Atmosfere predeliranti?

Temo di riscontrare una preoccupante convergenza tra i miei sintomi e quella che la letteratura scientifica definisce come 'atmosfera predelirante ', condizione che precede l'instaurarsi di una psicosi franca, ma nella quale il soggetto è ancora in grado di riflettere sui suoi stati mentali abnormi e financo di criticarli e prenderne le distanze.
Provo talvolta (non costantemente, solo quando non sono impegnato in cose pratiche) una paura irrazionale innescata da alcune sensazioni, sia visive, come la vista di certi oggetti, che tattili, come il contatto del mio corpo con i vestiti o con le lenzuola quando sto per dormire; so bene io per primo che non avrei motivo di provare tale paura, ma nonostante mi sforzi di rassicurarmi che ne riconosco l'infondatezza, e che quelle che provo sono innocue sensazioni ordinarie, quella paura permane.
Ho letto che chi sta per diventare psicotico prova una inspiegabile angoscia, come se una calamità indefinita stesse per colpirlo, di cui coglie indizi nella realtà fenomenica; e in effetti io pure ho provato questa angoscia, per quanto ogni volta cerchi di verificare che sono consapevole che il pericolo a cui essa sembra alludere non esiste e che dunque non dovrei sentirmi spaventato per niente.
A volte ho paura di leggere nelle apparenze del mondo esterno dei connotati minacciosi, come accade a chi delira, per cui mi sento in obbligo di scacciare queste impressioni col ragionamento, senza che quest'ultimo riesca mai del tutto persuasivo però... Mi chiedo perciò: come si capisce che si sta andando verso la psicosi? Lo so è oppure non lo so è? O invece esistono sfumature intermedie, tratti che collocano certe patologie sulla soglia, senza che l'equivoco diagnostico sia risolto in modo netto e definitivo?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Ci sono altre patologie che vanno prese in considerazione quando il pensiero fisso diventa un elemento primario rispetto a qualsiasi altra considerazione.

La permanenza di sintomi può essere responsabile di peggioramenti clinici che possono mettere in evidenza fenomeni psicotici.

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dopo
Utente
Utente
Patologie "altre" dalla psicosi? Però allo stesso tempo un pensiero fisso, se non scompare, rischia di incancrenirsi in psicosi, quindi non sono al riparo da questa possibilità? Faccio bene dunque a verificare continuamente il mio esame di realtà? La comparsa di "fenomeni psicotici" in un soggetto che psicotico ufficialmente non è dimostra, come temevo, che tra bianco e nero, tra salute e malattia, esistono diversi stadi intermedi: anzi, una scala discendente in fondo alla quale si sprofonda nella schizofrenia...
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
No non fa bene a continuare a controllare come se avesse strumenti adatti a poterlo fare.

Il problema è che deve curare il disturbo di fondo che non è in compenso per cui elucubra continuamente con ragionamenti afinalistici.

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Utente
Utente
Questi miei 'controlli' non nascono da una pretesa di farmi autodiagnosi (non ne ho le competenze), ma da un tentativo di esorcizzare la paura che il mio pensiero stia iniziando a deragliare dalla realtà. Ho paura cioè di attribuire significati abnormi (che ancora sono in grado di criticare e riconoscere come assurdi) a percezioni ordinarie: e ho da poco appreso che tale fenomeno va sotto la classificazione di SALIENZA ABERRANTE, una sorta di indizio verso la comparsa del delirio. Mi capita di soffermarmi a osservare il ricamo colorato di una tovaglia o di una tenda, ad esempio, e di avvertire una inspiegabile paura accompagnarsi a quella percezione, che mi obbliga a dirmi che quella tovaglia è solo una tovaglia e che quindi non devo temere di stare avviandomi verso il delirio...