Disturbo d'ansia
Buon pomeriggio gentili dottori,
mi trovo a scrivere su questo forum alla ricerca di un vostro parere su un problema che mi affligge in fasi alterne nella mia vita da 10 anni a questa parte.
Sono una persona molto sensibile a qualsivoglia problema fisico io percepisca sul mio corpo e il tutto è partito quando dieci anni fa cominciai a sperimentare dei giramenti di testa.
Visite infinite ed anche day ospital per controllare finanche il cervello con un rm.
un periodo che culminò in ragione del profondo stress legato a questi sintomi a sviluppare la mia prima ansia legata al timore di perdere controllo e dunque timore farmi del danno o farne.
Dopo un periodo di sola psicoterapia uscii da quel periodo e sono stato bene per diversi mesi, per poi ripresentarsi sintomi fisici legati a una verosimile cervicalgia che mi sono trasciinato per altri 5-6 mesi.
Di nuovo un periodo discreto per poi culminare al periodo universitario al primo vero attacco di ansia forte, alla guida, al punto di farmi venire a prendere da un amico in autostrada.
DI li ripresi a fare psicoterapia e passai un anno in ritiro sociale quasi totale per poi uscirne con molto sforzo, Dopo quell'anno la mia terapeuta mi consiglio di consultare uno psichiatra per valutare anche una cura farmacologica.
Alla visita fatta da medico ladiagnosi fu di ansia conlieve demoralizzazione secondaria e cominciai la mia prima cura con paroxetina gocce.
Superato il primo periodo attivante passai un periodo davvero sereno al puntio che a distanza di un anno decidemmo di interromepre la cura.
Sopraggiunto covid con nuovi sintomi fisici comincia di nuovo a patire di ansia e con medico decidemmo di reintrodurre paroxetina e anche in questo caso al dosaggio 20 mg raggiunsi una bella stabilità, e dopo alcuni mesi decidemmo di scendere a 10 mg da lasciare a supporto per eventuale nuovo momento di ansia.
Negli ultimi tre anni putroppo sopraggiunge morte mio padre e condussi un periodo di grande stress per seguire la mia mamma disabilesino a culminare in un periodo pesantissimo anno scorso con morte della mia mamma.
Avevo sintomi costrittivi al petto terribili e sembrava non trovassi pace in nessun modo.
Abbiamo provato diverse terapie passando per gabepatin, laxoryl e trittico ed ho trovato un pò di pace a giungo di anno passato con la combinazione didepakin 1000 mutabon mite mattino e sera e trittico prima di coricarmi.
Dopo 5 mesi di tregua mi ritrovo di nuovo pieno di sintomi fisici, che sono tensivi a livello cerviale, cefalee, sbandamenti, paure farmi o fare danno poco energia, ed abbiamo cambiato curatogliendo mutabon per anafranil, del quale da una partenza a 10 mg siamo arrivati a 50 mg die.
questo dosaggio da duesettimane scarse.
Vorrei vostro parere inquanto vivo una condizione di stress e pesantezza fisica alta, specialmente nei pomeriggicon picchi di costrizione molto alta.
grazie in anticipo
mi trovo a scrivere su questo forum alla ricerca di un vostro parere su un problema che mi affligge in fasi alterne nella mia vita da 10 anni a questa parte.
Sono una persona molto sensibile a qualsivoglia problema fisico io percepisca sul mio corpo e il tutto è partito quando dieci anni fa cominciai a sperimentare dei giramenti di testa.
Visite infinite ed anche day ospital per controllare finanche il cervello con un rm.
un periodo che culminò in ragione del profondo stress legato a questi sintomi a sviluppare la mia prima ansia legata al timore di perdere controllo e dunque timore farmi del danno o farne.
Dopo un periodo di sola psicoterapia uscii da quel periodo e sono stato bene per diversi mesi, per poi ripresentarsi sintomi fisici legati a una verosimile cervicalgia che mi sono trasciinato per altri 5-6 mesi.
Di nuovo un periodo discreto per poi culminare al periodo universitario al primo vero attacco di ansia forte, alla guida, al punto di farmi venire a prendere da un amico in autostrada.
DI li ripresi a fare psicoterapia e passai un anno in ritiro sociale quasi totale per poi uscirne con molto sforzo, Dopo quell'anno la mia terapeuta mi consiglio di consultare uno psichiatra per valutare anche una cura farmacologica.
Alla visita fatta da medico ladiagnosi fu di ansia conlieve demoralizzazione secondaria e cominciai la mia prima cura con paroxetina gocce.
Superato il primo periodo attivante passai un periodo davvero sereno al puntio che a distanza di un anno decidemmo di interromepre la cura.
