pastore
[#29]
Utente
gentilissimo dottor pastore, grazie di cuore per l'attenzione che mi stai concedendo (ti do del tu visto che ormai ci sentiamo davvero spesso)Oggi è stata davvero una giornata tremenda.. come programmato, mia sorella doveva iniziare la nuova terapia a base di taxotere (docetaxel), purtroppo però ha avuto una seria reazione allergica... per fortuna i medici sono riusciti a bloccare la situazione (mi sono spaventata tantissimo...). ci hanno spiegato che si tratta di episodi molto rari, che si verificano solo nel 5 per cento dei casi e che non si possono sapere prima se non quando vengono iniettati i farmaci. la teraia è stata dunque rinviata a sabato prossimo, inizierà i 4 cicli di CMF (con richiamo l'ottavo giorno) così come era stato deciso all'inizio. il medico ci ha comunque spiegato che un recente studio pubblicato nel dicembre scorso su una rivista spiegava che i taxani danno effettivamente dei risultati migliori nelle donne in postmenopausa, mentre nelle donne giovani i risultati sarebbero invece uguali a quelli ottenuti con il "ciclo tradizionale" di cmf. ci terrei tantissimo ad un tuo parere, anche se ormai credo che non ci sia molta possibilità di scelta vista la reazione allergica avuta con il taxotere. per quanto riguarda comunque il cmf, si tratta di una terapia di mantenimento dei risultati ottenuti con adm, oppure, nel caso in cui il nodulo al fegato sia effettivamente una lesione, potrebbe farla scomparire? nei prossimi giorni inizierà la radioterapia, in quanto compatibile con il cmf. l'impossibilità di non poter utilizzare i taxani può regiudicare di molto la situazione? si poteva valutare la possibilità di fare qualche ciclo in più di antracicline? potrebbero manifestarsi reazioni allergiche anche con altre terapie (compreso l'herceptin) o il rischio è più alto per i taxani? grazie ancora di cuore. elena
[#30]
Cara Elena,
senza dubbio diamoci del tu, mi fa piacere. Purtroppo esiste la possibilità di reazione allergica con i taxani pertanto è opportuno non somministrarli a questo punto. E' un peccato perchè tali farmaci sono efficaci, anche in donne in premenopausa. La sensibilità delle cellule tumorali non è prevedibile a priori quindi esiste la possibilità che con i farmaci inclusi nel protocollo CMF si abbia una risposta. Intendiamoci, il CMF è un buon protocollo ma sicuramente più fiacco di un protocollo contenente taxani. La possibilità di reazione allergica esiste anche con l'herceptin (il trastuzumab) anche se è più remota. Le antracicline iniziali potevano essere protratte a questo punto per due ulteriori cicli e si poteva anche all'inizio valutare per un dosaggio diverso.
Tienimi aggiornato se lo ritieni opportuno, un caro saluto
Carlo
senza dubbio diamoci del tu, mi fa piacere. Purtroppo esiste la possibilità di reazione allergica con i taxani pertanto è opportuno non somministrarli a questo punto. E' un peccato perchè tali farmaci sono efficaci, anche in donne in premenopausa. La sensibilità delle cellule tumorali non è prevedibile a priori quindi esiste la possibilità che con i farmaci inclusi nel protocollo CMF si abbia una risposta. Intendiamoci, il CMF è un buon protocollo ma sicuramente più fiacco di un protocollo contenente taxani. La possibilità di reazione allergica esiste anche con l'herceptin (il trastuzumab) anche se è più remota. Le antracicline iniziali potevano essere protratte a questo punto per due ulteriori cicli e si poteva anche all'inizio valutare per un dosaggio diverso.
Tienimi aggiornato se lo ritieni opportuno, un caro saluto
Carlo
[#31]
Per caso solo oggi leggo questo lungo epistolario sul caso proposto dalla Sigora Elena. Mi verrebbero tante considerazioni che tuttavia non faccio perchè esulano dall'obiettivo del forum che è quello di aiutare chi pone il quesito a chiarirsi uno o più dubbi.
