Tonsillite recidivante

Gentile dottore,

sono un ragazzo di 22 anni e da qualche mese combatto contro una fastidiosa faringite/tonsillite.
Non ho mai avuto problemi, in passato, di tonsilliti o mal di gola che abbiano richiesto l' uso di antibiotici. Sono affetto da Emofilia A forma lieve, non effettuo pertanto la profilassi con il fattore VIII.

Riassumo in modo schematico, seppur non breve, i miei più recenti trascorsi:
in data 22 giugno a seguito di comparsa di tonsille ingrossate e dolenti con difficoltà a deglutire, febbre a 38,4°C esterna, adenoidi ingrossate e generale malessere mi reco dal mio medico curante. Diagnosi: faringite da curare con 5 gg di Macladin (1 al dì per 5 gg) e Locabiotal spray. In pochi giorni progressivo miglioramento fino a scomparsa dei sintomi.
In data 30 giugno, riacutizzazione degli stessi sintomi precedenti, con febbre però più bassa, mai oltre 38°C. Mi reco dal mio medico curante il quale, prima di prescrivere una nuova cura antibiotica, mi fa eseguire analisi del sangue, fatte in data 2 luglio che mostrano le seguenti anomalie: Leucociti 18,43 10^3/microl, neutrofili 77%, Linfociti 14%, Neutrofili 1,34 10^3/microl, Ves 27, Proteina C reattiva 3,91 mg/dl (mentre il Mono test era negativo, Streptozyme: antiDNAsi B nella norma a 98, e ASLO nella norma a 71). Ipotizzando dunque un'infezione di origine batterica mi prescrive: Augmentin 1 compressa ogni 8 ore per i primi 5 gg e ogni 12 dal sesto giorno all'ottavo, Locabiotal, Enterogermina e vitamine(Berocca). Dopo alcuni giorni i sintomi regrediscono fino a totale guarigione.
In data 12 luglio, a due giorni dal termine della cura antibiotica, si presenta nuovamente forte mal di gola, tonsille ed adenoidi ingrossate, alcune linee di febbre, stanchezza e malessere generale. Il giorno successivo mi reco da un medico internista, amico di famiglia, il quale mi diagnostica una tonsillite da curare con Cefixoral 1 compressa al dì per 10 gg.
In data 15 luglio eseguo una visita specialistica da otorinolaringoiatra, il quale afferma che la situazione è in via di miglioramento e che secondo lui le ricadute erano dovute al fatto che i precedenti antibiotici non erano sufficientemente mirati per il battere che aveva portato l'infezione.
In data 29 luglio effettuo analisi del sangue di controllo che mostrano come tutti i valori precedentemente citati siano completamente rientrati nei normali range.
In data 30 luglio, in concomitanza con una fase di riacutizzazione dei medesimi sintomi (inizio di fastidio alla gola, ingrossamento tonsille, alcune linee di febbre) effettuo nuova visita da altro specialista otorinolaringoiatra. Egli, con sufficiente sicurezza, afferma che le numerose ricadute sono il frutto, da un lato, di un indebolimento del mio sistema immunitario, a causa probabilmente dello stress, e, dall'altro, dal fatto che le cure antibiotiche erano state troppo brevi; su mia richiesta, specifica inoltre che non ritiene ci siano le condizioni per suggerire un intervento di asportazione delle tonsille. Mi comunica anche di vedere un ascesso peritonsillare in progressiva remissione. Mi prescrive iniezioni di Benzilpenicillina 1.200.000 u da fare ogni 12 gg per tre volte e Bronchovaxon 1 ciclo da 10gg al mese per 3 mesi. Lo specialista mi rassicura inoltre sul fatto che tali iniezioni intra-muscolari non hanno interazioni con i miei problemi ematologici.
Inizio pertanto tale cura. A causa della prima iniezione da lì a poco mi sarà diagnosticato un ematoma al gluteo (sede dell'iniezione) delle dimensioni di 7x3cm che, ancora ora, mi permette di camminare solo con l'uso di stampelle. Ovviamente non eseguo le dosi successive di Benzilpenicillina.
In data 16 agosto effettuo emocromo di controllo durante visita presso il centro emoflico: tutti i valori risultano nella norma.
In data 19 agosto, su consiglio della mia ematologa, preoccupata per la possibilità dell'ascesso diagnosticato dallo specialista, effettuo nuova visita da diverso otorinolaringoiatra il quale rimane perplesso dalla diagnosi fatta dal precedente collega: egli ritiene infatti remota la possibilità di un ascesso, poiché dal suo esame non ne rileva traccia. Afferma che le tonsille sono un po' gonfie e infiammate, anch'egli esclude la necessità di un intervento di tonsillectomia e ritiene che le numerose ricadute siano dovute sempre ad una situazione di indebolimento del sistema immunitario.
Egli mi prescrive pertanto la seguente cura: Levoxacin 500mg 1 al dì per 10 gg, Bentelan 1mg 2 al dì per 4 gg e poi 1 al dì per 2 gg, Immunotrofina 1 al dì per 20 gg. Dopo i primi giorni le tonsille si sono ridotte molto di dimensioni sebbene una delle due sia rimasta ancora leggermente più grande dell'altra.


Attualmente non manifesto più dolore, sebbene ogni tanto senta una sensazione di fastidio alla tonsilla leggermente più gonfia. A parte il problema di deambulazione causato come precedentemente detto dall'ematoma al gluteo, avverto spesso una situazione di malessere ed alcune linee di febbre in alcuni momenti della giornata e mi sveglio durante la notte, spesse volte, molto sudato.
Vorrei sapere se tali sintomi possano c'entrare con i problemi alla gola o con il lungo tempo da cui sto assumendo antibiotici, se può essere veramente che questo problema di tonsilliti recidivanti vada in contro ad una naturale risoluzione o se fosse indicato invece un eventuale asportazione. Inoltre l'altra mia domanda è se sia possibile che abbia avuto realmente un ascesso peri-tonsillare, poiché ho letto che se così fosse si sarebbe dovuto intervenire immediatamente con la sua asportazione (specifico inoltre che nel qual caso ci fosse indicazione all'intervento, dal punto di vista ematologico verrei coperto con i farmaci appropriati in modo da inibire il mio deficit coagulativo).

Ringrazio molto per l'attenzione.
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Dr. Paolo Carnevali Otorinolaringoiatra 831 37 5
Non credo che lei abbia avuto un ascesso peritonsillare.
Le sue tonsilliti sono quasi certamente batteriche e sarebbe stato opportuno un tampone prima di iniziare gli antibiotici.L'intervento per ora non è indicato.Le confesso che a volte provo un pizzico di invidia nel sentire medici che fanno diagnosi di carenze immunitarie non ben definite.Cordiali saluti

Paolo Carnevali