"ex" abuso di cannabis e problemi correlati


Cercero' di racontare il piu’ brevemente possibile la mia travagliata storia:

Ho 18 anni, da piccolo ero un soggetto abbastanza ansioso ma ho vissuto un infanzia serena.
A 15 anni sono stato colpito da una grave forma d'acne, che mi ha catapultato in uno stato di profonda depressione, soprattutto perche' ero convinto, anche a causa dei pareri medici, che il mio volto sarebbe stato deturpato per sempre.
Cosi' ho visto i sogni di una vita serena crollare, e con loro, tutto il mondo addosso.
Ho seguito una pesante cura farmacologica e l'acne si e' risolta, con qualche piccola cicatrice, verso i 16-17 anni.
Durante questo periodo, mi ero isolato dal mondo e non uscivo piu' di casa se non per andare a scuola.
Per sopportare questa vita, ho costruito una dipendenza da cannabis. Dai 15 ai 17 circa ho fumato regolarmente e abbastanza pesantemente ogni santo giorno.
La depressione non passava ma quando ero sotto effetto riuscivo a sopportare tutto molto meglio e vivevo bene nel mio piccolo mondo, perche' quello reale non mi piaceva affatto, ero anche fissato con delle cospirazioni, come ad esempio quelle delle torri gemelle. Qualche volta uscivo, ma era presente un'apatia e una depressione di fondo.
Cosi' a 17 anni decisi di andare da una neuropsichiatra, perche' volevo riprendere in mano la mia vita.
Questa persona non mi dava un enorme sostegno, ma il solo parlare dei miei problemi mi aiutava un po'. Lei cercava a tutti i costi di farmi smettere e alla fine ci sono riuscito, ma non per merito suo.
Infatti l'ultima volta che ho fumato cioe' nell'ottobre del 2006, ho avuto un attacco di panico, che mi ha fatto allontanare definitivamente fino a oggi dalla marijuana.
Quando avevo l'acne pensavo che una volta risolto questo problema, sarei stato nuovamente "felice".
Cosi' non e' stato, allora ho dato la colpa a questo disagio perche' un forte consumo di canapa puo' portare a questo.
Ma una volta smesso di fuamare ho notato che qualcosa non andava.
Non ero piu' brillante come prima, mi sentivo stupido, avevo difficolta' di memoria, di concentrazione e difficolta' nell' esprimere idee e concetti. Pensavo fosse troppo presto e che ci voleva ancora un po' per "smaltire" i 2 anni di dipendenza.
Ormai sn passati 5 mesi, la situazione e' un po' migliorata ma la mia percezione della realta' rimane appannata/distorta, e' come se la monte fosse staccata leggermente dal corpo. Non ho piena facolta' delle mie capacita'.
Questa situazione e' abbastanza invalidante perche' non mi permette di realizzarmi professionalmente, di memorizzare bene quello che ascolto ecc... Non vedo la realta' in maniera chiara. A volte la situazione migliora e mi sembra quasi di aver riacquistato il contatto con la realta', ma poi ritorna tutto come prima, ho notato che la situazione peggiora se leggo articoli sui possibili danni correlati all'uso di canapa o sulle malattie psichiche in generale (psicosi, schizofrenia). E penso che questo sia dato da un aumento dell'ansia.
Vorrei precisare che avevo sviluppato anche una sorta di pornodipendenza.

Quando riesco a non pensare alla derealizzazione, mi sembra di non avercela o quasi.
In questa ultima settimana noto che la situazione e’ migliorata e ho ripreso una parte delle mie facolta’ mentali ma noto che c’e’ una costante apatia di fondo come al solito. Non sono piu’ in grado di provare sentimenti ed emozioni, non sono ne depresso ne felice. Vivo una vita piatta e non riesco a sentire stimoli.