Sopraggiunto covid con nuovi sintomi fisici comincia di nuovo a patire di ansia e con medico decidemmo di reintrodurre paroxetina e anche in questo caso al dosaggio 20 mg raggiunsi una bella stabilità, e dopo alcuni mesi decidemmo di scendere a 10 mg da lasciare a supporto per eventuale nuovo momento di ansia.
Negli ultimi tre anni putroppo sopraggiunge morte mio padre e condussi un periodo di grande stress per seguire la mia mamma disabilesino a culminare in un periodo pesantissimo anno scorso con morte della mia mamma.
Avevo sintomi costrittivi al petto terribili e sembrava non trovassi pace in nessun modo.
Abbiamo provato diverse terapie passando per gabepatin, laxoryl e trittico ed ho trovato un pò di pace a giungo di anno passato con la combinazione didepakin 1000 mutabon mite mattino e sera e trittico prima di coricarmi.
Dopo 5 mesi di tregua mi ritrovo di nuovo pieno di sintomi fisici, che sono tensivi a livello cerviale, cefalee, sbandamenti, paure farmi o fare danno poco energia, ed abbiamo cambiato curatogliendo mutabon per anafranil, del quale da una partenza a 10 mg siamo arrivati a 50 mg die.
questo dosaggio da duesettimane scarse.
Vorrei vostro parere inquanto vivo una condizione di stress e pesantezza fisica alta, specialmente nei pomeriggicon picchi di costrizione molto alta.
grazie in anticipo
Ci sono dei passaggi non chiari.
Infatti le terapie andrebbero mantenute per tempi sufficienti anche nei periodi di benessere.
Inoltre, ci sono diverse variazioni che sottendono ad una diagnosi poco chiara con il tentativo di trattare maggiormente i sintomi ma senza entrare nella questione diagnostica in modo approfondito.
La diagnosi e la terapia andrebbero chiarite in modo più specifico.
Infatti le terapie andrebbero mantenute per tempi sufficienti anche nei periodi di benessere.
Inoltre, ci sono diverse variazioni che sottendono ad una diagnosi poco chiara con il tentativo di trattare maggiormente i sintomi ma senza entrare nella questione diagnostica in modo approfondito.
La diagnosi e la terapia andrebbero chiarite in modo più specifico.
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Utente
Quanto posso riferirle dottore è che dopo la prima diagnosi che haportato ad utilizzo di paroxetina, a seguire non ho mai fatto richiesta di quale potesse essere la diagnosi reale, oltre disturbo di ansia somatizzata.
Senonchè mi trovo ormai a fasi alterne in questi periodi in cui paradossalmente sembra non risponda a nessuna cura,ne fisica ne medica. Sto infatti facendo della osteopatia per una presunta cervicalgia miotensiva cronica, risultante da una rm che evidenzia due protusioni ed in ragione delle quali fisiatra ritiene che non visia connessione co i sintomi che ho desctritto.
La cosa che posso aggiungervi, oltre a ringraziarla per la celere risposta è che ho una tendenzaossessiva di rassicurazione e di ricerca online di risposte, che quindi posso immaginare che la mia ansia abbia una forte componente ossessiva.
Senonchè mi trovo ormai a fasi alterne in questi periodi in cui paradossalmente sembra non risponda a nessuna cura,ne fisica ne medica. Sto infatti facendo della osteopatia per una presunta cervicalgia miotensiva cronica, risultante da una rm che evidenzia due protusioni ed in ragione delle quali fisiatra ritiene che non visia connessione co i sintomi che ho desctritto.
La cosa che posso aggiungervi, oltre a ringraziarla per la celere risposta è che ho una tendenzaossessiva di rassicurazione e di ricerca online di risposte, che quindi posso immaginare che la mia ansia abbia una forte componente ossessiva.
Utente
Premetto anche che non ho timore ad avere delle diagnosi, mi preoccupa piuttosto trovare qualcosa che possa migliorare la qualità delle mie giornate in questi periodi.
Anche da piccolo sono stato soggetto ansisoso, un ansia connessa a paura di abbandono, in cui vivevo degli stati di costante allerta e controllo nei confronti dei miei genitori, con paura di poterli perdere ed in relazione a ciò avevo sviluppato dei rituali, ritengo compulsioni, che mi davano idea di poter avere controllo su loro sicurezza.
Anche da piccolo sono stato soggetto ansisoso, un ansia connessa a paura di abbandono, in cui vivevo degli stati di costante allerta e controllo nei confronti dei miei genitori, con paura di poterli perdere ed in relazione a ciò avevo sviluppato dei rituali, ritengo compulsioni, che mi davano idea di poter avere controllo su loro sicurezza.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 359 visite dal 30/05/2025.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.
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