Artrosi acromion claveare

Buongiorno. in seguito a questa r.m vorrei sapere se rischio la rottura di qualche tendine causa l'osteofita,e qual'è il vostro consiglio. al momento sto eseguendo esercizi di kinesiterapia posso continuare? intervento in artroscopia?grazie tante. R.M.Spalla sx: quesito clinico.accertamenti.dolore. Sono presenti discreti segni artrosici a carico dell'articolazione acromion-claveare che dimostra modesti fenomeni di edema osseo midollare dei capi ossei contrapposti e piccolo osteofita che riduce l'ampiezza dello spazzio subacromiale in un quadro conflittuale. il tendine del sovraspinato dimostra solo modeste dismogenità su base degenerativa ma non presenta segni di rottura. integri i tendini (sotoscapolare e sottospinato) regolarmente in sede quello del bicipite. conservata la glenoide scapolare. non significativo versamento intra o periarticolare.
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Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64 118
La sindrome da conflitto sub-acromiale (dolore alla spalla che riduce i movimenti fino al blocco totale del braccio) riconosce due cause che ne stabiliscono la classificazione in due quadri:
OUTLET SINDROME (OS) = dovuta a cause di alterazione del profilo osseo scapolare
NON OUTLET SINDROM (NOS) = dovuta non ad alterazioni del profilo osseo ma ad una osteoartrite acromion claveare (A/C) ---> che è il problema che la riguarda da vicino.
La sintomatologia della sindrome da conflitto sub­acromiale varia in rapporto allo stadio di gravità ed è caratterizzata da dolori continui alla spalla, disabiltà progressiva e limitazione fun­zionale importante. Si parte da uno stadio iniziale:
· 1° STADIO
di solito, si manifesta ad un’età inferiore ai 25 anni ed in genere consegue all’uso prolungato del braccio oppure dopo un trauma acuto. In questo stadio le lesioni sono reversibili.
· 2° STADIO
il dolore si fa più grave e con ulteriore riduzione dei movimenti della spalla. In questo stadio le lesioni possono non essere più reversibili. Infine
· 3° STADIO
le lesioni tendinee sono complete ed accompagnate da degrado articolare sia osseo che legamentoso. L’ età tipica è sopra i 40 anni.

Come si fa diagnosi di “sindrome da conflitto sub-acromiale”?

L’iter diagnostico deve innanzitutto comprendere un’attenta valutazione clinica che includa tutte le prove (TEST) e le manovre in grado di contribuire ad una corretta definizio­ne della patologia. Le indagini strumentali utilizzabili nel conflitto sub-acromiale sono rappresentate essenzialmente dalla radiolo­gia standard, dall’ecografia, dalla TAC, dall’artro-TAC, dall’ RMN e dall’artro-RMN. Il ricorso all’una o all’altra metodica andrà valutato caso per caso a seconda dell’indirizzo diagnostico e dei dubbi da fugare.

Come si cura la “sindrome da conflitto sub-acromiale”?

Il trattamento chirurgico è l’unica soluzione. Questo si avvale di due metodiche che risentono dell’esperienza del chirurgo e della scuola di pensiero. La “chirurgia a cielo aperto” (tagliando la pelle ed esponendo l’articolazione) è stata per lungo tempo l’unica opzione disponibile per aggredire chirurgica- mente il conflitto sub-acromiale. Oggi, invece, ci si avvale della “chirurgia artroscopica” che risponde agli attuali principi della chirurgia ortopedica, in quanto mini-invasiva e, secondo la nostra esperienza, in grado di assicurare migliori risultati e una maggiore compliance. Tale tecnica è quella che viene utilizzata attualmente presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ Ospedale S.Gennaro di Napoli dove io lavoro.

In che cosa consiste l’operazione di artroscopia di spalla?

Viene fatta una ANESTESIA LOCALE. L’intervento chirurgico viene effettuato mediante 2-3 piccole incisioni sulla pelle di 5mm che permettono l’inserimento dell’artroscopio (una sorta di microtelecamera) e di speciali strumenti per l’asportazione di tessuto infiammatorio o cicatriziale e di spine ossee. Durante l’intervento, il chirurgo esplora lo spazio e la borsa sotto-acromiale valutando l’integrità dei legamenti e dei tendini. Successivamente con microstrumenti specifici rimuoverà eventuali tessuti infiammati e/o altre alterazioni.
Quello che è importante sapere è che durante la seduta operatoria, il chirurgo ispeziona anche l’articolazione della spalla che viene valutata interamente nella sua anatomia funzionale, creando i presupposti per una eventuale prevenzione di futuri danni.

Quale tempo di degenza in ospedale?

Il tempo che si resta in ospedale è uguale a quello per l’artroscopia di ginocchio, cioè: 1° giorno ricovero 2° giorno intervento e dimissione. Solo in caso di necessità (dolore-ematoma-altro) può prolungarsi di qualche giorno.

Cosa bisogna fare dopo la dimissione?

Al momento della dimissione, al paziente viene consegnato un promemoria che spiega la terapia farmacologia che deve fare oltre che il programma riabilitativo (esercizi di fisioKinesiterapia) che cominciano subito dopo l’intervento e si protraggono per circa 25-45 giorni dopo. Non è necessario nessun tutore di spalla né di particolari attrezzature di protezione. In casi eccezionali – in concomitanza di altre lesioni di spalla- potrà rendersi necessario un eventuale tutore. In questo caso, comunque, dovrà essere portato al massimo per tre settimane.

Spero di esserle stato di aiuto. Auguri

Dr. Luigi Grosso - Ortopedico Master Spalla Gomito Polso Mano
Busto Arsizio (VA) - Rapallo (GE) - Napoli
www.luigigrosso.net

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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Grazie per la sua cortesia dottore.siccome ora con gli esercizi di kinesiterapia ho recuperato un po di movimento e diminuito il dolore (senza farmaci) se secondo lei esiste un'alternativa non chirurgica da tentare prima dell'artroscopia?grazie infinite per la sua disponibilità.
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Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64 118
E' chiaro che se lo specialista ritiene di dover effettuare un protocollo terapeutico soltanto fisico-farmacologico vale la pena provare. Solo in caso di fallimento allora si rende necessario l'intervento chirurgico.
Auguri