Attacchi di panico e sport

E' accertato che io soffra di attacchi di panico, e sono in cura con 20 mg di paroxetina al giorno.
Sto tuttosommato abbastanza bene, faccio una vita normale, lavoro, vado in giro ecc.. ecc.. come se nulla fosse, ma non capisco il perchè quando pratico un attività sportiva sopra un certo livello, i malesseri che ben conosco si ripresentano.
Faccio uno sport a livello agonistico, non sto facendo gare, ma sicuramente degli allenameni abbastanza faticosi, quando il livello di fatica supera una certa soglia comincio a sentire gambe molli, vertigini, affaticamento fisico ma percepito in maniera peggiore dagli stati di tensione.
Riconosco i connotati del panico perchè prima di iniziare un allenamento compare l' ansia anticipatoria (la paura che possa venirmi una crisi) che mi disturba anche quando guido in autostrada (cosa che non succede in altre siuazioni normali) però il disturbo vero e proprio prende atto nel momento in cui lo sforzo fisico si fa intenso.
Quest' estate ho fatto ECG e Holter con esito negativo, mi chiedo se sia il caso di ripetere i controlli cardiaci, o come muovermi.
Io riesco comunque a fare l' attività sportiva, non mi fermo, ma il punto è che una cosa piacevole diventa spiacevole, e non so se ignorarla o se forse sto sottovalutando la cose
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Ne parli con il suo specialista di fiducia. Potrebbe essere necessario aggiustare la dose o associare un percorso di tipo cognitivo-comportamentale. L'esercizio fisico prolungato e faticoso mima alcune sensazioni che il suo cervello è abituato ad associare al "panico", all'ansia e alla sensazione di stare male. E' una situazione molto comune tra chi soffre o ha sofferto di attacchi di panico e può essere affrontata nei modi che le ho descritto o con entrambi. Se ha già fatto i controlli cardiologici da poco ed è sotto controllo per la
sua attività agonistica, non dovrebbe essere necessario ripeterli, ma anche per questa decisione cìè bisogno di consultarsi con lo specialista di riferimento.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Sono 2 giorni, che dopo l' espisodio che ho raccontato faccio un pò di fatica a dormire (ma dormo lo stesso), il primo giorno ho avuto mal di testa e molta stanchezza, oggi ho dovuto alzarmi alle 06,30 per andare a fare gli esami del sangue di routine.
Non ho affatto paura degli aghi, non ho mai avuto paura degli esami del sangue, ma ho avuto fin dal principio un ansia anticipatoria quasi il timore illogico che che possa venirmi un attacco, per via di
questo fuori programma
Ho fatto il prelievo e come ovvio non è successo nulla, torno a casa faccio colazione, prendo la macchina e prendo l' autostrada per andare al lavoro.
Durante il viaggio in autostrada, comincio a tremare, mani fredde, crampi allo stomaco e tachicardia lieve, mi ripeto che non è nulla, ma sto male lo stesso; sono stato tentato più volte di fermarmi nella corsia di emergenza, perchè mi sentivo come svenire, ma non ostante tutto sono giunto sul lougo di lavoro.
Ho continuato a sentirmi male anche sul lavoro, ma in maniera leggermente più blanda, ho misurato la pressione è variabile fra 140/80 e 130/80 i battiti variano dalle 85 alle 90 bpm (la mia media in stato normale è sui 70-75 bpm) e la temperatura era saluti a 37,3 gradi. (misurata perchè sentivo freddo)

Io ingenuamente dato subito la colpa all' ansia, perchè stare peggio alla guida è tipico del DAP, e ho chiamato il medico. Mi ha detto che non è necessario alzare la paroxetina a 30 mg perchè mi devo abbituare a gestirli, ma mi chiedo posso imparare a gestire qualche onda, ma posso imparare a gestire agli tsunami?
Può essere anzichè ansia, un idebolimento per via del prelievo venoso e magari ho frainteso dando sempre la colpa all' ansia?
Grazie e mi scuso per il risperemi, sono molto confuso
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