L'oncologia mammaria è estremamente complessa anche per il numero altissimo di evidenze scientifiche che emergono continuamente tanto da richierere alcuni momenti di "messa a punto" quali le consensus conference internazionali (vedi S.antonio e Saint Gallen), nonostante tutto rimane spazio a varie opinioni che però talvolta possono uscire dai limiti. Preferisco non citare quelle troppo "fuori" per non generare ansie inopportune nella Signora Elena. Mi limito, tanto per amor di scienza, a dire che il caso non è affatto raro in riferimento alla positività sia dei recettori ormonali che dell'HER2: nella classificazione molecolare in microarray dei tumori mammari (che tuttavia non ha ancora ampia applicazione pratica) questa variante si chiama "luminal B" (i miei ultimi cinque casi sono tutti così) ed ha una prognosi un poco pò più vicina ai casi Her2 positivi con recettori ormonali negativi che a quelli in cui accade l'esatto opposto.
Mi complimento per la chiarezza ed il rigore scientifico nonchè il buon senso di tutte le risposte del Dott. Pastore, devo precisare di non conoscerlo e quindi di esprimere obiettivamente una condivisione delle sue vedute che sottolineo affinchè la Signora Elena apprezzi i suoi consigli ancora di più, in tutte le sue vicissitudini fatte anche di opinioni discordanti.
Infine, anche se gli ultimi messaggi sono di diversi giorni fa, vorrei contribuire all'ultimo quesito disgnostico posto, quello sull'immagine epatica sospetta, proponendo una ecografia con mezzo di contrasto. La tecnica non è disponibile in tutti gli ospedali ma potrebbe essere utile in questo caso.
Cordiali Saluti
VB
L'oncologia mammaria è estremamente complessa anche per il numero altissimo di evidenze scientifiche che emergono continuamente tanto da richierere alcuni momenti di "messa a punto" quali le consensus conference internazionali (vedi S.antonio e Saint Gallen), nonostante tutto rimane spazio a varie opinioni che però talvolta possono uscire dai limiti. Preferisco non citare quelle troppo "fuori" per non generare ansie inopportune nella Signora Elena. Mi limito, tanto per amor di scienza, a dire che il caso non è affatto raro in riferimento alla positività sia dei recettori ormonali che dell'HER2: nella classificazione molecolare in microarray dei tumori mammari (che tuttavia non ha ancora ampia applicazione pratica) questa variante si chiama "luminal B" (i miei ultimi cinque casi sono tutti così) ed ha una prognosi un poco pò più vicina ai casi Her2 positivi con recettori ormonali negativi che a quelli in cui accade l'esatto opposto.
Mi complimento per la chiarezza ed il rigore scientifico nonchè il buon senso di tutte le risposte del Dott. Pastore, devo precisare di non conoscerlo e quindi di esprimere obiettivamente una condivisione delle sue vedute che sottolineo affinchè la Signora Elena apprezzi i suoi consigli ancora di più, in tutte le sue vicissitudini fatte anche di opinioni discordanti.
Infine, anche se gli ultimi messaggi sono di diversi giorni fa, vorrei contribuire all'ultimo quesito disgnostico posto, quello sull'immagine epatica sospetta, proponendo una ecografia con mezzo di contrasto. La tecnica non è disponibile in tutti gli ospedali ma potrebbe essere utile in questo caso.
