Muscolo scaleno anteriorecompime vascolo-venoso

gentili professori,

mi rivolgo sopratutto al prof. CARUSO ,il quale, ho letto,si è già occupato di casi simili a quello di mio figlio.
Tre anni fa è caduto dal motorino sublussandosi la zona sterno-claveare dx.
Dopo una lunga trafila,siamo riusciti a fare una risonanza magnetica.
Marcata irregolarità e scleosi dei capi ossei dell'articolazione sterno-clveare dxdismorfici.
capo osseo articolare clavicolare sublussato,capo osseo sternale presenta piccole cisti subcondrali sul versante articolare con opposizione osteofitosica posteriore,assottigliamento ed irregolarità delle cartilagini di rivestimento ossee articolari.
il disco fibrocartilagineo dx è marcatemente deformato e disomogeneo.
Rottura del legamento sternoclavicolare anteriore e posteriore.
L'elettromiografia è a posto, ma dall'ecodopler è risultato che il muscolo scaleno anteriore comprime nettamente sul vascolo-venoso a dx.
mi hanno detto che è molto grave dato che il ragazzo,di notte molto spesso si sente soffocare,spesso suda freddo e gli si gonfiano braccio vene.
prima di intervenire chirurgicamente i medici vorrebbero fare due prove:
(1)ginnastica (FNT) per correggere assetto posturale.
(2)puntura anestetizzante nel muscolo.
la prego professore,mi dica cosa ne pensa.
Il mio ragazzo ha solo 17 anni.
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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135 1
Gentile sig.ra anzitutto stia serena e non si angosci che si risolve ogni cosa.
Suo figlio, in seguito all'evento traumatico occorsogli, con impatto compressivo diretto sul torace e con conseguente lussazione della articolazione sterno costo clavicolare, ha residuato uno scompaginamento della strutture anatomiche della zona suddetta con l'instaurarsi verosimilmente di una " Sindrome dello stretto toracico ". Dico verosimilmente perchè è tutto da valutare sia clinicamente che con esami diagnostici particolari e mirati.
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Nessun consiglio o consulto on line, anche il più autorevole e dettagliato, ha mai il crisma deontologico, scientifico e medico-legale di un consulto medico effettivo sul paziente.

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E' vero, gentile signora, che ho già descritto questa patologia, specialmente riferendomi a due - tre casi clinici apparsi sul Sito e lei è stata accorta e brava nel trovare questi consulti.
Con questa definizione si intende una patologia non particolarmente frequente, ma molto complessa e seria , causata dalla compressione dell’ arteria succlavia , della vena succlavia e plesso nervoso brachiale, destinati agli arti superiori in una zona anatomica compresa generalmente fra la clavicola e la prima costa.
Il fascio neurovascolare destinato all'arto superiore resta schiacciato, " ristretto " fra la 1° costa ed il torace da cui il termine della sindrome, provoca un corteo di sintomi che vanno dall'impotenza funzionale dell'arto superiore, alle turbe sensitive-motorie, dal dolore intenso dal collo alla mano, al gonfiore dell'arto sup. stesso con turgore venoso.
Vi sono diverse sindromi dello stretto superiore. Le più comuni sono la sindrome del piccolo pettorale, la sindrome dello scaleno anteriore, la sindrome della pinza costo-clavicolare e quella da costa cervicale.
Le cause più comuni :
1° una costa cervicale soprannumeraria
2° una morfologia anomala della vertebra cervicale o della clavicola, con un effetto compressivo sulle strutture vascolo-nervose sottostanti.
3° l'ipertrofia del muscolo scaleno che provoca un restringimento dello spazio costo-clavicolare
E' una patologia che coinvolge diversi specialisti, dall'ortopedico al chirurgo vascolare, dal chirurgo toracico al neurologo al fisiatra.
L'esame clinico - funzionale del rachide cervicale e degli arti superiori è indispensabile oltre a dover essere scrupoloso .
Deve essere fatta una diagnosi precisa e scrupolosissima tra queste possibilità patogenetiche.
La diagnosi si basa sui sintomi e su alcuni segni diagnostici abbastanza caratteristici, ma va confermata con radiografie specifiche, AC, R.M.N., Angiografia, L'elettromiografia e il doppler funzionale, un ecodoppler dinamico sia arterioso che venoso degli arti superiori,
Ogni trattamento fisochinesico eseguito non può risolvere il problema né sulla compressione meccanica ossea, né sulla compressione dello scaleno e neanche una fibrosi cicatriziale e/o sul plesso brachiale.
L’intervento chirurgico, che è quello veramente risolutore di questa patologia, va programmato e pianificato prima .
Lo scopo è rimuovere la causa che provoca la sindrome.
Se vi è la 1° costa comprime le strutture nervose e/o vascolari, allora va rimosso quest’ostacolo osseo. Se vi è una fibrosi o una aderenza cicatriziale che comprime un nervo del plesso brachiale, va fatta con tecnica microchirurgica un’accurata “ neurolisi “ , ovvero liberare in nervo dagli ostacoli fibro-aderenziali - cicatriziali .
Se vi è una ipertrofia del muscolo scaleno o la sindrome dello scaleno anteriore, allora si eseguirà una resezione del suddetto muscolo.
Nella mia lunga esperienza di ortopedico ne ho operato due casi in equipe con il collega chirurgo vascolare : entrambi con ottimi risultati ed in entrambi è stata eseguita la resezione della 1° costa, in un caso era una costa cervicale sopranumeraria, nel 2° caso era una grave fibrosi con calcificazione abnorme da pregressa frattura costale, viziosamente consolidata.
Orbene, in conclusione,io penso che il trattamento più idoneo e risolutore sia quello chirurgico, mirato ad eliminare la causa compressiva, ovvero la sola causa dei problemi sintomatologici.
Certamente, gentile signora, è impossibile rispondere con la dovuta ed obbligatoria completezza tecnica alle sue specifiche domande su quanto vorranno fare i colleghi, che certamente sanno senz'altro bene ogni cosa, avendo ogni documentazione diagnostica per immagini ed il caso clinico di suo figlio sotto controllo completo.Faranno di certo altri accertamenti diagnostici.
Entrambe sono prove propedeutiche all'intervento chirurgico.
Sia la ginnastica respiratoria, intendendo una ginnastica elasticizzante della gabbia toracica e tendente ad aumentare la potenzialità muscolare respiratoria ed allargare un pò gli spazi intercostali interessati, che la puntura anestetizzante del muscolo scaleno anteriore.
Cordiali saluti







Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
La ringrazio di cuore professor Caruso,per la sua tempestiva ed esauriente risposta.


cordiali saluti
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