Paralisi nervosa con spasmi sempre piu' frequenti causa ADHD

Buongiorno,

Sono un dottorando residente all'estero e all'ultimo anno con una tesi da consegnare entro il 15 settembre.
Ho ancora alcuni capitoli da scrivere e anche altri elaborati che ho finito per procrastinare.
Collegato alla mia storia personale e ad altre questioni, questo mi ha fatto realizzare con profondo ritardo di avere l'ADHD e ieri ho scritto al mio medico di base per richiedere una diagnosi che dovrebbe richiedere circa 8-10 settimane d'attesa.


Il problema è che più cerco di lavorare ai miei elaborati, più mi sento paralizzato, con spasmi sempre più frequenti e sento che la mia situazione sta diventando sempre più insostenibile.
Ho provato di tutto per alleviare la mia paralisi nervosa con calendari delle attività, stretching, meditazione, ASMR ecc.
, ma tutto mi sembra un palliativo inutile.
Sento il bisogno di fare qualcosa immediatamente per alleviare i miei problemi e riprendere a lavorare correttamente, anche se dovesse significare prendere un tranquillante.


Grazie e mi scuso se il mio messaggio potrebbe risultare un po' disconnesso.
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.2k 209
Non capisco cosa intende per spasmi nervosi. Descrive uno stato di ansia collegato a una scadenza importante, e questa ansia continua ed eccessiva, associata a sensi di colpa, influenza le performance attentive, come succede molto spesso, senza bisogno di trovare diagnosi di moda come l' ADHD. Potrebbe rivolgersi a uno specialista del Paese in cui si trova per una diagnosi e una terapia che le darebbero subito un po' di sollievo e migliorerebbero la capacità di concentrazione, che con una sintomatologia ansiosa è la prima funzione che si altera.

Franca Scapellato

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
" questo mi ha fatto realizzare con profondo ritardo di avere l'ADHD e ieri ho scritto al mio medico di base per richiedere una diagnosi che dovrebbe richiedere circa 8-10 settimane d'attesa."

Pessimo inizio di un percorso diagnostico. Lei si fa diagnosi da solo e poi chiede una diagnosi per accertare questo che ha già orientato da solo, una cosa priva di senso.

Lei ha descritto un problema che sta avendo con la preoccupazione per lo studio, e che la sta facendo andare "in tilt" nel controllo di quel che deve fare. Fa un'autodiagnosi partendo da un sintomo che nessuno ha stabilito che abbia, e usa dei termini probabilmente in maniera impropria (spasmi ?). Inoltre, esprime una diffidenza per le medicine che è basata su una sua rappresentazione, e che sembra il contraltare di una preoccupazione per il controllo di sé.

" anche se dovesse significare prendere un tranquillante." .... con questo contemporaneamente fa capire due cose. Primo, che al di là dell'autodiagnosi, le sfugge un tipo di notazione che indica invece probabilmente la matrice di ciò che ha. Il secondo, che nella sua immaginazione il farmaco è un punto di arrivo estremo, e addirittura il tranquillante (che è la cosa meno impegnativa e specifica) sarebbe quindi un esempio di extrema ratio per l'intervento.
Non c'è questo concetto, non c'è una classifica di interventi leggeri o pesanti e soprattutto non che debbano essere evitanti finché possibile, questo veramente è un discorso capovolto.

Semplicemente, faccia una visita psichiatrica e si faccia consigliare. Può menzionare la sua ipotesi, spero non trovi chi le fa diagnosi a partire da quello. Serve come sintomo (la preoccuoazione di averlo), non come diagnosi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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