Cordiali Saluti
VB
Dr Vito Barbieri
direttore Struttura Complessa di Oncologia
Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio - Catanzaro
[#32]
Utente
gent.mi dottori, intervengo nuovamente per ringraziarVi di cuore per la dedizione e la pazienza che offrite a chi purtroppo si trova di colpo catapultato in una situazione "estranea" e completamente ingestibile, quale è appunto quella legata alla malattia. Colgo l'occasione per ringraziare, in particolare e ancora una volta, il dottor Pastore che in tutto questo tempo mi è stato particolarmente vicino e mi ha aiutato a sostenere questa situazione con particolare fermezza ed energia (ce ne vuole davvero tanta). Vorrei anche il dottor Barbieri che mi ha fornito ulteriori chiarimenti. La situazione odierna è questa: dopo aver interrotto l'utilizzo del taxotere per via della reazione allergica, mia sorella ha iniziato il cmf programmato dall'oncologo (1 ogni 28 giorni con richiamo domani, l'ottavo giorno). Devo dire che sinceramente, almeno per ora, gli effetti sono meno pesanti rispetto alle antracicline. Ho chiesto al medico se fosse opportuno prolungare la terapia precedente ma mi ha spiegato che il cmf può essere usato senza problemi e che se (speriamo di no) si dovesse presentare il bisogno in seguito di fare terapie più pesanti, si potrebbero utilizzare nuovi farmaci a base di antracicline che non danno problemi dal punto di vista cardiaco.Per quanto riguarda la biopsia mi ha spiegato che la terapia comunque va fatta ed è dunque inutile stressare ora la paziente con ulteriori esami, dunque se necessario l'esame sarà esetuito al termine di questa chemioterapia per decidere eventualmente il da farsi. il mio dubbio è comunque questo: ho sentito dire (non da pesonale medico) che può succedere che dopo aver seguito una biopsia, se si tratta di lesioni maligne, c'è il rischio che le cellule possono impazzire all'improvviso e che si propaghino nel giro di poche ore.può effettivamente succedere?l'ecografia con mezzo di contrasto è poi più precisa rispetto ad una ecografia normale, e se si, perchè? e rispetto ad una biopsia? e ancora, se il caso di mia sorella rientra nella variante "luminalB", vicina ai casi con her2 positivo con recettori ormonali negativi, la prognosi potrebbe essere migliore rispetto al caso opposto? spero di essere stata chiara. grazie ancora e buon lavoro
[#33]
Gentile sig.ra Elena,
posso dirle nell'ordine che:
lesioni che impazziscono per "effetto" di una biopsia non credo ne risultino in tutta la letteratura medica ma comunque non c'è un razionale biologico (il trauma di una puntura di ago non induce in nessuna cellula un improvvisa accentuazione del comportamento maligno). In via teorica si è, invece, sempre ipotizzato che l'ago uscendo dopo la biopsia possa disseminare cellule lungo il tragitto e favorire la futura comparsa di altri noduli metastatici. Nella pratica non ci sono evidenze che questo accada, altrimenti non esisterebbe questa pratica così diffusa, che comunque va condotta da mani esperte (per es. radiologo inteventista). Solo in un caso si teme questo, ma riguarda le neoplasie del testicolo che non si bioptizzano mai con un ago.
L'ecografia con mezzo di contrasto può meglio rilevare noduli o parti di essi con attività proliferativa, non permette certo la diagnosi istologica di una biopsia, tuttavia in certi casi risulta fortemente indicativa della reale natura e può essere utile se, per le posizione del nodulo, la biopsia risulta meno facile o per avere una informazione in più, in attesa di eseguirla.
Dimentichi il termine luminal B che ha un significato più tecnico, tuttavia riguardo alla prognosi questa distinzione ha permesso di dimostrare che si tratta di casi con una prognosi meno cattiva dei casi her2 positivi con recettori ormonali negativi, anche se non buona come per i casi her2 negativi e recettori ormonali positivi.
Ricordi che la prognosi si basa su statistiche e ci sono casi che vanno bene anche se in partenza avevano una percentuale non molto alta di avere un buon risultato (perchè non augurarsi di rientrare in quella percentuale?).
a Sua Disposizione
VB
posso dirle nell'ordine che:
lesioni che impazziscono per "effetto" di una biopsia non credo ne risultino in tutta la letteratura medica ma comunque non c'è un razionale biologico (il trauma di una puntura di ago non induce in nessuna cellula un improvvisa accentuazione del comportamento maligno). In via teorica si è, invece, sempre ipotizzato che l'ago uscendo dopo la biopsia possa disseminare cellule lungo il tragitto e favorire la futura comparsa di altri noduli metastatici. Nella pratica non ci sono evidenze che questo accada, altrimenti non esisterebbe questa pratica così diffusa, che comunque va condotta da mani esperte (per es. radiologo inteventista). Solo in un caso si teme questo, ma riguarda le neoplasie del testicolo che non si bioptizzano mai con un ago.