Ho letto che nei fumatori cronici di marijuana si possono instaurare diverse patologie mentali come sindrome amotivazionale (in cui mi ritrovo), psicosi e schizofrenia, che possono anche essere permanenti. Da quel poco che so sulla chimica del nostro cervello, e’ possibile che il mio cervello non sia piu’ in grado di produrre determinate sostanze (serotonina?) perche’ il continuo stimolare questa sostanza con la cannabis, ne abbia in qualche modo inibito la formazione?
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
sembra che uno dei suoi problemi maggiori sia proprio quello di non aver mai risolto il Problema, probabilmente legato ad aspetti ansioso-depressivi che io non conosco, sintomi esacerbati dopo l'uso di sostanze.

la situazione che si è instaurata adesso mi sembra necessiti in primis di un approfondimento psichiatrico, per impostare l'adeguata terapia, in quanto lei effettivamente in queste condizioni non può vivere serenamente, è necessario riportare l'umore a livelli accettabili

Poi il mio consiglio è quello di iniziare una psicoterapia, per tutti i motivi contenuti nella sua mail, dall'abuso di sostanze, all'ansia, ecc, cose che il farmaco da solo non risolve.

Credo lei debba risolvere al più presto il Problema, prima che questo la stimoli ad usare nuovamente vie di fuga temporanee, tipo cannabis

Cordialmente

Daniel Bulla
dbulla@libero.it

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
dopo
Utente
Utente
a chi sarebbe meglio rivolgermi dunque?
Ho fatto 11 sedute settimanali da una neuropsichiatra, l'ultima e' stata circa 3 mesi fa. Ma se devo essere sincero, mi aspettavo un aiuto piu' concreto.
Mi aveva proposto dei farmaci che mi sono rifiutato di prendere, il sostegno psicologico non era molto alto.

Vorrei riferire altri sintomi che potrebbero facilitare una diagnosi.

una dei miei problemi e' che non riesco ad accettare fino in fondo il mio cambiamento fisico/mentale che ho avuto dopo che l'acne violento' la mia vita.
Il mio corpo non mi piace, sono troppo magro e ho le ossa troppo piccole. Ero mentalmente sveglio, attivo, pieno di interessi, con un intelligenza e un acume maggiore rispetto ai miei coetanei (confermato piu' volte sia dai prof, che dai genitori, che da me...)e mi piacevo fisicamente. Egoisticamente devo dire che avevo carisma e personalita', nonostante' la mia giovane eta', per cui riuscivo a stupire e a far pendere dalle mie labbra e a far ridere chi mi circondava.

Ora mi ritrovo in una situazione opposta, non mi piaccio molto fisicamente, non accetto le gambe storte ne le mie ossa piccole. Non sono piu' brillante e non riesco piu' a stupire nessuno.
Ho poche idee e intuizioni e quelle che ho sono banali e superficiali. Qualche mese fa avevo anche dei problemi nel parlare, avevo una parlantina confusa, mi bloccavo. Segni di insicurezza. Ora riesco ad avere un linguaggio piu' lineare ma sempre non molto chiaro.
Non riesco piu' a provare piacere, stimoli ed emozioni. Quando agli occhi degli altri risulto noiso o superficiale, mi sconforto. Quando invece riesco a essere simpatico e brillante sono + sereno anche e leggermente meno apatico.

Poi volevo riferire un'altra strana situazione, ad esempio se sono a scuola e qualche persona che io e le altre persone considermiamo "inferiore" mi tocca o mi parla ecc... fra me e me penso che dopo questro evento il mio destino in qualche modo cambia, e dopo quel momento non risulto simpatico, o posso dire qualcosa ad esempio a un mio genitore che possa cambiargli il destino e fargli avvenire qualche fatto grave, come un incidente, e che se quella persona "inferiore" non avesse interferito, tutto sarebbe andato bene. Mi succede anche quando penso a delle ragazze che ho frequentato che pero' non mi piacevano e considero superficiali e stupide, mi viene un po' di ansia e mi dico, ora che hai pensato a quella persona che non meritava la tua attenzione, le cose che farai andranno male perche' hanno interferito con il tuo benessere.

Spero si capisca cosa voglio dire.

Vorrei che la mia vita fosse come quando avevo 14 anni. Vorrei realizzarmi in ambito professionale ma mi sento bloccato da questa situazione.

