Sospensione paroxetina
Buongiorno gentili Dottori.
Sono una vecchia utente di 50 anni che da molti anni, se non da sempre, soffre di un disturbo d’ansia generalizzato che si esprime attraverso crisi ricorrenti che non sfociano nel panico, ma molto vi assomigliano.
Da anni assumo Paroxetina 20 mg, in modo quasi continuativo perché nonostante la terapia compensi efficacemente il disturbo, non riesco a smettere.
Non ho particolari effetti collaterali tranne l’aumento di peso che in pre-menopausa mi sta creando delle difficoltà di accettazione.
Ho provato molte volte a sospendere sotto controllo e con tempi molto graduali di scalaggio del farmaco.
Ho parlato al mio medico chiedendo un cambio di molecola e l’assunzione di un ssri che meno impatti sul peso.
Purtroppo non riesco ad arrivare ad uno scalaggio completo perché dopo alcuni settimane o mesi, i sintomi da sospensione si presentano in modo intenso e mi vedo costretta a reintegrare la terapia.
Ho provato a gestire la sospensione con varie strategie: meditazione, terapia cognitivo-comportamentale anche di approccio moderno act (acceptance and commitment therapy) facendo sicuramente passi in avanti nei momenti di crisi, ma non sufficienti a garantirmi una accettabile qualità di vita.
Temo molto gli effetti a lungo andare di un’assunzione continuativa di paroxetina e la possibilità di assefuazione.
Il mio medico non si è mai espresso in modo esaustivo a riguardo e mi invita ad interrompere la terapia, ma io proprio non ci riesco.
C’è qualche strategia che potete consigliare e potrei utilizzare per la gestione di queste problematiche?
Grazie e molti auguri per il nuovo anno
Sono una vecchia utente di 50 anni che da molti anni, se non da sempre, soffre di un disturbo d’ansia generalizzato che si esprime attraverso crisi ricorrenti che non sfociano nel panico, ma molto vi assomigliano.
Da anni assumo Paroxetina 20 mg, in modo quasi continuativo perché nonostante la terapia compensi efficacemente il disturbo, non riesco a smettere.
Non ho particolari effetti collaterali tranne l’aumento di peso che in pre-menopausa mi sta creando delle difficoltà di accettazione.
Ho provato molte volte a sospendere sotto controllo e con tempi molto graduali di scalaggio del farmaco.
Ho parlato al mio medico chiedendo un cambio di molecola e l’assunzione di un ssri che meno impatti sul peso.
Purtroppo non riesco ad arrivare ad uno scalaggio completo perché dopo alcuni settimane o mesi, i sintomi da sospensione si presentano in modo intenso e mi vedo costretta a reintegrare la terapia.
Ho provato a gestire la sospensione con varie strategie: meditazione, terapia cognitivo-comportamentale anche di approccio moderno act (acceptance and commitment therapy) facendo sicuramente passi in avanti nei momenti di crisi, ma non sufficienti a garantirmi una accettabile qualità di vita.
Temo molto gli effetti a lungo andare di un’assunzione continuativa di paroxetina e la possibilità di assefuazione.
Il mio medico non si è mai espresso in modo esaustivo a riguardo e mi invita ad interrompere la terapia, ma io proprio non ci riesco.
C’è qualche strategia che potete consigliare e potrei utilizzare per la gestione di queste problematiche?
Grazie e molti auguri per il nuovo anno
"perché nonostante la terapia compensi efficacemente il disturbo, non riesco a smettere."
Il senso di questa frase è oscuro.
Perché il medico la invita a interrompere la terapia ? Anche questo non si capisce. E' Lei che teme e spinge per interrompere, o il medico che la invita a farlo ? E se è il medico, perché ?
Il resto è di per sé incoerente: dice che teme l'assuefazione e che poi si impegna in una sospensione graduale ma non ci riesce. Scusi, ma se non ci fosse una qualche forma assuefazione in senso farmacologico, che bisogno di sarebbe dell'interruzione graduale ?
Il senso di questa frase è oscuro.
Perché il medico la invita a interrompere la terapia ? Anche questo non si capisce. E' Lei che teme e spinge per interrompere, o il medico che la invita a farlo ? E se è il medico, perché ?