L'ecografia con mezzo di contrasto può meglio rilevare noduli o parti di essi con attività proliferativa, non permette certo la diagnosi istologica di una biopsia, tuttavia in certi casi risulta fortemente indicativa della reale natura e può essere utile se, per le posizione del nodulo, la biopsia risulta meno facile o per avere una informazione in più, in attesa di eseguirla.
Dimentichi il termine luminal B che ha un significato più tecnico, tuttavia riguardo alla prognosi questa distinzione ha permesso di dimostrare che si tratta di casi con una prognosi meno cattiva dei casi her2 positivi con recettori ormonali negativi, anche se non buona come per i casi her2 negativi e recettori ormonali positivi.
Ricordi che la prognosi si basa su statistiche e ci sono casi che vanno bene anche se in partenza avevano una percentuale non molto alta di avere un buon risultato (perchè non augurarsi di rientrare in quella percentuale?).
a Sua Disposizione
VB
[#34]
Utente
gent.mo dottor Barbieri, grazie di cuore per la sua tempestiva risposta. Per quanto riguarda l'esame di biopsia, Le avevo fatto quella domanda perchè mi era tornata in mente la storia di un mio lontano parente. Un uomo di 50 anni che godeva di buona salute ma che, dopo aver fatto una biopsia per un controllo(non ricordo però su quale organo in particolare) è stato ricoverato di urgenza in ospedale dove è morto l'indomani. Mi era stato detto che, nelle 24 ore successive, si erano diffuse velocemente delle metastasi e sul suo corpo erano apparse diverse macchie cutenee. si tratta di una delle "tante cose che si sentono dire" e che magari la gente interpreta in modo sbagliato.. però, visto che mi si è presentata l'occasione, volevo chiarire con me stessa questo dubbio.
Per il resto, oggi il medico ci ha spiegato che al termine di questi quattro cicli di cmf verrà eseguita una tac e che, se il nodulo non sarà scomparso, si dovrà proseguire con le terapie.. evidentemente sono già convinti che si tratti di una lesione secondaria. è probabile inoltre che venga anticipata l'hercepting perchè compatibile con il cmf. Cosa ne pensa al riguardo? La ringrazio vivamente per le sue parole di speranza. Del resto, continuo a pensare che se le statistiche parlano in termini percentuali e perchè una parte di pazienti, anche in situazioni difficili, comunque ce la fanno. E come dice lei, perchè non augurarsi di rientrare in quella percentuale? Se non si fosse convinti di questo, sarebbe davvero difficile andare avanti. Grazie ancora e buon lavoro
Per il resto, oggi il medico ci ha spiegato che al termine di questi quattro cicli di cmf verrà eseguita una tac e che, se il nodulo non sarà scomparso, si dovrà proseguire con le terapie.. evidentemente sono già convinti che si tratti di una lesione secondaria. è probabile inoltre che venga anticipata l'hercepting perchè compatibile con il cmf. Cosa ne pensa al riguardo? La ringrazio vivamente per le sue parole di speranza. Del resto, continuo a pensare che se le statistiche parlano in termini percentuali e perchè una parte di pazienti, anche in situazioni difficili, comunque ce la fanno. E come dice lei, perchè non augurarsi di rientrare in quella percentuale? Se non si fosse convinti di questo, sarebbe davvero difficile andare avanti. Grazie ancora e buon lavoro
[#35]
E' difficile capire da queste informazioni cosa sia succeeso al suo parente (non si eseguono biopsie per semplice controllo in soggetto sano). Di sicuro non si è trattato di metastasi diffuse veloocemente. Può essere stata invece una emorragia (oggi estremamente rara in mani esperte e tanto meno così fatale) oppure un alto tipo di complicazione, comunque rara quale conseguenza del trauma di queste minime procedure invasive, che si manifesta con un grave ed improvviso disturbo della coagulazione del sangue denominato "coagulazione intravasale disseminata" (e le macchie cutanee sarebbero state delle ecchimosi).
Magari al Dott. Pastore può venire in mente qualche altra spiegazione. Comunque non è opportuno utilizzare questo sfortunatissimo caso per sostenere pericoli in realtà minimi delle procedure bioptiche.
