Trapianto menisco

Buongiorno.
8 mesi fa mi sono dovuto sottoporre a una meniscectomia.. che all'inizio doveva essere parziale ma si è rivelata quasi totale (menisco interno ginocchio dx). Non so se per qualche errore iniziale di valutazione o per l'operazione mal riuscita.

Mi domando de è il caso di sottopormi a un trapianto o una protesi di menisco, per evitare lo sviluppo di forme di artrite precoce. (ho 32 anni)

L'impianto di protesi di collagene è efficace e resistente? come sono i tempi di aspettativa/ recupero?

grazie mille .

Maurizio
[#1]
Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79 40
Caro utente,

mi perdoni se mi permetto di iniziare il consulto con una lieve nota polemica: però purtroppo Lei inizia la richiesta d'aiuto specificando che ha "dubbi" e "sospetti" sul fatto che qualcuno possa avere colpe nella Sua condizione.
E' la prima cosa che specifica, e quindi credo abbia una sua importanza. Ristabiliamo un clima più sereno prima di parlare del Suo ginocchio: non è piacevole per un medico prestare aiuto a chi, nella prima frase, si presenta prevenuto nei confronti della categoria.

Infatti tante complicanze possono accadere durante un intervento di meniscectomia artroscopica (come in tutti gli interventi). Ma se Lei ha mai visto un intervento di questo tipo, si accorgerà che non è possibile che accada che il medico, quando vuol togliere un piccolo pezzetto di menisco si ritrovi in mano il menisco -sano- tutto intero. Non può proprio accadere fisicamente, cerchi un video su internet e se ne renderà conto immediatamente. Il menisco viene regolarizzato piano piano, lentamente. Invece, se il menisco è completamente staccato, basta prendere una pinza ed asportarlo. E' come se lei cercasse di togliersi un'unghia utilizzando una pinzetta da sopracciglia: se l'unghia è attaccata al dito, non verrà certo via: Lei può solo tagliarla o limarla, esattamente quello che avviene durante l'intervento.

Quanto all'errore di valutazione, cosa intende? che la lesione fosse più grande di quello che il medico immaginava? O forse, di quello che LEI immaginava?
Questa mi sembra una questione di aspettative, più che di valutazione. La valutazione sul fatto di procedere o meno ad una artroscopia si deve prendere sulla base della VISITA e della SINTOMATOLOGIA.
Invece la valutazione dell'ampiezza della lesione avviene sulla base della risonanza che, come si sa, può essere molto imprecisa.
Ma il bello è che non importa! Una volta che il medico (e Lei) ha capito che l'intervento CI VUOLE, l'intervento va fatto. A quel punto la speranza di tutti è che la lesione sia sufficientemente piccola da poter togliere solo una minima parte del Suo menisco.

Ma a volte non è possibile. La colpa è di qualcuno?


Detto questo, passiamo al Suo caso clinico: è vero che la meniscectomia espone al rischio di artrosi precoce. In casi selezionati, lil trapianto RIDUCE (non elimina) questo rischio.
Ma solo in casi selezionati. Prima di capire che tipo di trapianto (da donatore o protesi meniscale) farebbe al caso Suo, è fondamentale stabilire se nel Suo caso un intervento di questo tipo sia indicato, in quanto ogni intervento al ginocchio è artrosizzante, e bisogna prevedere se nella SUA specifica situazione sia "peggio" l'intervento oppure il rimanere senza menisco.
Bisogna conoscere molti elementi, e quelli più importanti (tratti dalla valutazione clinica) non sono a disposizione del medico online.
Altri elementi da conoscere sono l'età, il peso (elementi che abbiamo dalla Sua scheda), la professione, lo stato di forma fisica, le attività sportive praticate e a quale livello.

Per farle capire un caso estremo: un 32enne che pratica raramente sport, con un lavoro non manuale e che magari ha già, nel Suo ginocchio- qualche altra "magagna", da un intervento del genere otterrebbe solo dispiaceri.

Distinti saluti

Dr. Emanuele Caldarella

Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Carissimo dr. Caldarella.
Innanzitutto vorrei ringraziarla per l'intervento e la risposta. Vorrei in primo luogo chiarire che la mia non è una mail polemica, ma di (appunto) chiarimenti di dubbi, non è assolutamente un attacco a una categoria che stimo e con la quale lavoro quotidianamente.Anche se i chirurgi con i quali collaboro sono cardiologi e non ortopedici.

La mia domanda era rivolta soprattutto a conoscere maggiormente queste nuove tecniche di trapianto, giacché personalmente non conosco nessun esperto.

tornando al mio caso, a parte lavorare nella ricerca sono istruttore in palestra. A parte lezioni e sessioni di personal training mi alleno quotidianamente, ma dal giorno dell'infortunio ho sostituito la corsa con sessioni di allenamento cardiovascolare in bicicletta o ellittica..per evitare impatti e di caricare l'articolazione con tutto il mio peso (95kg)che so sia abbastanza alto, ma cmq con una percentuale di grasso inferiore al 14%. Oggigiorno il mio obiettivo è scendere un poco di peso(<90kg) ma mantenere la massa muscolare che a detta dei più (medici che conosco e fisioterapisti amici e colleghi)è la miglior arma contro l'artrosi.
Colgo l'occasione per ringraziarla ulteriormente.
[#3]
Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79 40
Verissimo, ma è anche importante cercare di non sovraccaricare il ginocchio. TUTTE le ginocchia artrosiche precoci appartengono ai cosiddetti "knee abuser".
Se Lei si limita alla palestra (escludendo il tapis roulant) e al nuoto, ed evita corsa e sport di contatto, trarrà il beneficio massimo dal potenziamento muscolare. Viceversa, non ci sarà potenziamento che tenga: si consuma di più un ginocchio "abusato" ma con buona muscolatura, rispetto al flaccido ginocchio di un sedentario.

Distinti saluti
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