Frequenti risvegli notturni

Sono la mamma di due bimbi di 6 anni e 4 anni.
Saranno circa 2 anni che il bimbo più piccolo ha iniziato a svegliarsi spesso la notte. Dorme in camera con il fratello (dormono in un letto a castello, il grande sopra e lui sotto e hanno una piccola lucina notturna), va a letto sempre alla stessa ora (9.30, insieme al fratello) e si addormenta senza problemi.
Poi, durante la notte, ogni volta che girandosi si risveglia un po', mi chiama. La maggior parte delle volte non ha niente: non ha fatto brutti sogni, non è spaventato, non sta male. Mi chiama per dirmi:"Ho bevuto l'acqua", "Ho girato il cuscino", "Stanotte sto proprio dormendo bene", e così via. A volte quando arrivo si è già rimesso a dormire. Mi dà la sensazione che abbia preso l'abitudine di chiamarmi subito appena apre gli occhi per un qualsiasi motivo.
Io ora sono un po' stanca. Stiamo andando avanti così da un po' e spesso arrivare al lavoro dopo che mi ha fatto alzare 6-7 volte è faticoso. Sabato notte, per esempio, dalle 2 alle 4.45 mi ha chiamato 7 volte. Circa ogni 20 minuti.
Ho provato di tutto. Le coccole, le minacce, i castighi, gli urli, le punizioni (di solito di giorno quando fa qualcosa di sbagliato lo metto in un angolino dell'entrata "per pensare", poi quando si calma lo chiamo e ne parliamo... ho provato a farlo anche di notte). Il problema è che nessuna cosa che faccio è risolutiva. Non guarda la televisione per castigo, per due notti dorme tranquillo (chiamando magari una volta sola) e la terza notte siamo punto a capo.
Ho cercato di capire se ci poteva essere qualcosa che lo turbava durante il giorno, ma ha lo stesso comportamento sia quando va all'asilo (e comunque ci va volentieri, è ben integrato), sia quando è in vacanza. E' lo stesso se si stanca molto (magari va a giocare ai giardini o al mare) o se sta a casa. E' uguale se sta con una nonna o con l'altra.
Ho provato a fargli scegliere un peluche da abbracciare (sia tra quelli che aveva che comprandone uno nuovo), ma non si è affezionato a nessuno e tipicamente quando lo convinco a dormire con il peluche dopo poco lo lancia ai piedi del letto.
Sia lui che il fratello non hanno mai dormito nel lettone.
Di giorno è un bambino vivace ma ubbidiente. Gioca tanto con il fratello più grande e vanno molto d'accordo (ogni tanto litigano come succede a tutti i bambini, ma la maggior parte del tempo giocano serenamente).
Non mi viene in mente qualcosa che possa essere successo quando ha iniziato a chiamare. E' stata una cosa graduale, quindi fatico a trovare un elemento scatenante. Dal dormire tutta la notte è passato a svegliarsi ogni tanto, poi sempre più spesso fino ad arrivare a questa primavera che ha iniziato a chiamare non meno di 3 - 4 volte a notte, fino a punte di 9 risvegli. Ho provato a parlargli ma non mi sa spiegare perché mi chiama. Io non so proprio che strada seguire.Mi può dare qualche consiglio? Grazie
[#1]
Dr.ssa Alessandra Varotto Psicologo, Psicoterapeuta 67 2 20
gentile Mamma,

dal racconto emergono delle difficoltà non tanto sul piano dell'addormentamento quanto durante la fase del sonno. Il suo bimbo si sveglia e sembra cercare un nuovo contatto con lei per poter ritornare sereno come prima.

Ora, lei ci parla di diversi tentativi che sono stati messi in atto per favorire l'accompagnamento di suo figlio, tutte pratiche utili che dovrebbero in qualche modo aver reso più facile il suo lavoro di mamma ma che, in realtà, non hanno dato il risultato sperato.

C'e' da dire, tuttavia, che 4 anni sono ancor pochi per poter aspettarsi tanta responsabilità e coscenza rispetto l'importanza del sonno. E' un età particolarmente delicata e anche se suo figlio dorme in cameretta col fratello maggiore, è pur vero che si sente sempre il piccoletto della famiglia e ha bisogno di essere riconosciuto come tale.

Ecco allora che il peluche, ciò che noi psicologi chiamiamo "oggetto transizionale" assolve proprio a questo delicato compito. Quello di accompagnarlo nel sonno, in uno spazio di illusione, dove poter dialogare con lei in modo protetto, in una zona di confine tra realtà e fantasia. Potrebbe essere un peluche ma anche una frase particolare e significativa che ha sentito dire da lei e che è magica in questo senso perchè lo rassicura e sancisce il vostro rapporto esclusivo.

Forse è così che la rassicurazione, ciò di cui il suo bimbo sente ancora il bisogno, si può raggiungere a pieno. Certamente, non è facile trovare una sintonia in questo senso, soprattutto quando premono altri bisogni della famiglia come quello di dover svegliarsi presto e riprendere il lavoro fuori la casa. Le ore di sonno allora non bastano mai ...e mamma e al papà devo comunque imparare ad arrangiarsi in qualche modo.

Forse sarebbe il caso di provare a concentrarsi su questa pratica di addormentamento con maggiore complicità. Con ciò non intendo tanto suggerirle di assecondare il suo bimbo durante i risvegli, quanto di cercare di creare un momento unico e irripetibile con lui prima che si addormenti. Alle richieste di suo figlio: :"Ho bevuto l'acqua", "Ho girato il cuscino", "Stanotte sto proprio dormendo bene", risponda tranquillamente che è stato proprio un bravo bambino ed è fiera di lui... vedrà allora che le paure del piccolo (di separazione, dell'ignoto, del buio..) piano piano si smorzeranno. Le cose allora si metteranno a posto perchè lui si sentirà in un legame speciale con la mamma anche quando non la può avere fisicamente vicino come vorrebbe.