Per quanto riguarda l'iter terapeutico di sua sorella, è stata fatta una scelta cioè quella di osservare l'evoluzione del nodulo. E' vero che, volendo, l'herceptin si può iniziare anche contemporaneamente al CMF e si può proseguire in contemporanea ad altre chemioterapie se il sospetto sulla immagine epatica venisse a consolidarsi.
A sua disposizione
Vito Barbieri
Magari al Dott. Pastore può venire in mente qualche altra spiegazione. Comunque non è opportuno utilizzare questo sfortunatissimo caso per sostenere pericoli in realtà minimi delle procedure bioptiche.
Per quanto riguarda l'iter terapeutico di sua sorella, è stata fatta una scelta cioè quella di osservare l'evoluzione del nodulo. E' vero che, volendo, l'herceptin si può iniziare anche contemporaneamente al CMF e si può proseguire in contemporanea ad altre chemioterapie se il sospetto sulla immagine epatica venisse a consolidarsi.
A sua disposizione
Vito Barbieri
[#36]
Gentile utente,
purtroppo esistono tanti pregiudizi nella nostra professione e devo dire che frequentemente nascono proprio nell'area medica.
In ogni caso concordo con il dr. Barbieri: il rischio di disseminazione di cellule tumorali maligne in corso di agobiopsia
E' PIU' TEORICO CHE REALE .
Salvo Catania
www.senosalvo.com
purtroppo esistono tanti pregiudizi nella nostra professione e devo dire che frequentemente nascono proprio nell'area medica.
In ogni caso concordo con il dr. Barbieri: il rischio di disseminazione di cellule tumorali maligne in corso di agobiopsia
E' PIU' TEORICO CHE REALE .
Salvo Catania
www.senosalvo.com
[#37]
Utente
gent.mi dottori, effettivamente si tratta di una cosa che ho sentito dire ma su cui non mi sono mai soffermata più di tanto. quando purtroppo si ha qualche problema ci sono tante cose che vengono raccontante e che a volte non fanno altro che confondere le idee. e poi, del resto, ogni esperienza è sempre diversa dalle altre. a questo punto non so più però se è meglio che al termine di questa terapia il nodulo scompaia o se è meglio che rimanga così com'è. se dovesse verificarsi quest'ultima ipotesi, a vostro parere, sarà opportuno analizzarlo? si può effettivamente essere certi, già in principio, che si tratti di una lesione secondaria, come a quanto ho capito pensano i medici? in questi giorni mia sorella ha iniziato la radioterapia. al riguardo non siamo però riusciti ad avere molte delucidazioni. in che consiste precisamente e, sopratutto, cambia da caso a caso? grazie ancora
[#41]
Utente
gentilissimi dottori, mia sorella in questi giorni sta eseguendo alcuni controlli. l'oncologo le aveva prescritto una tac con contrasto, ieri però il medico si è rifiutato di proseguire all'esame per paura di uno schoc enafilattico. mai sorella, premetto, ha avuto una seria reazione allergica al taxotere, ultimamente è stato sospeso l'uso del tamoxifene perchè sul corpo erano fuoriuscite delle macchie cutanee rosse (tipo puntura di insetto) che "potrebbero"essere causate dal medicinale.