Il resto è di per sé incoerente: dice che teme l'assuefazione e che poi si impegna in una sospensione graduale ma non ci riesce. Scusi, ma se non ci fosse una qualche forma assuefazione in senso farmacologico, che bisogno di sarebbe dell'interruzione graduale ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Utente
Certamente più che altro sono io che spingo per un’interruzione. Fatico ad accettare una terapia a vita comprendo di non riuscire a spiegarmi in modo esaustivo. Assuefazione e’ uno dei miei timori anche se convengo che in più di 20 anni di terapia non ho mai sperimentato un calo di efficacia. Ho superato traumi e difficoltà della vita in maniera molto sana grazie ai farmaci e sicuramente ad un percorso psicologico che ha aumentato in maniera significativa le mie consapevolezze.
Mi sento bene e vorrei fosse così anche senza terapia.
Mi rendo conto che il pregiudizio sull’assunzione di psicofarmaci mi condiziona ancora parecchio, nonostante studi e conoscenze.
Danni a lungo termine da la sua esperienza ne conosce? Le ricerche fatte personalmente non mi danno risposte esaustive. Ha qualche lettura da consigliarmi?
Mi sento bene e vorrei fosse così anche senza terapia.
Mi rendo conto che il pregiudizio sull’assunzione di psicofarmaci mi condiziona ancora parecchio, nonostante studi e conoscenze.
Danni a lungo termine da la sua esperienza ne conosce? Le ricerche fatte personalmente non mi danno risposte esaustive. Ha qualche lettura da consigliarmi?
E quindi perché ha voluto far sembrare che insisteva il suo medico ?
Mi pare che il tutto si riduca al fatto che vorrebbe poter non prenderlo, ma poi questo diventa un fatto di insistenza in cui si perde di vista il senso complessivo della cosa. Il medico non ritiene che Lei debba farlo. E' Lei che insiste, quindi non andrà bene probabilmente. Quando lo fa, non va bene infatti, il motivo è banale.
Eppure non sembra vederlo.
Poi tutto il discorso dell'assuefazione non è comprensibile. Assuefatti significa abituati a certi effetti, e questo che mai dovrebbe voler dire ? E' attraverso l'abitudine ad alcuni effetti che comincia a funzionare la paroxetina, quindi chiaro che alla sospensione può esserci (come no) una sindrome da sospensione, poco rilevante alla fine. Se uno si concentra su questo molto probabilmente si concentra sui motivi che rendono difficile la sospensione, in primis uno.
Il più ovvio, evidente, che è il motivo per cui il suo medico non pensa che lo debba fare.
Mi pare che il tutto si riduca al fatto che vorrebbe poter non prenderlo, ma poi questo diventa un fatto di insistenza in cui si perde di vista il senso complessivo della cosa. Il medico non ritiene che Lei debba farlo. E' Lei che insiste, quindi non andrà bene probabilmente. Quando lo fa, non va bene infatti, il motivo è banale.
Eppure non sembra vederlo.
Poi tutto il discorso dell'assuefazione non è comprensibile. Assuefatti significa abituati a certi effetti, e questo che mai dovrebbe voler dire ? E' attraverso l'abitudine ad alcuni effetti che comincia a funzionare la paroxetina, quindi chiaro che alla sospensione può esserci (come no) una sindrome da sospensione, poco rilevante alla fine. Se uno si concentra su questo molto probabilmente si concentra sui motivi che rendono difficile la sospensione, in primis uno.
Il più ovvio, evidente, che è il motivo per cui il suo medico non pensa che lo debba fare.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 29/12/2024.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Menopausa
Cos'è la menopausa? A quale età arriva e come capire se è arrivata: i sintomi e i consigli per affrontare questa fase della vita della donna.
Consulti simili su menopausa
Consulti su ansia e panico
Altri consulti in psichiatria
- depressione persistente: cosa fare con efexor 150mg?
- Depressione cronica: terapia attuale efficace?
- Libido intensa, sintomi post-orgasmo invalidanti e ansia: aiuto?
- Paura di perdere il controllo: cos'è?
- Come ritrovare la felicità nel mangiare e nel stare bene?
- Sindrome post-SSRI: cosa dice la scienza?