Cordialmente

Dr.ssa Alessandra VAROTTO
psicologa clinico dinamica indirizzo comunità
Iscritta all'albo Regione Veneto n.7550
www.studiovarotto.com

[#2]
Dr. Gaetano Pinto Pediatra, Allergologo 1.5k 39 56
Gentile signora
oltre le utilissime indicazioni della Dr. Varotto,vorrei aggiungere qualche consiglio da pediatra.I disturbi del sonno sono spesso disturbi transitori che si manifestano in bambini costituzionalmente predisposti.Possono essere causati da problemi organici,come ad es:apnee notturne spesso causate da ipertrofia adenotonsillare,forme allergiche,specie agli acari della polvere che possono dare broncostruzione,più raramente disturbi alimentari tra cui anche l'ernia iatale.Poi vi sono cause ambientali,come il fumo di sigaretta passivo(tenga presente che non basta arieggiare la casa quando si fuma,in quanto molteplici sostanze rimangono impregnate in casa per molte ore e addirittura per giorni);notevole calore o secchezza ambientale,rumori .Poi vi sono le cause psicologiche,tra cui lo fa da padrona l'ansia di separazione,comportante il caratteristico pavor nocturnus con risvegli ed incubi.Bisogna fare anche una analisi familiare,eliminando ,se presenti,tensioni psicologiche.A questo riguardo è utile ricordare un pensiero di Jung,psicoanalista che ha collaborato allo studio sulla psiche infantile con Freud. Egli affermava :" se c'è qualcosa che non va nel comportamento del bambino bisogna prima vedere cosa non va nel comportamento dei genitori":Io sono convinto che lei comunque è una mamma affettuosa e presente,provi però a regalare al bambino maggiore affetto,attenzioni e momenti dolci prima di portarlo a letto.Questo sicuramente lo può aiutare a vincere le sue paure ,predisponendolo ad un sonno tranquillo.Per ultima cosa,cerchi di evitare bevande e cibi eccitanti,sopratutto il cioccolato e la coca cola ,dal pomeriggio in poi.
un cordiale saluto

Dr. Gaetano Pinto

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori, vi ringrazio per i vostri preziosi consigli.
La risposta del Dr. Pinto mi ha illuminato su quella che potrebbe essere la causa scatenante dei suoi problemi. Mentre leggevo le possibili cause elencate, infatti, provavo a pensare se una di quelle potesse essere quella giusta. Fumo: no, nessuno in famiglia fuma. Tonsille: è stato operato due anni fa. Ecco. Tonsille. Pensandoci bene, la data di inizio dei problemi di sonno si può collocare dopo l'intervento. Il piccolo è stato operato quando aveva 2 anni e 5 mesi (quindi due anni fa) abbastanza d'urgenza. Visita il martedì ed intevento il martedì successivo. Aveva una tonsilla molto grossa e l'ematologo chiamato a consulto dall'otorino aveva paura che potesse nascondere altro. Il bambino da un giorno all'altro ha dovuto smettere di succhiare il dito e di usare biberon. Oltretutto dopo l'intervento è arrivata la febbre alta e quella che doveva essere una sola notte di ricovero è diventata una settimana. Tornati a casa, nella notte ha avuto un'emorragia e siamo corsi di nuovo al pronto soccorso, dove è stato ricoverato per altri 3 giorni. Nel periodo dell'ospedale era molto nervoso. Piangeva sempre e non dormiva nel lettino. Le infermiere lo facevano dormire nel letto insieme a me per rassicurarlo. Tornati a casa era ancora spaventato. La prima notte dopo il ricovero, quella dell'emorragia, stavamo dormendo insieme nel suo letto (e per fortuna, dato che mi sono svegliata perché sentivo il sangue sul mio viso).
Probabilmente è da lì che è iniziato il tutto. Figuratevi che io ho sempre detto che dopo l'intervento il piccolo si è affezionato molto a me (prima non voleva mai essere preso in braccio durante il giorno, se lo coccolavo si muoveva e "scappava" e anche se aveva sonno doveva essere messo nel suo letto da solo, se lo tenevo in braccio non riusciva a dormire), ma non avevo proprio collegato i due eventi.. Dopo l'intevento ha iniziato a richiedere di più le mie coccole e la mia attenzione.
Alla luce di queste riflessioni, la risposta della Dr. Varotto ha fatto molto pensare sia me che mio marito. Probabilmente è vero che ci aspettiamo troppo da un bimbo di 4 anni e non ce ne rendiamo conto. Ho iniziato già da ieri sera a seguire i suoi consigli per l'addormentamento. Alle 21.20 l'ho preso in braccio, ci siamo seduti da un lato sul divano e ci siamo scambiati 10 minuti di abbracci e coccole. L'ho fatto rilassare in braccio a me e poi è andato a letto tranquillo. Devo dire che era molto felice di questo momento di coccole (e io con lui...). Stanotte non si è svegliato, ma se dovesse succedere una delle prossime notti seguirò il suo consiglio di rassicurarlo e lodarlo. Nel caso in cui in futuro mi dovessi trovare di nuovo in difficoltà mio marito mi ha proposto di consultare uno psicologo, raccontare tutto, e magari farci aiutare di più, impostando insieme un modo corretto di rapportarci con il bimbo.
Grazie di tutto.
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