al posto della tac con contrasto le è stata fatta dunque una tac al torace, giovedì prossimo dovrà invece fare una ecografia all'addome. però mi chiedo: mia sorella ha già fatto una tac con contrasto a dicembre e non è successo nulla, perchè mai dovrebbe succedere ora? non sarebbe meglio fare comunque l'esame, stando magari un pò più attenti? avevo proposto all'oncologo invece della tac, di fare una pet, ma mi ha risposto che la pet ha un potere di risoluzione inferiore a 0,5 cm, quindi che nel suo caso non si rileverebbe nulla (mia sorella a febbraio aveva un nodulo al fegato di circa 1 cm e il torace riportava un'immagine semilnodulare di 4 mm al polmone). che tipo di esami conviene fare? il fatto di essere allergica ad un chemioterapico le pregiudica anche la possibilità di fare alcuni esami? per quanto riguarda invece il tamoxifene, è stato sostituito con decapeptyl per 5 anni invece di 2 e con femara (credo). è ragionevole tutto ciò? non c'è un modo per essere certi che sia effettivamente allergica al tamoxifene? grazie mille
al posto della tac con contrasto le è stata fatta dunque una tac al torace, giovedì prossimo dovrà invece fare una ecografia all'addome. però mi chiedo: mia sorella ha già fatto una tac con contrasto a dicembre e non è successo nulla, perchè mai dovrebbe succedere ora? non sarebbe meglio fare comunque l'esame, stando magari un pò più attenti? avevo proposto all'oncologo invece della tac, di fare una pet, ma mi ha risposto che la pet ha un potere di risoluzione inferiore a 0,5 cm, quindi che nel suo caso non si rileverebbe nulla (mia sorella a febbraio aveva un nodulo al fegato di circa 1 cm e il torace riportava un'immagine semilnodulare di 4 mm al polmone). che tipo di esami conviene fare? il fatto di essere allergica ad un chemioterapico le pregiudica anche la possibilità di fare alcuni esami? per quanto riguarda invece il tamoxifene, è stato sostituito con decapeptyl per 5 anni invece di 2 e con femara (credo). è ragionevole tutto ciò? non c'è un modo per essere certi che sia effettivamente allergica al tamoxifene? grazie mille
[#42]
Utente
gentilissimi dottori, aprofitto ancora una volta della vostra disponibilità e vi aggiorno sulla situazione. nel mese di ottobre mia sorella ha fatto una pet (perchè i medici volevano valutare un eventuale intervento chirurgico per eliminare la presunta lesione al fegato). l'esame ha chiarito che al fegato non c'era alcuna lesione ma è uscito qualcosa a livello vertebrale. una tac ha infatti chiarito dopo pochi giorni che si trattava di una piccola lesione fra la seconda e la terza vertebra. facendo un confronto con la tac eseguita subito dopo l'intervento i medici sostengono che si tratti una lesione nuova, forse uscita durante la terapia chemioterapica (la chiemioterapia è stata eseguita da dicembre 2006 a giugno 2007, otto cicli, 4 di ADM, 4 di cmf dopo essere risultata allergica al taxotere). ora sta proseguendo con l'herceptin ogni tre settimane (terapia che farà probabilmente per due anni invece che di uno), con decapeptyl e femara. dicono però che si tratta di una malattia cronica e non danno speranze. ogni quattro mesi faranno una ecografia dell'addome (la prossima sarà a febbraio) e ogni sei una pet. ritengono non utile per il momento iniziare terapia con acido zelodronico perchè si tratta di una lesione piccola e sarebbero maggiori gli effetti negativi. che ne pensate? l'utilizzo di quel farmaco potrebbe ridurre il rischio che la malattia intacchi le ossa o altri organi? francamente credevo che la situazione era sotto controllo ... i marcatori sono sempre risultati nella norma sia durante la terapia che ora.. com'è dunque la situazione? grazie mille
[#43]
Gentile Utente,
credo sia ragionevole rimandare il trattamento con zometa (ac. zoledronico) perlomeno a dopo il rpossimo controllo PET, stante in atto le cose.
L'esame PET stabilito invece sarà uno step per rivalutare le eventuali opzioni terapeutiche, in caso di modifiche di tale esame.
Concordo con la cronicità di tale patologia (processo resosi ai giorni nostri possibile per la presenza di numerosi farmaci disponibili, non ultimi quelli biologici).
Cordialmente
credo sia ragionevole rimandare il trattamento con zometa (ac. zoledronico) perlomeno a dopo il rpossimo controllo PET, stante in atto le cose.
L'esame PET stabilito invece sarà uno step per rivalutare le eventuali opzioni terapeutiche, in caso di modifiche di tale esame.
Concordo con la cronicità di tale patologia (processo resosi ai giorni nostri possibile per la presenza di numerosi farmaci disponibili, non ultimi quelli biologici).
