Vertigini da sindrome ansioso-depressiva. e' corretta la terapia farmacologica?

Gent.
mi Dott.
ri,

da ormai tre-quattro anni convivo con un senso di instabilità posturale o di "vuoto alla testa" che spesso mi impedisce di deambulare senza che abbia l'impressione di cadere o di svenire.
A lavoro più volte sono dovuto andare via prima per questo senso di sincope che sta per preannunciarsi.
Nel 2020 risonanza magnetica encelafo-midollo e potenziali evocati visivi-motori e somatosensoriali hanno dato esito negativo, per un po' sono stato meglio ma da due anni buoni a questa parte sono punto e daccapo.


Il neuropsichiatra ha parlato di "sindrome ansioso depressiva" che causerebbe somatizzazioni multiple tra cui vertigini "soggettive" e astenia diffusa.
Da mesi soffro anche di un disturbo della deglutizione e di fascicolazioni che mi fanno presumere la SLA (un mio zio materno l'ha avuta), nonché un raggrinzimento sospetto dei polpastrelli delle mani (come se fossero più magri e sempre appena usciti dall'acqua).


In attesa di eseguire elettromiografia, mi ha intanto prescritto la seguente terapia farmacologica;

Compendium gocce, da 10 a 30 gocce per tre volte al giorno, aumentando di 3-4 gtt per giorno
Fluoxetina compresse, 1 al giorno dopo pranzo
Amisulpride, 1 cp al giorno la mattina

Il tutto per un mese.


Confesso che la mia condizione comincia ad essere invalidante e vorrei finalmente provare ad assumere i farmaci, ma ho una certa ritrosia a farlo per paura che possano provocare effetti collaterali e dipendenza nel medio periodo (di norma succede sempre così).
Fra l'altro vivo da solo in una città che non è la mia e non saprei come gestire eventuali complicanze.


Ritenete che questa terapia (e i relativi dosaggi) sia idonea per risolvere i miei disturbi o è meglio agire diversamente facendo esami strumentali?
Non vorrei peggiorare il mio stato.
Una mia collega, soprattutto con il Compendium, ha manifestato stordimento quando il dosaggio le è stato diminuito.
Non vorrei peggiorare la mia già delicata condizione.


Grazie in anticipo a chi mi vorrà e potrà rispondere!
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Già il fatto che indichi che "il tutto per un mese" è quanto stabilito appare strano poichè, almeno per avere effetti di qualche genere passano dalle 4 alle 6 settimane a dose piena.

La presenza di un aumento tale di benzodiazepina non è condivisibile.

L'utilizzo di altri prodotti già ad un dosaggio minimo può provocare dei peggioramenti.

Se dubita della terapia deve sentire il parere di un altro specialista in psichiatria.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie intanto Dottore per la risposta.

Quando scrive "effetti di qualche genere" intende effetti benèfici o effetti collaterali?

Effettivamente il medico mi aveva fissato l'appuntamento di controllo dopo un mese, lasciando sottintendere che almeno in questa prima fase avrei dovuto assumere questi farmaci. Nulla ha detto a proposito della durata della terapia (se interromperla dopo 1-2-3 settimane/mesi, ecc...).

So che di sicuro intanto avrei dovuto farla per un mese e poi presentarmi alla visita di controllo per valutare la situazione.

Le confesso che sin da subito i dosaggi (in particolar modo del Compendium) mi sono sembrati abbastanza elevati (parliamo già di 30 gocce totali il primo giorno, per arrivare a 90 nel giro di poco tempo), a meno che intendesse 10 gocce totali dalle 8 alle 23 il primo giorno per arrivare a un massimo di 30 (la ricetta è piuttosto ambigua).

In ogni modo gli effetti collaterali di questi farmaci, almeno leggendo il bugiardino, sono simili ai miei sintomi, quindi prima di impelagarmi in qualcosa di sbagliato proverò a consultare un altro specialista (seppure quello che ho consultato io sarebbe, stando a quanto mi dicono, "il pezzo grosso della città".