Iperico a dose doppia (10mg iperforine)e dubbi sulla terapia

Buongiorno spettabili dottori,
Vi contatto perché una settimana fa ho fatto una visita presso una naturopata per problemi soliti di ansia che ora sembra più lieve e di calo di attenzione, svogliatezza nel fare le cose, poca energia per farle ect.

Mi ha consigliato di assumere un integratore a base di Iperico la mattina e il pomeriggio (totale 1, 4 mg di ipericina e 10mg di iperforine)
Ad ogni avverto una grandissima stanchezza e al rientro da lavoro mi sono sentito tutto il viaggio deconcentrato e con presunti cali di sonno che con enorme fatica ho evitato.

Questa cosa mi capita anche quando non prendevo l’iperico, ma oggi è stata come una tortura.

Non so più cosa pensare, sono in una confusione incredibile perché da un lato ho la prescrizione di un farmaco, fatta da un neurologo (paroxetina) e un’altra dal medico di base (citalopram) in più l’ansia mi sembra meno di un anno fa per esempio, ma ancora ho problemi ad uscire per divertirmi e durante il giorno quando sono fuori casa non me la spasso affatto anzi sono sempre con il pensiero che nella mia psiche c’è qualcosa che non va mi sto anche sforzando di stare in mezzo alla gente, ma la sintomatologia non si attenua
Ovviamente sono due anni che continuo con la psicoterapia che non porta a grandi risultati, sono sempre solo, senza amici né ragazza.

Mi è rimasto soltanto il lavoro che mi piace anche, ma non riesco a godermi il tempo lì a lavoro.

In più se pensassi di prendere i farmaci inizierei a pensare che forse non mi serve così tanto e che potrebbero destabilizzare il mio equilibrio psichico creando danni permanenti.

Potete aiutarmi a mettere un po’ di ordine, sono parecchio confuso lo riconosco.

La terapia con l’iperico potrebbe alla lunga dare qualche risultato positivo per il mio caso?

La sera dopo mangiato prendo anche una capsula di silexan (80mg di olio essenziale di lavanda) e prima di dormire un alcalinizzante dato sempre dalla naturopata/ nutrizionista.

Vi ringrazio infinitamente
Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Quindi non segue le cure prescritte in altre parole. Le ragioni sono ovviamente sintomatiche, sono pensieri che vanno a riempire con delle spiegazioni una sostanziale posizione di evitamento delle cure prescritte. Ragioni vere non ce ne sono. Idem per quanto riguarda i commenti circa misure prese per trovare qualcosa di "diverso" dalle cure mediche. Non avesse avuto pareri medici, lì sarebbe da indirizzare, ma li ha avuti.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Non è che non voglia seguirli, ma ho paura di alcune cose, come guidare
Ho paura che assumendo il dropaxin mi possano venire capogiri e che non potessi più andare a lavorare.
Ho paura che alla lunga possano peggiorare la situazione.
Ed in generale gli effetti collaterali del bugiardino anche se sono consapevole che (fortunatamente) non si manifestano tutti.
In merito alla gravità dei sintomi lei consiglierebbe comunque di iniziare oppure no? (Vista anche la cronicità degli stessi)
Inoltre l’iperico a quel dosaggio, potrebbe aiutarmi tra qualche settimana o secondo lei sto perdendo tempo?
La ringrazio ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Paure fondate che Lei stesso ridimensiona, espresse con una modalità però strana, come se fossero impedimenti. "Non potere più andare a lavorare" perché uno inizia una cura e ne ha un effetto di stordimento ad esempio ? E perché mai se accadesse questo non può più andare a lavorare, non vedo il senso.

Inutile ripetere. Sta evitando le prescrizioni mediche in maniera mirata, non le evita tutte. Segue quelle che evidentemente colloca in un ambito a sé stante.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Il fatto non è il lavorare, ma l’incapacità (chissà per quanto tempo) di guidare la macchina e la paura che mi succeda qualcosa a lavoro e di dover dire che ho assunto questo medicinale
L’ambiente è molto stigmatizzato e per questo ho paura di rimanere etichettato, l’unico che sa la mia situazione è il mio collega che ha 22 anni come me
Gli altri colleghi hanno 55/60 anni, sapete benissimo che inizierebbero a fare la morale circa l’utilità dell’assunzione del farmaco.
Facendomi sectire ancora più sbagliato.
Comunque oggi sembra andata meglio di ieri la giornata, vediamo come procede se entro un mese non avrò avuto miglioramenti passerò al farmaco e bona mi sono già bruciato 2 anni di vita a stare a casa con il terrore di uscire, ma anche con la voglia di riuscire a fare ciò che voglio ed uscire e sempre stata una di quelle cose quindi voler uscire ma non riuscendo a farlo per l’attivazione automatica e anche un po’ randomica dei sintomi( specialmente l’idea di essere uno zombie passivo senza energie nelle interazioni con gli altri)

Cosa ne pensate delle due prescrizioni?
Quale sarebbe quello che da meno sedazione e funziona prima? O comunque che ha meno effetti collaterali?
So che citalopram è più rognoso per il cuore sul qtc, magari sarebbe meglio l’altro? Oppure è una paranoia inutile?
Vi ringrazio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Ripeto, stupisce l'inquadramento. Uno prende un medicinale, mettiamo che gli dia stordimento, e allora Lei si immagina "chissà per quanto tempo non potrò etc etc". Non capisco come e perché arriva a formulare un pensiero del genere.
Poi lo stigma, anche questo è un pensiero curioso: e perché qualcuno dovrebbe saperlo ? Presumo perché Lei ritiene che si vedrebbe da fuori. Quindi Lei si immagina queste cose...

A parte l'immaginarsi che l'effetto di un farmaco si veda per qualche tipo di disfunzionalità, ma il primo pensiero, quello del non poter più fare etc è illogico come sviluppo. Manca probabilmente un passaggio che ritiene scontato, oppure parte per la tangente ma non si accorge che manca un segmento di ragionamento se quella fosse la conclusione logica.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Ho capito e la ringrazio per questo.
Ora sono un po’ su un limbo
Vado di paroxetina o di citalopram?
Non saprei cosa fare.
La ringrazio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Scelga da chi farsi seguire più che altro, e chiede conferma della prescrizione.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Secondo lei viste le info che sa su di me, quale farmaco mi consiglia?
Se può essere utile l’ultimo ecg (agosto 2023, ma il dato è in linea con gli ultimi 3 anni) evidenziava un qtc di 372 ms
Se poi ha bisogno di qualche info in più (se necessario la pagherò anche) mi chieda pure, ho fatto un sacco di esami e credo di poterle rispondere chiaramente.
La ringrazio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
No, non ha senso questo, che un terzo che non l'ha vista le dia un'indicazione tra due alternative. Non è detto che sempre esista, peraltro, un'opzione migliore in sé.
C'è chi l'ha visitata e le ha dato una prescrizione. Da lì ha senso reiniziare.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
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Va bene la ringrazio!
Saluti e buone feste
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