Protesi dell'anca

Mia mamma persona di di 81 anni in sovrappeso 90 kg per una altezza di 1,55),operata una prima volta anca destra nel 1986, revisionata nel 2006 e mai più ristabilita. Scintigrafia ossea recente fatta per mobilizzazione protesi coxo-femorale constata un severo grado di mobilizzazione, intensa iperattivita dei tessuti a livello della coppa della protesi destra che appare protrudere nella cavità acetabolare con evedente slargamento della stessa. Esami RX = osteopenia dei segmenti scheletrici, rotoscoliosi e discoartrosi lombare inferiore visibile, artroprotesi totali d'anca bilateralmente, usura profonda del cotile dx, componente acetabolare dx mal posizionata perpendicolare e ancorata all'ileo mediante due viti, testa femorale prtesica dx esterna alla componente acetabolare; calcificaqzioni nello scavo pelvico. esami ematici: enzimi proteina C reattiva 1.657 velocità eritrosedimentazioine 43.
Vi chido: secondo voi e' operabile a questa eta'?
Dr. Sandro Reverberi Ortopedico, Medico fisiatra, Anestesista, Chirurgo della mano 95 7
gent. Utente,
con un'artroprotesi instabile o addirittura lussata, come sembra di capire dalla descrizione del Radiologo, difficilmente sua mamma sarà in grado di muoversi senza dolore e di alzarsi da letto.
Perciò, se il dolore locale è molto forte e impedisce i movimenti e la ripresa della deambulazione e riduce quindi in maniera pesante la autonomia e la qualità della vita, può valere la pena di correre i rischi di un intervento pesante quale quello di una revisione di artroprotesi d'anca, anche all'età di sua mamma (e anche oltre).
Bisogna però valutare bene i rischi (presenza o no di malattie quali il diabete, l'ipertensione, vasculopatie cerebrali, anamnesi di tromboflebite o di embolia polmonare, ecc.) per avere un quadro completo delle condizioni generali e per poi pianificare l'intervento (ad es. si può organizzare un piano di recupero ematico intra- e post-operatorio, ecc.).
Un reintervento potrebbe essere comunque indicato anche dalla presenza di alcune rare condizioni particolari (ad es. una protesi con un cotile dotato di viti che sporgono nell'addome e che col tempo potrebbero arrivare a perforare organi interni), ma non sembrerebbe questo il caso.
Se viceversa :
-le condizioni generali fossero scadenti,
-la signora fosse non più in grado di alzarsi e mettersi in piedi per l'obesità,
-il dolore fosse minimo perchè già costretta a letto per problemi cardiologici o per una vasculopatia cerebrale,
-la paziente non fosse in grado di collaborare alla riabilitazione post-operatoria,
allora i rischi di un reintervento sarebbero troppo alti rispetto al beneficio (in tali condizioni minimo) che la paziente potrebbe ottenere.
Cordiali saluti,

Dr. Sandro Reverberi

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