Defecazione
Mio figlio ha 3 anni e mezzo e da quando abbiamo tolto il pannolino è cominciata l'odissea per fare la cacca. Avendo giornalmente lo stimolo per farla, riesce a trattenerla anche per 7-8 giorni incrociando le gambe e soffrendo non poco per non farla uscire. Non riusciamo a fargli accettare il vasino nè tanto meno la tazza; il problema non sussiste per la pipì, per la quale va tranquillamente sulla tazza a farla da solo, ma per la cacca non c'è verso, la trattiene oppure ne fa pochissima o sporca la mutandina anche più volte al giorno e rigorosamente nei pantaloni. Cosa possiamo fare oltre all'alimentazione ricca di fibre che già adottiamo? Cerchiamo di essere il più possibile dolci e non fargli pesare la cosa ma non riusciamo ad ottenere risultati. Dateci qualche consiglio in merito, grazie.
[#1]
Buonasera,
Mi ricollego all'ultimo post mediato di recente.
Non vi sono ragadi? Molto spesso si tratta in combinazione stipsi con encopresi, cioè la fuga di feci semiliquide tra quelle troppo solide.
cordialmente
Mi ricollego all'ultimo post mediato di recente.
Non vi sono ragadi? Molto spesso si tratta in combinazione stipsi con encopresi, cioè la fuga di feci semiliquide tra quelle troppo solide.
cordialmente
Antonio Cutrupi
Spec. Chirurgia Pediatrica
Dirigente Medico S.S.D. Urologia Pediatrica
Dipartimento Materno Infantile Ospedale F. Del Ponte, Vare
[#2]
Utente
No, non vi sono ragadi.
Comunque ieri sera piangendo perchè probabilmente non riusciva più a tenerla lo abbiamo messo sulla tazza contro il suo volere ma non brutalmente e dopo qualche pianto si è lasciato andare, ha sbarrato gli occhi e ne ha fatta talmente tanta da sembrare un adulto! Per noi è stato un grande sollievo, ma soprattutto per lui, ma ora ci chiediamo se finalmente, avendo espletato sulla tazza, pensate che si sarà convinto a fare allo stesso modo in futuro?
Grazie
Comunque ieri sera piangendo perchè probabilmente non riusciva più a tenerla lo abbiamo messo sulla tazza contro il suo volere ma non brutalmente e dopo qualche pianto si è lasciato andare, ha sbarrato gli occhi e ne ha fatta talmente tanta da sembrare un adulto! Per noi è stato un grande sollievo, ma soprattutto per lui, ma ora ci chiediamo se finalmente, avendo espletato sulla tazza, pensate che si sarà convinto a fare allo stesso modo in futuro?
Grazie
[#3]
Gentile utente,
credo che questa sia una fase molto critica del piccolo, che Freud chiamava, fase proprio fase " anale", per il piacere legato al trattenimento delle feci e al regalo che il piccolo fa ai propri genitori.
come tutte le fasi... transizionali, sarà un pò dura, ma sono convinto , in assenza di patologie, che ne uscirete vincitori...genitori e figlio.
mi auguro per il piccolo che possa essere comunque seguito da uno specialista per risolvere comunque il problema stitichezza che comunque è alla base di tutto.
discutetene con il pediatra curante. saprà certamente risolverlo.
cordialmente
credo che questa sia una fase molto critica del piccolo, che Freud chiamava, fase proprio fase " anale", per il piacere legato al trattenimento delle feci e al regalo che il piccolo fa ai propri genitori.
come tutte le fasi... transizionali, sarà un pò dura, ma sono convinto , in assenza di patologie, che ne uscirete vincitori...genitori e figlio.
mi auguro per il piccolo che possa essere comunque seguito da uno specialista per risolvere comunque il problema stitichezza che comunque è alla base di tutto.
discutetene con il pediatra curante. saprà certamente risolverlo.
cordialmente
[#4]
Cari genitori,
in seguito ai pareri medici espressi dai colleghi prima di me, vorrei aggiungere qualche riflessione riguardante la preoccupazione emotiva di voi genitori.
Potrebbe in effetti darsi che il vostro bambino, essendo riuscito una volta a fare la cacca sulla tazza, possa ripetersi, ma vi consiglio di non nutrire troppe aspettative a riguardo: i piccoli sono molto sensibili allo stato d'animo degli adulti, e questo può passare anche senza che se ne parli esplicitamente.
D'altra parte, è vero che il bambino si trova in una fase delicata dello sviluppo, in cui dal punto di vista psicologico risulta però abbastanza riduttivo riferirsi soltanto al significato della cacca come "regalo" fatto ai genitori. Imparare a trattenere le feci e a regolare il momento dell'espulsione ha anche importanti ripercussioni dal punto di vista di un'ulteriore conquista nell'ambito dell'autonomia personale. Si collega inoltre all'esplorazione di modalità personali per esprimere le diverse sfumature della fisiologica aggressività, che è uno dei motori psichici dell'essre umano.
A livello pratico, scrive che il piccolo sente lo stimolo per fare la cacca quotidianamente, allora potreste provare a creare una sorta di ritualità, così che possa riuscire a collegare le defecazione a qualcosa di piacevole, e magari distrarsi dalle preoccupazioni che evidentemente lui stesso ha a riguardo.
Cordialmente,
in seguito ai pareri medici espressi dai colleghi prima di me, vorrei aggiungere qualche riflessione riguardante la preoccupazione emotiva di voi genitori.
Potrebbe in effetti darsi che il vostro bambino, essendo riuscito una volta a fare la cacca sulla tazza, possa ripetersi, ma vi consiglio di non nutrire troppe aspettative a riguardo: i piccoli sono molto sensibili allo stato d'animo degli adulti, e questo può passare anche senza che se ne parli esplicitamente.
D'altra parte, è vero che il bambino si trova in una fase delicata dello sviluppo, in cui dal punto di vista psicologico risulta però abbastanza riduttivo riferirsi soltanto al significato della cacca come "regalo" fatto ai genitori. Imparare a trattenere le feci e a regolare il momento dell'espulsione ha anche importanti ripercussioni dal punto di vista di un'ulteriore conquista nell'ambito dell'autonomia personale. Si collega inoltre all'esplorazione di modalità personali per esprimere le diverse sfumature della fisiologica aggressività, che è uno dei motori psichici dell'essre umano.
A livello pratico, scrive che il piccolo sente lo stimolo per fare la cacca quotidianamente, allora potreste provare a creare una sorta di ritualità, così che possa riuscire a collegare le defecazione a qualcosa di piacevole, e magari distrarsi dalle preoccupazioni che evidentemente lui stesso ha a riguardo.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.8k visite dal 12/05/2009.
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