Posso sembrare egocentrico ed egoista ma non lo sono, sono una persona sensibile e onesta nonstante tutto.

Grazie mille
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Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 249 4
Gentile Utente,
dice di avere 18 anni, la sua scheda rivela invece un'età di 43 anni, non che la cosa sia fondamentale ma per dare delle risposte il più possibile esaurienti dovremmo avere dei dati più chiari.
La sua condizione richiede sicuramente il sostegno di uno psichiatra e probabilmente anche di un trattamento psicofarmacologico che però Lei ha rifiutato. E' abbastanza curioso il fatto di rifiutare un trattamento psicofarmacologico e per contro abusare di cannabis, non è certo con la cannabis che Lei può risolvere il problema, inoltre gli psicofarmaci non sono stupefacenti, quindi, se uno psichiatra li ha consigliati, sarebbe bene che il paziente li assumesse per evitare il peggioramento del quadro clinico.
Cordiali saluti.

Dr. Claudio Lorenzetti
www.claudiolorenzetti.tk

Dr. Claudio Lorenzetti

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Dr. Cristiano Pacetti Psicologo, Psicoterapeuta 8
Gentilissimo,
credo che il suo desiderio di tornare ad essere come era a 14 anni, per quanto comprensibile, sia irrealizzabile. Ogni età ha delle problemantiche (e delle gioie) sue proprie, sta alla persona imparare a crescere e ad accettare il cambiamento sia dei suoi pensieri sia del suo fisico. Il fatto che lei abbia abusato di cannabis negli anni scorsi non fa di lei un "marchiato" uno che DEVE avere dei problemi perchè ha fumato marijuana. Il suo sembra più un problema legato alla icapacità di accetare una nuova situazione di vita, cosa che, come lei ci ha detto le era già successo all'inizio della adolescenza. Il mio consiglio è quello di cercarsi un bravo psicoterapeuta che possa accompagnarla nel processo di formazione della sua persona sostenendola ed aiutandola a chiarirsi le idee.

Dr. Cristiano Pacetti

Dott. Cristiano Pacetti
Psicologo - psicoterapeuta
Consulente Tecnico d'Ufficio presso il Tribunale di Prato

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Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 463
Gentile utente,
la sua intuizione riguardo alla sindrome amotizionale potrebbe essere corretta.
In questi casi si realizza una sorta di alterazione dei circuiti neurochimici alla base del 'piacere' e che comprendono quelli serotoninergici, ma anche quelli dopaminergici, noradrenergici, gli oppioidi endogeni. I cannabinoidi assunti in modo continuativo, per lunghi periodi, in un soggetto predisposto geneticamente, inducono la comparsa della sintomatologia.
La terapia è lunga e non lineare, e necessita di plastiche correzioni nel tempo in relazione alla risposta.
La psicoterapia, soprattutto in fase iniziale del trattamento, serve a poco (se non a supportare gli inevitabili momenti di pausa nel percorso terapeutico), anzi talvolta accentua (specie quella ad indirizzo psicoanalitico) la già aumentata tendenza a sterili speculazioni filosofico-esistenziali prive di di costruttività.
In primis, è perciò necessario considerare il Suo problema in una ottica strettamente medica, impostare una adeguata cura medica, essendo consapevoli che la tollerabilità ai farmaci può risultare talvolta anomala.
Con i miei migliori auguri
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

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dopo
Utente
Utente
La sua risposta, seppur chiara ed esauriente, mi butta nello sconforto piu' totale.
Anche nelle situazioni in cui potro' provare "piacere" non lo provero' perche' sapere che ho una sindrome amotivazionale mi blocchera' in partenza.
Ora a chi posso rivolgermi? Abito a como, e non conosco nessuno che sia in grado di curare questo tipo di problematiche.

Anche sapere che la terapia sara' lunga e non sara' una passeggiata dal punto di vista degli effetti collaterali, mi sconforta molto, ma d'altronde e' la verita'.

Chiedo solamente di essere indirizzato nelle mani giuste, in quanto il problema non e' uno dei piu' comuni e facilmente risolvibili.

Grazie