Cordialmente
Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)
[#44]
Oncologo, Medico legale
Gentile utente sicuramente condivido quanto affermato dal collega
consultato precedentemente della necessita' di non iniziare la
terapia con Zometa sia perche' la lesione refertata in PET e' di
piccole dimensioni sia per gli effetti collaterali notevoli che il
farmaco puo' apportare sull'osso non ultimo l'osteonecrosi
irreversibile della mandibola statisticamente registrata in pazienti
con utilizzo continuato e massivo dell'acido zoledronico.
Cordialmente
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
________________________________
consultato precedentemente della necessita' di non iniziare la
terapia con Zometa sia perche' la lesione refertata in PET e' di
piccole dimensioni sia per gli effetti collaterali notevoli che il
farmaco puo' apportare sull'osso non ultimo l'osteonecrosi
irreversibile della mandibola statisticamente registrata in pazienti
con utilizzo continuato e massivo dell'acido zoledronico.
Cordialmente
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
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[#45]
Oncologo, Medico legale
Gentile utente
il consulto fornito sulle valutazioni terapeutiche allo stato
attuale della patolgia neoplastica non vogliono creare ansia ne'
indurla in preoccupazoni eccessive verso il futuro della malattia di
sua sorella anche se io in completa onesta' scientifica devo
metterla a conoscenza delle problematiche ed effetti collaterali da
molti condivisi che alcuni farmaci nel loro quotidiano utilizzo
possono comportare.
Resto a completa disposizione per chiarimenti .
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
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il consulto fornito sulle valutazioni terapeutiche allo stato
attuale della patolgia neoplastica non vogliono creare ansia ne'
indurla in preoccupazoni eccessive verso il futuro della malattia di
sua sorella anche se io in completa onesta' scientifica devo
metterla a conoscenza delle problematiche ed effetti collaterali da
molti condivisi che alcuni farmaci nel loro quotidiano utilizzo
possono comportare.
Resto a completa disposizione per chiarimenti .
DOTT.VIRGINIA A.CIROLLA
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[#46]
Utente
gentilissimi dottori, mi faccio sentire ancora per aggiornarvi sulla situazione e chiedervi gentilmente nuovamente un nuovo consiglio. dall'ultima PET eseguita nel novembre scorso era stata evidenziata , come avevo spiegato sopra, una lesione alla colonna vertebrale, all'altezza di L2. mia sorella ha continuato con la terapia herceptin. l'ecografia di febbraio e la radiografia mirata, non hanno evidenziato variazioni. il 7 aprile scorso mia sorella è stata però portata di urgenza al pronto soccorso perchè si era verificata una piccola frattura lì dove aveva quella lesione, alla colonna vertebrale. a fine aprile è stata quindi eseguita una vertebroplastica e in più è stata sottoposta a qualche seduta di radioterapia (credo 5). il medico ci ha poi spiegato che il fatto che si fosse verificata questa frattura, considerato che la lesione era piccola, poteva far pensare ad un peggioramento della malattia e che l'herceptin non stesse più dando risultati (le cellule si sarebbero sensibilizzate). il 7 maggio è stata quindi eseguita una pet che ha riscontrato una lesione al fegato (la grandezza non la sappiamo perchè ci hanno detto che la pet non può vedere quanto è grande). Oggi ha quindi iniziato nuovamente la chemioterapia con carboplafino, 300 mg tot 1:21 e in più con xeloda (credo 1000mg due volte al giorno dal primo al quattordicesimo giorno dalla seduta di cmt). in più dovrà iniziare la terapia con zometa. i valori dei marcatori tumorali sono: CEA 0,21 - CA15 46 - CA125 8. poteta illustrarmi in generale quale è la situazione? per quanto riguarda la terapia non si potrebbe fare qualcosa di più forte? e per lo zometa è giusto iniziare adesso la terapia anche se non ha altre metastasi osse? il radioterapista ci ha spiegato che la raditerapia andava fatta appensa di è riscontrata quella lesione, a novembre, perchè ha lo scopo anche di uccidere le cellule cattive oltre che contro il dolore. grazie mille. la prossima volta magari vi posso inviare il risultato preciso degli esami.
Questo consulto ha ricevuto 47 risposte e 52.1k visite dal 17/01/2007.
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